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Marocco

Per l’energia pulita l’Europa si rivolge al Marocco, ma il Nordafrica potrebbe pagarne le conseguenze

Ci sono già importanti progetti di energia rinnovabile in corso in Nordafrica, molti dei quali sono stati progettati per soddisfare la domanda elevata e crescente per alimentare le reti africane e ridurre l’impronta di carbonio della regione

Il Marocco è ad un bivio: le sue condizioni ecologiche – con il sole del Sahara e il vento della costa atlantica – ne fanno un ottimo candidato per parchi solari ed eolici su vasta scala, e le sue numerose città portuali e la vicinanza all’Europa lo rendono anche un ottimo candidato per diventare una delle principali fonti di energia europea, mentre il continente si allontana dalla sua dipendenza dal gas russo. Se questo approccio sarebbe indubbiamente un vantaggio per l’economia marocchina, allo stesso tempo comporterebbe un costo maggiore per il mercato energetico africano.

IL BISOGNO DI ENERGIA DEL NORDAFRICA

Per quanto il Nordafrica abbia bisogno di investimenti e industria per costruire la sua economia, ha anche un disperato bisogno di energia per alimentare il proprio sviluppo. Nonostante il suo vasto potenziale di energia pulita, il Marocco attualmente dipende dalle importazioni per il 90% della sua energia, la cui quota principale proviene dai combustibili fossili.

Nel 2021, solo il 2,4% del mix energetico del Marocco proveniva dall’energia eolica e il 4,4% dal solare. In uno scenario elaborato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia nel 2019, la domanda di elettricità in Nordafrica entro il 2030 dovrebbe aumentare di quasi il 35%. Gran parte di questa domanda proverrà dal condizionamento dell’aria, un fabbisogno che dovrebbe aumentare man mano che, con il cambiamento climatico, il rovente clima sahariano diventerà ancora più caldo.

I PROGETTI RINNOVABILI NEL NORDAFRICA

La crescita delle energie rinnovabili – scrive Haley Zaremba su Oilprice – è quindi un percorso essenziale per aiutare la regione a soddisfare il proprio fabbisogno energetico e i propri obiettivi climatici. Ci sono già importanti progetti di energia rinnovabile in corso in Nordafrica, molti dei quali sono stati progettati per soddisfare la domanda elevata e crescente per alimentare le reti africane e ridurre l’impronta di carbonio della regione. Tuttavia, questa capacità aggiuntiva di produzione di energia viene sempre più dirottata verso i mercati europei, mentre l’Europa lotta per riconquistare la sicurezza energetica.

“Il Marocco ha delle connessioni tramite un pool di energia regionale che potrebbe inviare elettricità verde alla maggior parte delle nazioni dell’Africa occidentale, mentre l’Egitto è collegato in modo simile alla maggior parte dell’Africa orientale”, ha riferito di recente Yale360. “Le esportazioni di elettricità di entrambi i Paesi, però, attualmente sono destinate ai mercati europei”. Molti politici e uomini d’affari marocchini incoraggiano questa tendenza, ma per i nordafricani che non beneficeranno dei rapporti commerciali con l’Europa, le prospettive sono più dure.

LA QUESTIONE DEI TERRENI

La portata dei progetti di energia pulita pianificati in Marocco significa che il Nordafrica è pronto per un nuovo ciclo di accaparramento di terreni. “I parchi solari ed eolici su larga scala richiedono almeno dieci volte più spazio per unità di energia rispetto alle centrali elettriche alimentate a carbone o gas, inclusa la terra utilizzata per produrre e trasportare i combustibili fossili”, ha recentemente riferito McKinsey a proposito di energia solare e parchi eolici negli Stati Uniti. “Le turbine eoliche spesso sono posizionate a mezzo miglio di distanza, mentre i grandi parchi solari si estendono su migliaia di acri”. E alcuni dei progetti in programma in Nordafrica sono tra i più grandi al mondo.

L’IMPATTO SU POPOLAZIONE, FLORA E FAUNA LOCALE

Inoltre, avverte Yale, questi sviluppi probabilmente avverranno “con una minima consultazione della comunità o valutazione ecologica”. Valutazione o no, possiamo essere sicuri che ci saranno inevitabilmente delle gravi ripercussioni sulla flora, sulla fauna e sulla popolazione che vive nelle aree in cui vengono sviluppati questi progetti su larga scala.

Se il deserto del Sahara spesso viene descritto come un luogo vuoto e desolato, il deserto in realtà è un ecosistema fragile ed essenziale, che sostiene comunità di pastori nomadi le cui vite e schemi di pascolo saranno sconvolti dall’arrivo di una rivoluzione energetica industriale. La realtà di questo problema sarà particolarmente amara, se quell’energia non toccherà mai la rete energetica del Paese.

Ovviamente, però, questa storia presenta anche un altro aspetto: la produzione di energia eolica e solare per l’esportazione in Europa potrebbe creare fino a 28.000 posti di lavoro all’anno, secondo l’economista capo della Banca mondiale per la regione, Moez Cherif. Un dato estremamente significativo, in un Paese con un tasso di disoccupazione dell’11,2%. Cherif ha detto anche che questo approccio consentirà al Marocco di “posizionarsi come hub industriale di investimenti per esportare i prodotti industriali green”.

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