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Gasdotto Nord Stream

Nord Stream 2, a fine maggio il round finale sul gasdotto

Intanto la nave posatubi in grado di completare Nord Stream 2 ha cambiato strada ed è di nuovo in rotta verso l’Estremo Oriente russo

Malgrado l’epidemia di coronavirus, che comunque non avrà ”alcun impatto” sulla realizzazione del progetto secondo la società che sta sviluppando il gasdotto, Nord Stream 2 attende con fiducia e impazienza la fine di maggio quando l’agenzia federale tedesca che si occupa di reti dovrà decidere se l’opera è da considerarsi o meno soggetta alle normative europee del terzo pacchetto energia. Un punto su cui c’è poca chiarezza.

LE TESI DEGLI OPPOSITORI

Come fa notare il quotidiano tedesco Handesblatt, dal punto di vista degli oppositori al gasdotto Nord Stream 2, la questione è chiara: a loro avviso, il gasdotto compromette la concorrenza sul mercato europeo del gas e allo stesso tempo indebolisce la sicurezza dell’approvvigionamento. Chi si oppone al progetto desidera che la direttiva Ue per il mercato interno del gas, che è stata modificata lo scorso anno, si applichi al Nord Stream 2.

Finora, i principi della regolamentazione della rete si sono applicati solo ai gasdotti che hanno i loro punti di partenza e di arrivo all’interno dell’Ue. Nord Stream 2 è un gasdotto di importazione che trasporterà gas naturale dalla Russia attraverso il Mar Baltico verso la Germania. E la costruzione della pipeline non è ancora stata completata.

Se si dovessero applicare i principi della regolamentazione della rete europea, gli operatori di Nord Stream 2 nel territorio tedesco del Mar Baltico dovrebbero anche concedere a terzi l’accesso non discriminatorio alla conduttura.

Inoltre, le tasse per l’uso di questa sezione del gasdotto di 54 chilometri sarebbero controllate dall’autorità di regolamentazione. La separazione sarebbe ancora più grave: il produttore di gas e l’operatore della sezione del gasdotto sul territorio tedesco non sarebbero identici.

Nord Stream 2 AG, interamente in capo a Gazprom, ha fatto domanda all’Agenzia della rete federale tedesca settimane fa per essere esentata dal regolamento dell’Ue. In linea di principio, la direttiva Ue sul gas prevede un’esenzione dalla regolamentazione in determinati casi.

GLI ESPERTI CHE CONFUTANO LA TESI

Un parere di esperti di Frontier Economics, una società di consulenza specializzata in questioni energetiche e commissionato da Nord Stream 2 AG, ha tentato di confutare tutte le argomentazioni degli avversari al gasdotto.

Secondo alcuni estratti del rapporto visionati da Handelsblatt, per gli esperti non esiste nulla che possa sostenere un ricorso alla regolamentazione europea per il gasdotto. Per Frontier Economics la società di gas russa Gazprom è il monopolista delle esportazioni di gas naturale russo ai sensi della legge russa e quindi – con o senza esenzione dalla normativa europea – è l’unico cliente del trasporto con accesso al punto di ingresso della pipeline e quindi l’unico utente del gasdotto: “Indipendentemente dal fatto che la sezione del gasdotto tedesco sia regolamentata o meno, solo il gas di Gazprom viene trasportato tramite Nord Stream 2”, scrivono gli esperti.

L’affermazione secondo cui il regolamento consentirebbe l’accesso non discriminatorio alla conduttura a terzi sarebbe quindi vana. “Un’esenzione non ha quindi alcuna influenza su quali produttori possano rifornire il mercato tramite Nord Stream 2”, concludono. È pertanto “solo logico che l’esenzione non possa avere effetti negativi sulla concorrenza”.

Di conseguenza, “non si può vedere alcun vantaggio economico regolando la sezione tedesca del gasdotto Nord Stream 2”. Anche senza regolamentazione, il 100% dei volumi di gas trasportati tramite Nord Stream 2 verrebbe immesso nella rete tedesca del gas dal punto di immissione di Lubmin, sulla costa tedesca del Mar Baltico, che a sua volta sarebbe soggetto alla regolamentazione ai sensi dell’Energy Industry Act.

IL PARERE DELLA PWC SUI COSTI DI INCLUSIONE NELLA REGOLAMENTAZIONE UE

Nord Stream 2 AG ha anche incaricato la società di revisione PwC di esaminare i costi dell’inclusione della pipeline nella regolamentazione della rete europea. Il risultato: i costi per il mercato tedesco del gas aumenterebbero significativamente. Secondo PwC, ciò comporterebbe costi di circa 600 milioni di euro fino al 2030. Estrapolati alla durata operativa massima di 50 anni della condotta, ciò equivarrebbe a 2,5 miliardi di euro secondo i calcoli della società.

