Attesa in queste ore la decisione del presidente americano Donal Trump sul futuro dell’accordo sul nucleare con l’Iran
L’Europa è ferma sulle sue decisioni: continuerà a rispettare l’accordo sull’energia nucleare con l’Iran, nonostante le perplessità e i dubbi di Donald Trump.
UE CONTINUA AD APPLICARE ACCORDO
“Rimaniamo impegnati nella piena attuazione dell’accordo” sull’energia nucleare con l’Iran, o Jcpoa, ha affermato a portavoce del Seae (Servizio Europeo per l’Azione Esterna), la diplomazia dell’Ue, Maja Kocijancic, in occasione del briefing con la stampa a Bruxelles. “Continueremo ad applicarlo in pieno. In questa fase non è chiaro che cosa annuncerà il presidente Usa Donald Trump, quindi non posso fare speculazioni: il nostro impegno è chiaro e crediamo che l’accordo dovrebbe essere preservato”.
Crediamo – aggiunge – che l’accordo stia funzionando, l’attuazione e il fatto che stia funzionando è stato certificato in dieci occasioni dall’Aiea e al livello più alto abbiamo confermato il nostro impegno. Non appena il presidente Trump farà il suo annuncio, abbiamo in programma di reagire: dopo l’annuncio di Trump, mi aspetto che l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini reagisca da Roma”, conclude. E’ infatti fissata per le 20.30, nella sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia, la dichiarazione della Mogherini in risposta all’annuncio del presidente degli Stati Uniti.
IL PENSIERO DI TRUMP
Trump è convinto che Teheran abbia “violato l’accordo” in diverse occasioni. Gli Usa sostengono che l’Iran non avrebbe soddisfatto le richieste sulle centrifughe, non avrebbe permesso le ispezioni e sembrerebbe che stia facendo affari con la Corea del Nord. In queste ore è attesa la decisione sull’uscita degli Usa dall’accordo.
L’ACCORDO
L’accordo, siglato da Teheran e dai Paesi del cosidetto 5+1, ovvero dai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina, più la Germania) è stato raggiunto il 14 luglio del 2015 a Vienna e sanciva la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all’Iran.
Teheran, in cambio, ha concordato una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67% e la riduzione del numero di centrifughe, che non deve essere superiore a 5.060. Ha promesso la modifica del reattore ad acqua pesante di Arak, con l’obiettivo di non poter permettere la produzione di plutonio a sufficienza per la bomba nucleare. E l’Agenzia internazionale per l’energia atomica può condurre ispezioni anche nei siti militari, solo dopo il via libera di Teheran.