Advertisement vai al contenuto principale
Pnrr

Per Fitto obiettivi Pnrr “da rimodulare” entro giugno ma assicura: Obiettivo è piena attuazione. Lo stato dell’arte

Il ministro: “Il decreto non ha trovato una sua attuazione fino alla giornata odierna perché questa mattina, completato l’iter e pubblicato il decreto, alla Presidenza del consiglio è stato firmato il dpcm per dare attuazione”.

Fra i 27 obiettivi Pnrr da realizzare entro il 30 giugno 2023 “ci sono alcuni obiettivi da rimodulare”. Per questo è in corso una “interlocuzione con la Ue per mantenere gli obiettivi” e i finanziamenti “garantendo la loro realizzazione entro il 2026”. Lo ha detto il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, nel corso dell’informativa in Senato sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Fitto ha citato fra gli obiettivi da rimodulare “la realizzazione degli asili nido e scuole dell’infanzia, la sperimentazione dell’idrogeno nei mezzi di trasporto pubblico e il progetto Cinecittà”.

CONFRONTO PREVENTIVO CON LA UE

Il raggiungimento degli obiettivi al 30 giugno, ha aggiunto Fitto, “porta il Governo a invertire il meccanismo e ad affrontare per tempo i quesiti collegati alle criticità per avere con la Commissione Ue un confronto – non in una fase successiva – ma preventivo, per individuare oggettivamente come risolvere alcune questioni collegate all’attuazione Piano”.

CONFRONTO CON IL PARLAMENTO

Le valutazioni degli interventi saranno oggetto di confronto col il Parlamento: “Il Governo non modificherà il Piano senza aprire un confronto in tutte le direzioni. Ma lo faremo sulla base di un lavoro con i singoli ministeri e con tutti gli enti attuatori del Pnrr. Evidentemente, di fronte a questo, gli enti attuatori dovranno garantire, assumendosi la responsabilità, la realizzazione degli interventi entro giugno 2026. A fronte di detta garanzia, pubblica e ufficiale, il Governo si sentirà molto più tranquillo ed eviterà di ritrovarsi con il rischio di immaginare che tutto l’eventuale rischio di non realizzazione sia scaricato. “Siamo in una fase in cui si può assolutamente intervenire anche con il lavoro congiunto con le altre programmazioni disponibili”.

“Il governo non si tirerà fuori dal confronto con il Parlamento, anzi ritiene che sia fondamentale e importante questo dibattito. L’augurio è che si individui il clima e l’approccio corretti per poter dare al nostro Paese un’attuazione piena di questo importante strumento: questo è l’obiettivo del governo e su questo lavoreremo con serietà e responsabilità”, ha quindi ribadito Fitto.

IL GOVERNO SI ASSUME RESPONSABILITA’, FIRMATO DPCM ATTUAZIONE

In ogni caso il ministro ha ammesso che nonostante siano emerse “critiche e rilievi sul fatto che il governo, avendo messo mano alla governance, si è assunto la responsabilità di compiere un’azione dilatoria che ha portato ritardi”, il governo è stato comunque “molto attento ad evitare che ciò accadesse, non è un caso che il decreto non ha trovato una sua attuazione fino alla giornata odierna perché questa mattina, completato l’iter e pubblicato il decreto, alla Presidenza del consiglio è stato firmato il dpcm per dare attuazione”.

Nel frattempo, ha precisato ancora il ministro “si prosegue con l’invio di ulteriore documentazione nel confronto costante con l’Ue per avere il pagamento della terza rata, anche perché sta scadendo il mese in più di proroga che ci eravamo dati per la verifica degli obiettivi”.

OBIETTIVO È SPENDERE TUTTO

Mentre sul lungo periodo “il lavoro che stiamo mettendo in campo è attento e ha come obiettivo far emergere con chiarezza le difficoltà e i problemi che ci sono, non per aprire un dibattito ma per immaginare le soluzioni a quei problemi nei tempi previsti dai regolamenti europei. L’obiettivo che abbiamo è raggiungere il risultato della spesa dell’intero programma, e per far questo è fondamentale il confronto con la Commissione europea”.

