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La Manovra regala 400 milioni alle auto e 1 miliardo alla Tav. Elkann (Stellantis): “Andrò in Parlamento”.

400 milioni all’automotive e 1 miliardo alla Tav in Manovra. Elkann (Stellantis): “Andrò in Parlamento”. Gozzi (Duferco): “Tempesta perfetta sull’auto. Ue deve fare scelte choc”. La rassegna Energia

La Manovra porta in dono 400 milioni nel 2026-2027 al settore automotive e un miliardo alla Tav Torino-Lione. L’addizionale comunale sui diritti di imbarco aumenterà di 50 centesimi per i voli extra Ue nei sei maggiori aeroporti italiani, ma niente aumento dei pedaggi autostradali, concessioni elettriche prorogate di 20 anni con le risorse che saranno impiegati per abbassare le bollette. Sono alcune delle novità della Manovra che approderà oggi in Aula. Pace fatta tra il Governo e Stellantis. Il presidente del gruppo, John Elkann ha affermato che andrà in Parlamento per un’audizione, dopo aver rifiutato la richiesta sollecitata dalla politica dopo l’audizione dell’ex ad Carlos Tavares. L’auto vive la tempesta perfetta, quindi bisogna essere positivi e prudenti, secondo Antonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico Duferco e special advisor di Confindustria per Competitività ed autonomia strategica europea. Nell’intervista rilasciata a La Repubblica Gozzi attacca anche l'”estremismo ambientalista Ue”. La rassegna Energia.

ENERGIA, TUTTE LE NOVITA’ DELLA MANOVRA

“I grandi temi della manovra da 30 miliardi licenziata a ottobre dal Consiglio dei ministri erano stati il taglio del cuneo fiscale, le tre aliquote Irpef, la stretta alle detrazioni, il prelievo a banche e assicurazioni. Nel passaggio alla Camera il dibattito si è concentrato sul taglio dell’Ires, sulle risorse per l’automotive (recuperati 400 milioni nel biennio 2026-27), sullo stipendio dei ministri e sulla misura che riguardava i revisori del Mef. La web tax, le criptovalute e la norma anti Renzi sono altri interventi che hanno sviluppato lunghe trattative. Così come Transizione 5.0 e la mini decontribuzione per il Sud. (…) L’addizionale comunale sui diritti di imbarco è incrementata di 50 centesimi per i voli extra Ue nei sei maggiori aeroporti italiani, sventato l’aumento dei pedaggi autostradali che è stato ritirato. La proroga delle concessioni elettriche è stabilita in 20 anni, il gettito andrà a riduzione delle bollette. Con un’iniziativa della Cisl viene istituito un finanziamento per la partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati di impresa”, continua il giornale.

MANOVRA, 1 MILIARDO PER TAV

“È finalmente arrivato il giorno della manovra. Questa mattina il testo della finanziaria approderà in aula dopo il lungo e travagliato esame in commissione, il governo porrà la questione di fiducia e domani sera tardi è fissato il voto finale. La premier Giorgia Meloni ha proposto all’opposizione «un accordo sui tempi per evitare il voto di fiducia», ma l’ipotesi non ha preso piede. Si potrebbe fare un ragionamento al Senato con il voto fissato il 28 dicembre, peraltro anche l’anno scorso la legge di bilancio venne approvata in seconda lettura senza fiducia (allora a Montecitorio). (…) Nella notte di martedì la commissione ha approvato gli ultimi emendamenti e tra le novità emerge un miliardo in più alla Tav Torino-Lione su proposta della Lega. Spicca poi l’abolizione della norma cara al ministro Giancarlo Giorgetti sui revisori del Mef nei collegi sindacali di enti e aziende che percepiscono più centomila euro di soldi pubblici. Una misura definita «sovietica» da Forza Italia che canta vittoria: «Abbiamo garantito la libertà d’impresa, siamo molto soddisfatti perché abbiamo convinto i nostri partner della bontà delle nostre idee», sottolinea Antonio Tajani”, si legge su La Stampa.

“Non può che essere soddisfatto il presidente di Confindustria Emanuele Orsini che porta a casa l’Ires premiale: «Per noi centrale». Anche lui è soddisfatto dello stop ai revisori del Mef: «Era un’ingiustizia», dice. L’ultima polemica è sulle coperture. I deputati delle opposizioni sono convinti che tra i tantissimi emendamenti approvati nella maratona notturna ce ne sono alcuni senza finanziamento. Marco Grimaldi di Avs lo sostiene esplicitamente: «Non ci sorprenderebbe la necessità di un ritorno in commissione del testo della manovra, un rinvio che non è solo tecnico ma anche politico. Il metodo con cui è stata scritta è il prodotto del caos, troppi emendamenti senza relazione tecnica e senza coperture». In effetti, un ritorno in commissione per stralciare le norme giudicate inammissibili è un passaggio che accade ogni anno, un rito che molto probabilmente si ripeterà oggi”, continua il giornale.

