Il direttore del CRESME, Lorenzo Bellicini, ha spiegato che, “rispetto alla rilevazione di maggio 2022, ci sono 54 miliardi in più, 30 miliardi dei quali derivano dall’avanzamento dei lavori e della variazione dei costi per le infrastrutture”
Oggi, in Commissione Ambiente della Camera, è stato presentato il rapporto “Infrastrutture strategiche e prioritarie 2023”. Dal 2004 il Servizio Studi della Camera svolge, per la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, un’attività di monitoraggio sullo stato di realizzazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie, attraverso la pubblicazione di rapporti annuali.
Dal 2010 l’attività di monitoraggio è svolta in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione. I rapporti sono predisposti in collaborazione con l’istituto di ricerca CRESME (Centro ricerche economiche sociologiche di mercato nell’edilizia). A partire dal 2022 il monitoraggio ha ad oggetto anche lo stato di avanzamento delle opere commissariate ai sensi dell’art. 4 del D.L. 32/2019 e delle infrastrutture prioritarie inserite nella programmazione PNRR-PNC.
IL RAPPORTO SULLE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE 2023
L’ultimo rapporto annuale, presentato oggi in Commissione Ambiente, analizza l’evoluzione delle infrastrutture strategiche e prioritarie sulla base dei dati e dei documenti disponibili al 31 agosto 2023. Nel documento si ripercorre l’evoluzione normativa dalla c.d. legge obiettivo (legge n. 443/2001, successivamente abrogata dal Codice dei contratti pubblici del 2016) fino alla nuova disciplina introdotta dal D. Lgs. 36/2023 (nuovo Codice dei contratti pubblici), e sono presentati i dati relativi alla programmazione e realizzazione delle infrastrutture strategiche (inserite nell’Allegato infrastrutture al DEF 2013) e prioritarie (individuate con gli Allegati ai DEF dal 2015 al 2023, commissariate ai sensi dell’art. 4 del D.L. 32/2019 e inserite nel PNRR e nel PNC), nonché quelli relativi al mercato delle opere pubbliche.
BELLICINI (CRESME): GRANDE ACCELERAZIONE SVILUPPO LAVORI
“Stiamo assistendo ad un’accelerazione dello sviluppo delle infrastrutture strategiche in Italia. Parliamo di quasi 448 miliardi di euro, che rappresentano la sfida infrastrutturale del nostro Paese. Rispetto alla rilevazione di maggio 2022 ci sono 54 miliardi in più, 30 miliardi dei quali derivano dall’avanzamento dei lavori e della variazione dei costi, oltre a circa 14,6 miliardi di euro previsti per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina”. Così il direttore del CRESME, Lorenzo Bellicini, alla presentazione del rapporto in Commissione Ambiente alla Camera.
L’APPELLO AL PARLAMENTO DI GIUSEPPE BUSIA (ANAC)
“Il PNRR – ha dichiarato il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia – è uno dei principali responsabili dell’accelerazione delle opere pubbliche, ma non è la totalità. Ci sono altre risorse che riguardano opere strategiche che superano il 2026, e questo indica che il governo e il Parlamento dovranno studiare dei metodi per un corretto utilizzo delle risorse esistenti. La strategia non può essere solo la scadenza del PNRR, vi sono molte modalità e tante opere prioritarie, il Parlamento deve riflettere”.
MENO PARTECIPANTI AI BANDI SULLE INFRASTRUTTURE
“Il numero dei partecipanti ai bandi si è ridotto. Questo – ha aggiunto Busia – dimostra che l’amministrazione pubblica ha molte risorse per investire, ma il settore privato non riesce a starle dietro, forse perché dispone di meno risorse e mezzi. Il sistema avrebbe dovuto prevedere maggiori investimenti al Sud, invece abbiamo 181 miliardi di euro al Nord e 158 miliardi al Sud. È l’annoso problema del dislivello che persiste e che il PNRR non è riuscito a superare”.