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Nucleare

Nucleare, ecco come Francia e Italia intendono puntare sull’atomo

La forte industria nucleare francese, spina dorsale del sistema energetico europeo, è tornata in auge. Secondo BloombergNEF, nel 2024 la flotta di reattori dei nostri vicini avrà la maggiore capacità disponibile in almeno 5 anni

Tra le strategie energetiche che i Paesi europei stanno adottando nell’ottica di raggiungere, negli anni, gli obiettivi previsti dall’Unione europea sulla decarbonizzazione un ruolo di primo piano – e allo stesso tempo, da sempre, molto discusso – è riservato all’energia nucleare.

Se infatti la Francia del presidente Macron ha già più volte dichiarato di voler espandere la sua flotta di reattori, anche l’Italia, seppur con tempistiche e tecnologie differenti, sembra decisa a scommettere nuovamente sull’atomo. 

L’ENERGIA NUCLEARE IN FRANCIA

La possente industria francese del nucleare, spina dorsale del sistema energetico europeo, è tornata in auge. Secondo la società di consulenze BloombergNEF, nel 2024 la flotta di reattori francesi avrà la maggiore capacità disponibile in almeno 5 anni. Uno scenario decisamente diverso dalla generazione in declino degli ultimi anni, quando i fermi prolungati delle centrali – uniti ai tagli del gas russo – portarono l’Europa sull’orlo del blackout.

La ripresa ha visto la Francia tornare ad esportare energia verso i suoi vicini, riducendo l’uso di combustibili fossili e portando le emissioni di carbonio ai minimi storici in tutta la regione. “La Francia oggi è un forte esportatore di energia, che è sempre stato il suo ruolo negli ultimi 18 mesi”, ha dichiarato Kesavarthiniy Savarimuthu, analista di BloombergNEF. Parigi ha portato avanti un lungo programma di manutenzione dei reattori, con l’obiettivo di “intercettare eventuali perdite e crepe: ha funzionato”. 

LE STRATEGIE DI EDF

A metà del 2022, il colosso nucleare EDF ha avviato una serie di lavori per prolungare la vita dei suoi impianti. Nell’agosto dello stesso anno, solo il 40% della flotta era disponibile, mentre i prezzi del gas aumentavano di oltre 10 volte rispetto al livello normale. L’impennata dei costi gettò l’Europa nella peggiore crisi energetica degli ultimi decenni, costringendo i governi ad adottare misure radicali per frenare la domanda.

Con la Francia che deve importare elettricità e la più ampia regione con la prospettiva di interruzioni di corrente, EDF ha inviato ulteriori saldatori dagli Stati Uniti e dal Canada per aiutare a riparare gli impianti. Sebbene lo sforzo abbia richiesto più tempo del previsto, alla fine sembra aver funzionato. La Francia a gennaio 2024 ha il 79% della capacità nucleare operativa disponibile, quasi il doppio del minimo registrato nell’agosto 2022. Una percentuale che il mese prossimo potrebbe salire all’83%. Secondo le previsioni di BloombergNEF, con meno riparazioni pianificate per l’estate 2024 rispetto agli ultimi anni, la disponibilità dei reattori quest’anno sarà la più alta almeno dal 2019.

Il completamento dei lavori negli impianti di EDF ha contribuito a stabilizzare i prezzi dell’energia elettrica in Europa, con i futures francesi sull’orizzonte annuale che hanno registrato un calo mensile del 13%. I contratti nei mercati vicini hanno mostrato un andamento simile.

LA FRANCIA SPINGE L’EUROPA SUL NUCLEARE

Il ritorno al nucleare della Francia ha contribuito ad una più ampia ripresa del mercato energetico in Europa. La spinta ad assicurarsi fonti alternative di gas, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina – unita ad un calo della domanda industriale, un inverno relativamente mite e una forte produzione da fonti rinnovabili – ha lasciato all’Europa delle ampie scorte di combustibile. “Oltre ai consumi strutturalmente deboli e all’elevato stoccaggio di gas in arrivo quest’inverno, la ripresa del nucleare francese rispetto alle prestazioni storicamente basse nel 2022 è stata uno degli elementi centrali nel fornire conforto ai mercati”, ha spiegato Glenn Rickson, responsabile analisi energetica europea di S&P Global Commodity Insights.

