Il nuovo Parlamento europeo avrà un ruolo centrale: definire una politica energetica che tenga conto di energia, sostenibilità economica e ambientale. Una strategia che non può prescindere dal vettore gas e avrà bisogno del contributo di tutte le tecnologie green. L’evento di Proxigas “Nuove prospettive per la politica energetica europea”
Serve un cambio di passo nella politica energetica europea. Energia, sostenibilità economica e ambientale devono essere al centro della nuova agenda Ue per evitare di aumentare la dipendenza extra Ue e la competitività dell’industria europea. Il sistema continua ad essere fragile e le dipendenze critiche e strategiche delle nostre industrie sono tante e si sviluppano in diverse dimensioni. In quest’ottica, il gas può rappresentare uno dei vettori centrali della transizione, insieme all’idrogeno. La parola d’ordine è neutralità tecnologica. È quanto emerso nel corso dell’evento “Nuove prospettive per la politica energetica europea”, organizzato da Proxigas. Chi c’era e cosa si è detto.
GAS, PERCHÉ SERVE UNA NUOVA POLITICA ENERGETICA UE
Regna ancora l’incertezza sul quadro energetico ed economico globale e gli obiettivi di decarbonizzazione sono ancora lontani. Per questo motivo, il ruolo della politica europea diventa ancora più centrale.
“Il nuovo scenario geopolitico ha avuto due principali effetti sul sistema energetico europeo: un calo della domanda, che si è materializzato in misura pari al 18%, e un livello dei prezzi che ha raggiunto picchi mai sperimentati prima. Nell’immediatezza della crisi il gas ha raggiunto e stabilmente superato i 90-100 €/MWh con differenziali di prezzo rilevanti tra i vari paesi; da più di 12 mesi, ormai, però, i prezzi si sono assestati su livelli più ragionevoli attorno a 35 €/MWh, seppur ancora superiori a quelli pre-Covid. Questo, tuttavia, non si è ancora tradotto in una ripresa della domanda, a dimostrazione della diversa velocità di reazione agli shock di prezzo e della incertezza che ancora caratterizza il quadro energetico ed economico globale”, ha detto Cristian Signoretto.
“L’Europa pesa al massimo per l’8% nelle emissioni. Se gli altri Paesi non si impegnano altrettanto dobbiamo dare equilibrio ed essere competitivi con i concorrenti. Il reiterato appello alle energie rinnovabili di questi anni è errato, perché non potremo andare avanti solo con le rinnovabili. La forza dell’Europa e delle singole nazioni è essere più indipendente possibile dagli altri Paesi, soprattutto quelle con andamenti geopolitici alterni”, ha affermato Tommaso Foti, Presidente Gruppo Fratelli d’Italia.
Occorre un nuovo approccio in Europa secondo Marta Bucci, Direttore Generale di Proxigas.
“Alla luce di questo contesto crediamo quindi sia necessario mettere l’energia al centro della nuova agenda europea. L’energia, non solo in relazione alla sostenibilità, ma nella pienezza delle sue dimensioni e delle sue complessità. Dobbiamo infatti garantire la sicurezza delle forniture energetiche ma dobbiamo imparare a farlo a livello UE, facendo crescere innanzitutto la fiducia reciproca tra gli Stati, sviluppando la produzione domestica, e proteggendo la nostra capacità di importare gas in modo efficiente, investendo nella diversificazione delle rotte di approvvigionamento ma anche nei contratti di acquisto di lungo termine”, ha detto Bucci.
NEUTRALITÁ TECNOLOGICA E DIVERSI MIX ENERGETICI
Le parole chiave della transizione sono neutralità tecnologica e mix energetici che rispecchiano le esigenze e le caratteristiche di ogni Paese, secondo l’associazione.
“Il gas è un business globale e ha un ruolo fondamentale nella transizione. Bisogna tenere conto delle esigenze dei Paesi in via di sviluppo a livello globale, che devono passare da carbone/ petrolio al gas, la fonte fossile che emette meno CO2 e inquinanti rispetto alle altre. Buona parte della CO2 globale è emessa da questi Paesi. In Europa il gas deve garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. Negli ultimi due anni l’industria del gas ha risposto molto bene alla sparizione del 30% del gas europeo. Il gas deve passare da essere fonte di energia a fonte e vettore.
“Dobbiamo far diventare la diversità dei mix energetici degli Stati membri un punto di forza e non un elemento di competizione interna, una diversificazione dei mix energetici che può aiutarci a rendere più resiliente il mercato europeo”, ha detto Bucci.
L’esempio di politiche negative arriva dal divieto alla commercializzazione di caldaie, secondo l’associazione.
