Per comprendere meglio l’impatto delle guerre sugli obiettivi di decarbonizzazione delineati nell’accordo di Parigi, i ricercatori hanno cercato sempre più di tracciare un quadro più chiaro delle emissioni rilasciate in relazione alle operazioni militari
Ogni guerra ha delle grandi implicazioni umanitarie, mentre spesso vengono trascurate le sue conseguenze ambientali. I conflitti, grandi e piccoli, hanno un effetto estremamente dannoso sull’ambiente a causa dell’uso di munizioni.
L’IMPATTO DELLE GUERRE SULLE EMISSIONI STA PEGGIORANDO
Oltre il 5% delle emissioni globali è causato da conflitti o militari, sebbene la vera portata della situazione resti sconosciuta. In un momento in cui i governi di tutto il mondo stanno tentando di ridurre le emissioni di gas serra a favore di una transizione verde, per aiutare a contrastare il cambiamento climatico, l’impatto della guerra sull’ambiente sta peggiorando.
Dei recenti studi – scrive Oilprice – mostrano che le emissioni di gas serra legate alla guerra sono poco note. Per comprendere meglio l’impatto del conflitto sugli obiettivi di decarbonizzazione delineati nell’accordo di Parigi, i ricercatori hanno cercato sempre più di tracciare un quadro più chiaro delle emissioni rilasciate in relazione alle operazioni militari.
LA GUERRA IN UCRAINA E L’IMPATTO SUL CLIMA
Il primo grande tentativo di comprendere l’impatto delle emissioni del conflitto è stato visto dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. I ricercatori hanno stabilito delle nuove metodologie per cercare di mappare le emissioni rilasciate in relazione diretta al conflitto. Al vertice sul clima COP28 di novembre dovrebbero essere diffusi i calcoli e una terza versione della metodologia della New Initiative on GHG Accounting of War, un’associazione di esperti del clima.
I ricercatori attualmente ritengono che le emissioni rilasciate dalla guerra tra Russia e Ucraina potrebbero essere equivalenti alle emissioni annuali di un piccolo Stato, come ad esempio il Belgio. Ovviamente la guerra tra Russia e Ucraina è solo un conflitto, e dei livelli di emissioni altrettanto elevati potrebbero essere prodotti da altre guerre in tutto il mondo.
LE FORZE ARMATE RESPONSABILI DI CIRCA IL 5,5% DELLE EMISSIONI GLOBALI DI GAS SERRA
Sebbene l’impatto climatico della guerra non possa sostituire i costi umanitari, è importante capire esattamente quante emissioni di gas serra vengono prodotte per aiutare a raggiungere gli impegni internazionali sul clima. Le attività militari spesso sono considerate esenti da restrizioni sulle emissioni, in quanto necessarie per la sicurezza nazionale. Pochi Paesi segnalano le proprie emissioni prodotte dai militari alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il che significa che mancano delle informazioni vitali per comprendere l’impatto ambientale. Attualmente, i ricercatori ritengono che le forze armate di tutto il mondo potrebbero essere responsabili di circa il 5,5% delle emissioni globali di gas serra.
COME SI CALCOLANO LE EMISSIONI GENERATE DALLE GUERRE
Quando si misurano le emissioni dei conflitti, vengono effettuate alcune considerazioni sulle attività militari, tra cui carburanti terrestri, marini e per l’aviazione, carburanti marini e per l’aviazione, che si estendono agli incendi urbani e paesaggistici e agli incendi causati da infrastrutture energetiche danneggiate per stimare le emissioni. Altri elementi da considerare includono il cambiamento nella produzione e nella domanda di energia sul campo, come l’aumento dell’uso di generatori diesel.
Alcuni livelli di emissioni possono diminuire in tempo di guerra, in particolare quelli legati all’industria e alle attività economiche che non si svolgono più a causa del conflitto. Tuttavia, è anche importante comprendere il potenziale costo del carbonio della ricostruzione dopo la fine di un conflitto, che potrebbe aumentare significativamente le emissioni. Nel caso dell’Ucraina, il governo ucraino e la Banca Mondiale intendono attribuire un valore alle emissioni prodotte durante la guerra ai fini delle riparazioni, in un approccio alla ricostruzione unico nel suo genere.
LE EMISSIONI DEL CONFLITTO IN ISRAELE
I ricercatori stanno esaminando sempre di più l’impatto ambientale di altri conflitti in seguito al caso Russia-Ucraina. Dei recenti studi suggeriscono che, nei primi due mesi dell’invasione israeliana di Gaza in Palestina, si pensava che l’impronta di carbonio fosse superiore a quella di 20 dei Paesi più vulnerabili al clima al mondo. Secondo un’analisi unica nel suo genere circa il 99% delle 281.000 tonnellate di anidride carbonica rilasciate in questo periodo provenivano dal bombardamento aereo e dall’invasione terrestre di Gaza da parte di Israele.
Circa la metà delle emissioni misurate nell’analisi provenivano dagli aerei cargo statunitensi che trasportavano rifornimenti militari in Israele. Nel frattempo, secondo il documento, i razzi lanciati da Hamas in Israele nello stesso periodo hanno generato circa 713 tonnellate di CO2.
LA STIMA DELLE EMISSIONI DURANTE I COMBATTIMENTI
L’analisi si concentra su una gamma specifica di attività associate al conflitto, come la fabbricazione e l’esplosione di bombe, artiglieria e razzi, il che suggerisce che la stima delle emissioni probabilmente è molto più bassa della realtà. Inoltre, non considera il metano prodotto da queste attività, il che spinge ad un’analisi più approfondita per comprendere appieno l’impatto ambientale della guerra.
Benjamin Neimark, coautore del documento, ha affermato che “questo studio è solo un’istantanea dell’impronta militare più ampia della guerra, un quadro parziale delle massicce emissioni di carbonio e degli inquinanti tossici più ampi che rimarranno a lungo dopo la fine dei combattimenti”. “L’eccezionalismo ambientale dell’esercito – ha aggiunto Neimark – consente loro di inquinare impunemente, come se le emissioni di carbonio dei loro carri armati e dei loro aerei da combattimento non contassero. Questo deve finire, per affrontare la crisi climatica abbiamo bisogno di responsabilità”.
L’IMPORTANZA DI MISURARE LE EMISSIONI MILITARI
Sebbene spesso vi siano delle preoccupazioni maggiori associate ai conflitti, come la sofferenza umanitaria, in un momento in cui i governi di tutto il mondo stanno tentando di ridurre le emissioni di gas serra per contrastare il cambiamento climatico, è importante comprendere le implicazioni ambientali della guerra. Mentre l’Agenzia Internazionale per l’Energia e altri organismi misurano gli attuali impegni climatici rispetto al panorama energetico globale, le crescenti emissioni associate alle guerre non devono essere trascurate. Una maggiore trasparenza e rendicontazione delle emissioni militari potrebbero contribuire alle analisi internazionali delle emissioni di carbonio e fornire una migliore previsione di decarbonizzazione per i prossimi anni.