“La decisione a favore o contro la regolamentazione fa una differenza tangibile nei portafogli dei cittadini tedeschi”, ha affermato Henry Otto, responsabile della consulenza energetica di PwC. Senza regolamento, Gazprom pagherebbe l’intero utilizzo del gasdotto: “Il gas verrebbe quindi immesso nella rete tedesca a Greifswald e venduto a trader e fornitori a prezzi di mercato”, ha spiegato

In caso di regolamentazione, invece, la sezione tedesca lunga 54 km nel Mar Baltico entrerebbe a far parte del sistema tariffario di rete tedesco. “Questi costi verrebbero socializzati per i consumatori tedeschi attraverso le spese di rete. Contrariamente ai costi non regolamentati, si avrebbe un aumento delle bollette del gas di una media di 50 milioni di euro all’anno”, ha affermato Otto.

L’importatore di gas verrebbe alleggerito della stessa quantità, poiché l’area di mercato tedesca non inizierebbe sulla costa, ma a 54 chilometri di distanza in mare. “Tutto sommato, si può dire che, se dovesse applicarsi la regolamentazione, Gazprom risparmierebbe in media 50 milioni di euro all’anno e i clienti tedeschi del gas pagherebbero tale importo ogni anno”, ha detto Otto.

PIPELINE AUMENTA LA SICUREZZA DELL’APPROVVIGIONAMENTO

Il rapporto di Frontier Economics sottolinea inoltre che Nord Stream 2 migliorerà la sicurezza dell’approvvigionamento creando ulteriori infrastrutture di trasporto quando il gasdotto entrerà in funzione. “Ciò aumenterà la diversificazione delle rotte di trasporto e l’affidabilità del sistema di gas naturale in caso, ad esempio, di guasti tecnici indotti dalle singole infrastrutture”, scrivono gli esperti.

Questo contributo alla sicurezza dell’approvvigionamento è rafforzato dal fatto che il gasdotto collega la Russia direttamente con la Germania e quindi l’Ue e “non dipende dai transiti attraverso paesi terzi, il che significa che è possibile evitare i rischi dovuti a guasti tecnici nei paesi di transito”.

Nord Stream 2 offre inoltre un contributo positivo alla sicurezza dell’approvvigionamento di gas creando la possibilità di ulteriori volumi di importazione di gas per compensare il calo della produzione di gas nell’Ue.

PROBLEMI PER LA GERMANIA SENZA RIFORNIMENTI DI GAS

Gli esperti di Frontier Economics indicano quindi un problema crescente, soprattutto per la Germania. La produzione domestica sta diminuendo continuamente. Nel 2005, il 19 per cento del gas naturale consumato in Germania proveniva ancora da fonti tedesche. Ma nel 2019, questa cifra era già al 7 per cento. Non bisogna poi dimenticare che anche gli Olandesi, terzi fornitori di gas più importanti per la Germania – dopo Russia e Norvegia – con una quota di circa un quinto hanno annunciato lo stop alla produzione dal 2022. E che i tedeschi hanno deciso l’eliminazione delle centrali a carbone per sostituirle con quelle a gas.

MEGLIO IL GASDOTTO DEL GNL

Sempre gli esperti di Frontier Economics sono convinti, inoltre, che l’importazione di gas russo attraverso i gasdotti abbia un vantaggio in termini di costi rispetto all’importazione di gas tramite Gnl. Gli scambi di gas liquefatto, infatti, si svolgono in un mercato globale e, con la domanda elevata e i prezzi corrispondenti elevati nei mercati al di fuori dell’Ue, in particolare in Asia, i costi delle importazioni di Gnl in Europa aumenterebbero di conseguenza. “Un aumento della capacità di trasporto dalla Russia all’UE attraverso il gasdotto Nord Stream 2 contribuirebbe quindi ad aumentare la fornitura di gas a basso costo nell’UE”, hanno concluso gli esperti.

Insomma, con le opinioni degli esperti di Frontier Economics e PwC, Nord Stream 2 AG sta cercando di far valere le sue ragioni per avere l’esenzione dai regolamenti Ue. Secondo l’agenzia delle reti tedesca, tuttavia, solo undici Stati membri dell’Ue hanno partecipato al processo di consultazione, che fa parte della procedura. Gli stati dell’Europa orientale, in particolare, si oppongono con veemenza al progetto da anni.

LA POSATUBI CHERSKY HA CAMBIATO ROTTA

Intanto la nave posatubi russa Akademik Chersky, l’unica in grado di costruire il gasdotto Nord Stream-2, ha nuovamente cambiato rotta, secondo i dati sui portali di localizzazione navale Marine Traffic e Vesselfinder. Secondo i portali, domenica mattina, riferisce Sputnik, la nave ha intrapreso la rotta per la città portuale russa dell’Estremo Oriente di Nachodka, da cui è partita il 10 febbraio. La nave posatubi ha cambiato rotta diverse volte di recente. Alla fine di dicembre, Allseas Group SA (un appaltatore offshore con sede in Svizzera specializzato in posatubi) ha sospeso il lavoro su Nord Stream 2 a causa della minaccia delle sanzioni statunitensi contro il gasdotto nell’ambito del National Defenсe Authorization Act statunitense per l’anno fiscale 2020 costringendo i russi a fare da soli: la Akademik Chersky fa infatti parte della “Gazprom Fleet” dal 2016

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