LO STATO DELL’ARTE

Ma com’è lo stato dell’arte del Pnrr per l’Italia? In soccorso arriva il dossier del Servizio Studi affari internazionali del Senato.

Sono state sinora formalizzate a Bruxelles le seguenti richieste di pagamento:

1) 30 dicembre 2021: 1a rata, per un importo di 21 miliardi di euro. È stata richiesta a seguito del conseguimento di 51 tappe nei settori della giustizia, della pubblica amministrazione, dell’audit e del controllo, dell’istruzione, delle politiche attive del mercato del lavoro, dei settori digitale e turistico, nonché della semplificazione della legislazione in settori come i rifiuti, l’acqua e il trasporto ferroviario;

2) 29 giugno 2022: 2a rata, per un importo di 21 miliardi di euro. È relativa al conseguimento di 45 tra traguardi e obiettivi che riguardano riforme nei settori, tra l’altro, della pubblica amministrazione, degli appalti pubblici, dell’amministrazione fiscale, dell’istruzione e della sanità territoriale, nonché di investimenti in banda ultralarga e 5G, turismo e cultura, idrogeno, rigenerazione urbana e digitalizzazione scuole;

3) 30 dicembre 2022: 3a rata, per un importo di 19 miliardi di euro. Si riferisce al conseguimento di 55 tra traguardi e obiettivi, relativi ai settori di concorrenza, giustizia, istruzione, lavoro sommerso e gestione dell’acqua, ma anche a investimenti in cybersecurity, rinnovabili, reti, ferrovie, ricerca, turismo, rigenerazione urbana e politiche sociali.

LE VALUTAZIONI PRELIMINARE POSITIVE SULL’ITALIA

Sinora la Commissione europea ha fornito le seguenti valutazioni preliminari positive relative all’Italia:

1) il 28 febbraio 2022 con riferimento alla 1a rata. Il parere positivo – si legge nel comunicato stampa dedicato – è basato sulla circostanza che “le tappe fondamentali e gli obiettivi raggiunti dimostrano i progressi significativi compiuti nell’attuazione del piano italiano per la ripresa e la resilienza e il suo ampio programma di riforme”;

2) il 27 settembre 2022 per la 2a rata. Il comunicato stampa specifica che “le autorità italiane hanno fornito prove dettagliate e complete che dimostrano il conseguimento dei 45 traguardi e obiettivi”.

IL NODO DELLA TERZA RATA

Con riferimento alla 3a rata, il 27 marzo 2023 il Dipartimento per le politiche europee ha dato notizia in un comunicato stampa del prolungamento di un mese della fase di valutazione prima dell’erogazione effettiva dei fondi. In particolare, risulta saranno oggetto di ulteriore approfondimento le seguenti misure:

1) concessioni portuali, di cui secondo il comunicato stampa la Commissione avrebbe proposto di limitare la durata massima;

2) reti di teleriscaldamento: sarebbe stata mesa in dubbio l’ammissibilità di alcuni interventi;

3) piani urbani integrati: sarebbe stata contestata l’ammissibilità del “Bosco dello sport” di
Venezia e dello “Stadio Artemio Franchi” di Firenze.

La Commissione – si legge nella nota del Dipartimento – “ha convenuto di estendere questa fase tenendo conto del numero e della complessità dei 55 Milestones e Target previsti” mentre il Governo “fornirà ulteriori elementi a sostegno dell’ammissibilità” degli interventi.

Al momento hanno avuto luogo i seguenti pagamenti a favore dell’Italia:

1) il 13 aprile 2022 per un ammontare pari a 21 miliardi di euro (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti);

2) l’8 novembre 2022 per ulteriori 21 miliardi di euro (di nuovo 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti).

AMMONTARE DEI PAGAMENTI PREVISTI A FAVORE DELL’ITALIA NELL’ANNO 2023

L’accordo operativo concluso il 22 dicembre 2021 elenca, al punto n. 3, le scadenze temporali per le richieste di pagamento fino al secondo quadrimestre 2026. Si riportano di seguito le prossime scadenze e i relativi importi.

Dossier PNRR prossimi passi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su