AUTO, ELKANN (STELLANTIS): “ANDRO’ IN PARLAMENTO”

“Il presidente di Stellantis, John Elkann, andrà in Parlamento. Lo ha comunicato al presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana con il quale ha avuto «una cordiale conversazione telefonica». La sua presenza era stata più volte sollecitata dalle forze politiche della maggioranza e dell’opposizione, dopo l’audizione dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares, e il presidente di Stellantis aveva già fatto sapere che avrebbe atteso la conclusione del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy. (…) Un altro segnale del “nuovo corso” dei rapporti tra Stellantis e il governo che ha portato al patto per il settore con la presentazione del piano per gli stabilimenti italiani. Lo ha ribadito anche il ministro Urso a “Cinque Minuti” di Bruno Vespa: «È cambiato l’atteggiamento. Stellantis pone l’Italia al centro del suo sviluppo internazionale, affermando con chiarezza che nessun stabilimento in Italia sarà chiuso e che saranno mantenuti gli attuali livelli occupazionali e che ci sarà un atteggiamento positivo e costruttivo con tutta la filiera dell’automotive, con l’indotto che noi dobbiamo aiutare anche nella diversificazione produttiva»”, si legge su La Stampa.

“Il piano partirà nel 2025 con 2 miliardi di investimenti e vetture ibride in tutti gli stabilimenti. A Pomigliano si produrranno due compatte dal 2028, arriverà la piattaforma Stla Small, la Pandina sarà prolungata fino al 2030 e successivamente verrà avviata la fabbricazione della nuova Pandina. Quattro, invece, sono i nuovi modelli a Melfi: la Ds n.8 full elettrica e la Jeep Compass elettrica, la Lancia Gamma e la nuova Ds 7. A Cassino, la nuova Alfa Stelvio elettrica mentre la Giulia è attesa per il 2026. Ad Atessa la gamma large Van anche elettrica e a Mirafiori la 500 ibrida e poi la nuova 500 elettrica. Continua anche il percorso di crescita del brand Lancia. (…) ha ribadito Imparato intervenendo a “Cinque Minuti”: «Gli stabilimenti italiani resteranno tutti in attività con un piano per ciascuna fabbrica. Senza cassa integrazione no, perché il 2025 sarà durissimo, lo sappiamo tutti, ma sto velocizzando tutto quello che posso a livello di sviluppo per avere nel 2026 un +50%». Stellantis, ha aggiunto «propone un piano di sviluppo, non giochiamo in difesa e lo facciamo con l’autorità italiana, con l’indotto, con la nostra squadra di dipendenti italiani». Mentre Urso ha spiegato che i fondi annunciati di 1,6 miliardi su più anni per il comparto auto «vanno alla filiera dell’automotive. (…) Critico il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che sottolinea che si tratta di un piano industriale «che non dà certezze sul futuro e sulle produzioni. È un piano transitorio, un prendere tempo”, continua il giornale.

AUTO, GOZZI: “UE DEVE FARE SCELTE CHOC PER INDUSTRIA”

“«C’è voluta una grave crisi, ma dopo tanti anni ci si torna a rendere conto che l’Europa esiste solo se esiste l’industria». È un fiume in piena Antonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico Duferco e special advisor di Confindustria per Competitività ed autonomia strategica europea, contro quello che definisce «l’estremismo ambientalista Ue: tempi e modi della decarbonizzazione vanno rivisti o sarà deserto industriale». (…) «Bisogna essere positivi, perché ci sono impegni su produzione e occupazione, ma anche prudenti, perché l’auto vive una tempesta perfetta e ogni passo va verificato e sostenuto. Mi incoraggia quello che ha detto il nuovo commissario europeo all’Industria Séjournè: che ha in testa misure choc per rilanciare la domanda di auto made in Europe, non solo elettriche, e che bisogna trovare una soluzione al problema delle multe miliardarie che le case pagherebbero dal prossimo anno perché non hanno venduto abbastanza elettrico”, si legge su La Repubblica.

“«L’Europa vale il 7,5% delle emissioni globali, da sola non risolve il problema. Per essere la prima della classe ha dettato regole ideologiche che nessun altro segue. Lo dico da esponente della siderurgia più decarbonizzata dell’Unione: se non cambiamo le regole sulle emissioni chiuderanno tutti gli altiforni e in Europa non si potrà produrre più l’acciaio per le carrozzerie o per la difesa, che non si può fare con i forni elettrici. Dipenderemo dalle importazioni, come per pannelli solari e batterie dipendiamo dalla Cina. E parliamo di autonomia strategica?». (…) «Se con tutte le condizioni favorevoli, un mercato interno ricco e tassi di interesse bassi, l’Europa negli ultimi vent’anni non ha innovato è per le sue scelte: l’iper regolamentazione, politiche Antitrust che hanno impedito la crescita di campioni aziendali, l’incapacità di superare l’opposizione dei Pesi frugali guidati dalla Germania al debito comune, di cui abbiamo bisogno per investire in ricerca e tecnologie chiave». (…) «Lo spero, la crisi dell’automotive e la rielezione di Trump sono dei detonatori, parlando con i colleghi tedeschi sento un cambio di aria. Ma il rischio è che si inchiodi tutto per le solite divisioni europee». (…) «La legge di Bilancio è afflitta dalle conseguenze del demenziale Superbonus. Date queste condizioni qualcosa è stato fatto: la conferma del taglio del cuneo, un passo sull’Ires premiale, l’energy release. Non funziona per troppa complessità Industria 5.0, che vale 6 miliardi: nonostante i correttivi temo sarà un’occasione persa»”, continua il giornale.

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