“Occorre far partecipare tutti i consumatori alla transizione e recuperare la loro fiducia, coinvolgerli, incoraggiarli, offrire loro più soluzioni di decarbonizzazione, così che ciascuno trovi quella che è alla propria portata e veda valorizzati i propri sforzi. Occorre rispettare le loro scelte e accompagnarli verso il cambiamento ma senza divieti e sostenerli, per esempio, anche nel sostituire una vecchia caldaia con una nuova se è questo è il contributo che oggi possono offrire perché anche di quel contributo abbiamo bisogno”, ha detto Marta Bucci.
GAS, IL RUOLO DEL MERCATO UNICO
Il mercato unico del gas ha dato un contributo importante per fronteggiare la crisi energetica, portando benefici in termini di prezzi, secondo Cristian Signoretto.
“Il mercato unico del gas che abbiamo costruito in Europa è stato fondamentale per affrontare la crisi e la situazione dei prezzi di oggi lo dimostrano: come detto, non siamo ancora tornati ai livelli pre-Covid, ma il differenziale di prezzo tra i diversi paesi europei in genere rispecchia i costi di trasporto della molecola da un paese ad un altro che sono determinati dalle Autorità di regolazione competenti”, ha detto Signoretto.
Differenziale di prezzo che rappresenta una delle preoccupazioni principali nel mondo del gas, che chiede di mantenere l’attenzione alta.
“Ci preoccupa maggiormente il differenziale di prezzo del gas tra l’Europa e le altre economie globali, come Stati Uniti e Cina. Nel caso degli Stati Uniti il gap è legato alle ingenti risorse che gli garantiscono il primato nelle esportazioni di LNG a livello globale. Nel caso invece della Cina le differenze sono legate al fatto che il mercato cinese è ancora fortemente regolato e sussidiato. Quindi la strada che ha l’Europa per colmare questo gap è garantire che ci sia sempre un surplus di offerta di LNG a livello globale rispetto alla domanda. Per questo motivo, anche se la fase più acuta della crisi energetica è alle spalle, non dobbiamo dimenticarci di ragionare con un’ottica di lungo termine nel mondo dell’energia”, ha aggiunto il presidente di Proxigas.
“Ma la sostenibilità economica ha bisogno anche di un mercato dell’energia davvero unico a livello UE, un mercato unico anche per i green gas, un grande mercato in grado di competere con il resto del mondo. L’Italia che, anche grazie alla sua posizione geografica, può abilitare diverse opportunità di diversificazione energetica con profili competitivi che sono difficilmente replicabili in altre regioni d’Europa. L’Europa per sviluppare politiche energetiche efficaci, concrete e sostenibili pensiamo abbia un grande bisogno dell’Italia ed è per questo che ci auguriamo che sia valorizzato il contributo che, in termini di proposte, di progetti e di iniziative, il nostro Paese può offrire”, ha detto Bucci.
DIPLOMAZIA E CRESCITA COMUNE
“Dobbiamo soprattutto ripensare la diplomazia energetica promuovendo modelli di cooperazione condivisi e reciprocamente vantaggiosi ai Paesi che possiedono le risorse energetiche, per esempio esportando modelli virtuosi di produzione ed utilizzo del gas. Per garantire la competitività del sistema produttivo europeo dobbiamo far diventare la transizione energetica un’opportunità di crescita per tutti gli Stati membri, non abbiamo alternative”, ha sottolineato Bucci.
Nella nuova Alleanza Europea serviranno nuove risorse per accompagnare la transizione.
“Nel bilancio europeo sarà quindi necessario destinare risorse economiche adeguate al settore energia in un’ottica di condivisione dei costi tra gli Stati membri e rivedere l’approccio agli aiuti di Stato per evitare che solo gli Stati con maggiore capacità fiscale possano investire, semplificando ed allegerendo gli oneri amministrativi. Per garantire l’attuazione della transizione invece dobbiamo consolidare obiettivi comuni ma, soprattutto, con grande pragmatismo, trovare il passo giusto della transizione”, ha aggiunto Bucci.
“Dobbiamo utilizzare una parola dal sapore antico: politiche industriali, che torna ad avere un senso perché è necessario costruire un elenco delle priorità e costruire una sinergia tra intervento pubblico e privato. Questo è il versante su cui intervenire. I fondi ci sono. Bisogna pensare che la concorrenza come leva di sviluppo è un elemento da preservare, ma anche pensare la nostra capacità di competizione a livello internazionale. Dobbiamo tenere insieme tutela tessuto economico e produttivo e sostenibilità”, ha affermato Vinicio Peluffo, Capogruppo Commissione Attività Produttive Camera dei Deputati.