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Ecco come le aziende italiane intendono sfruttare l’energia nucleare di nuova generazione

Oggi i dirigenti di Ansaldo Nucleare e di Federacciai sono intervenuti, alle audizioni in Commissione Attività produttive alla Camera, sull’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione

Valutare se, come e in quale misura le nuove tecnologie relative all’energia nucleare possono contribuire allo sviluppo industriale dell’Italia. È da questi presupposti che oggi, in Commissione Attività produttive alla Camera, si sono tenute le audizioni di alcuni esponenti del settore, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia atomica nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.

GENTILE (ANSALDO NUCLEARE): SICUREZZA STRATEGICA DELL’ENERGIA È ELEMENTO ESSENZIALE

“Noi proponiamo di confrontarci con i numerosi attori del panorama internazionale, associazioni di categoria, enti di ricerca e comunicazione, con l’obiettivo di analizzare come, se e in quale misura le nuove tecnologie e i modelli innovativi di utilizzo dell’energia nucleare possono contribuire allo sviluppo industriale”. Lo ha dichiarato Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, che ha aggiunto: “per noi, l’aspetto più rilevante è quello relativo alle dimensioni della sicurezza strategica dell’energia, rappresentate in 3 elementi: combustibile, materie prime e tecnologia. L’uranio si distingue come combustibile i cui Paesi produttori sono i più stabili rispetto al carbone e al gas: quasi un quarto della produzione mondiale di uranio è concentrato in Canada e Australia, e un altro 54% si trova in Paesi che si sono rilevati partner affidabili, e se guardiamo alle riserve di combustibile, oltre il 60% – in Canada, Australia e Kazaksistan – garantisce la sicurezza”.

I VANTAGGI DEI REATTORI DI NUOVA GENERAZIONE

Gentile ha ricordato che “le nuove tecnologie nucleare e i reattori avanzati della quarta generazione permetteranno non solo l’impiego di diversi tipi di combustibili nucleari – che avranno una maggiore autonomia, 7-8 anni contro i 2 dell’attuale generazione – e consentiranno la chiusura del ciclo del combustibile, utilizzando MOX, cioè il combustibile esausto dei reattori delle generazioni precedenti, contribuendo così a diminuire la dipendenza di una singola fonte e rafforzando la sicurezza strategica”.

IL RUOLO DELLE MATERIE PRIME CRITICHE NEL NUCLEARE

Per quanto riguarda la questione delle materie prime critiche, necessarie per le tecnologie e le infrastrutture energetiche, “anche in questo caso il nucleare  è la tecnologia green che garantisce il più elevato livello di sicurezza strategica: numericamente parlando, per ogni gigawattora di energia prodotta, il solare richiede oltre 200 kg di materie prime critiche (principalmente rame e silicio), l’eolico oltre 160 kg, il carbone 14 kg, il nucleare 9 kg e il gas 4 kg”.

L’IMPORTANZA DI CREARE UNA CATENA DEL VALORE SUL NUCLEARE

Infine, ha concluso l’ad di Ansaldo Nucleare, “il nostro pensiero è che i Paesi che riusciranno a sviluppare e mantenere catene del valore nazionale su queste tecnologie godranno di una maggiore sicurezza strategica. I dati mostrano che le catene del valore del settore nucleare in Europa e in Italia sono tra le più consolidate al mondo. L’Italia ha mantenuto la sua posizione sul mercato globale, dimostrando una notevole resilienza e una competenza tecnologica avanzata. In futuro queste catene potranno svilupparsi sempre più attorno al nuovo nucleare: gli small modular reactors rappresentano una soluzione concreta nel medio termine. Sono l’evoluzione delle tecnologie nucleari esistenti e hanno un modello di business innovativo che associa la componente elettrica dell’energia nucleare a quella termica, a supporto della decarbonizzazione delle industrie energivore”.

LA STRATEGIA NUCLEARE DI ANSALDO IN ITALIA

“Il percorso nucleare che noi vediamo e che fa parte della strategia della nostra azienda vede nel breve termine gli SMR con dimensioni di 300 MW. Su questo stiamo già lavorando in collaborazione con altre aziende, tra cui Enel, per individuare la migliore soluzione tecnologica, che possa consentire la realizzazione con un orizzonte temporale a partire dai primi anni del prossimo decennio. A questa generazione seguiranno, intorno al 2040, i reattori di quarta generazione, che potranno operare a temperature più alte, con un’efficienza superiore e utilizzando il combustibile esausto delle generazioni precedenti. Auspicabilmente questa staffetta si potrà completare, oltre il 2050, con l’avvio della produzione di energia elettrica attraverso fusione nucleare”.

GOZZI (FEDERACCIAI): VOGLIAMO ESSERE PRIMI A PRODURRE ACCIAIO 100% GREEN

Il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, ha spiegato che “l’interesse della siderurgia italiana nei confronti del nucleare deriva dal fatto che noi stiamo lavorando per essere i primi siderurgici al mondo a produrre acciaio completamente green”.

“Sulle emissioni Scope 1 – ha spiegato Gozzi – siamo praticamente decarbonizzati grazie all’elettrosiderurgia. Stiamo lavorando sullo Scope 2, cioè sull’energia che compriamo, e siamo a buon punto perché un terzo dell’energia della rete proviene da fonti rinnovabili e un altro terzo sarà rinnovabile e arriverà grazie al provvedimento del governo dell’energy release. Infine, stiamo lavorando con Edison e EDF per fare un contratto a lungo termine con i francesi per l’approvvigionamento del terzo che ci manca”.

Gozzi ha spiegato poi che “le rinnovabili vanno bene, ma noi abbiamo un esercizio di circa 8.000 ore l’anno: se riusciamo a coprirne 2.000-2.500 con le rinnovabili, poi abbiamo il problema di coprire le restanti, il cosiddetto baseload, che dev’essere decarbonizzato. Per farlo abbiamo solo due strade: il carbon capture sui turbogas – che però è ancora molto costoso – e il nucleare di nuova generazione. Seguiamo con attenzione tutto lo sviluppo dei reattori SMR e AMR e siamo interessati a stipulare un contratto a lungo termine che faccia da ponte, in attesa dell’arrivo di queste tecnologie”.

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