Nel lungo termine, si prevede che la domanda di energia resterà contenuta. Anche se quest’inverno il consumo di energia in Europa sarà superiore dell’1% rispetto allo scorso, per BloombergNEF il modesto aumento mostra limiti duraturi sui consumi: “la piccola ripresa riflette lo spostamento permanente al ribasso della domanda di energia a seguito della crisi energetica. I consumi sembrano aver trovato una nuova normalità”, ha commentato Savarimuthu.

IL NUCLEARE IN ITALIA: LA STRADA DEI REATTORI SMR

Per quanto riguarda invece il ritorno del nucleare in Italia, di recente il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso la sua opinione in merito. “Guardiamo con attenzione alla ricerca nel settore – ha affermato Pichetto – con l’apporto di eccellenze italiane, a cominciare da Enea. Un segnale inequivocabile è stato dato istituendo la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile. In quell’occasione – ha aggiunto il ministro – si è avviato il percorso per un piano nazionale per la produzione di energia attraverso piccoli reattori, che potrebbero entrare in esercizio in 6-7 anni. Ritengo sia una scelta naturale, perché i piccoli reattori si possono costruire in poco tempo e occupano pochissimo spazio. Il meccanismo vedrà lo Stato garantire un quadro autorizzativo e regolatorio, oltre che un sistema di incentivi per produrre energia da impianti di questo genere”.

A Pichetto nei giorni scorsi ha fatto eco il viceministro Vannia Gava, che ha spiegato come “l’Italia deve sedersi al tavolo dell’Alleanza europea per il nucleare. A restare osservatori si rischia che sia solo appannaggio della Francia, con tutto quello che comporterebbe in termini di strategia e risorse”. Per Gava il nucleare è “una fonte energetica sicura e sostenibile. Promuoviamo una cultura ambientale basata su dati oggetti e scientifici, non sulle fake news”.

IL PROGETTO DI NEWCLEO

Uno dei player più attivi sul nucleare nel nostro Paese è Newcleo, fondata nel 2021 da Stefano Buono, imprenditore laureato in fisica e che in passato ha già realizzato un’operazione nel settore della medicina nucleare, anche se applicata in campo farmacologico.

La società punta a realizzare reattori molto compatti e raffreddati al piombo, che hanno costi fino a 30 volte inferiori rispetto ai tradizionali reattori ad acqua pressurizzata e possono utilizzare come combustibile gli scarti di altri reattori.

“Il primo reattore – ha spiegato l’ad di Newcleo – è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare, un processo che a giugno terminerà la sua prima fase e che nei prossimi 2 anni porterà alla pre-autorizzazione necessaria costruire il nostro primo reattore”.

LO SCETTICISMO DEGLI SCIENZIATI

Nell’Unione europea, però, non tutti sono ottimisti sul ritorno all’energia atomica. A metà gennaio, ad esempio, il Comitato consultivo Ue per il clima ha pubblicato la relazione “Verso la neutralità climatica dell’UE: progressi, lacune politiche e opportunità”, in cui scrive che, “considerati i lunghi tempi di realizzazione delle nuove centrali nucleari (10-15 anni), non ci si può aspettare che un’ulteriore espansione di questa tecnologia contribuisca al raggiungimento degli obiettivi climatici Ue per il 2030. Inoltre, l’accettabilità sociale permane un problema in diversi Stati”.

Infine, si legge ancora nella relazione, “in termini di potenziale contributo dell’energia nucleare all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, gli impatti dei cambiamenti climatici sulla futura sicurezza energetica dell’Ue dovrebbero essere considerati e valutati rispetto ai fattori di rischio e ad altri impatti”.

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