Diversi concessionari stanno rimandando indietro le nuove auto elettriche che escono dalle fabbriche. Un fenomeno nato negli Usa che presto potrebbe arrivare anche in Europa. Le cause e le conseguenze
Le auto elettriche prodotte sono troppe e tornano indietro alla fabbrica. Infatti, alcuni concessionari stanno iniziando a rifiutare le nuove unità che escono dagli stabilimenti. Un fenomeno che è esploso negli Stati Uniti d’America ma rischia di espandersi all’Europa e al resto del mondo. Quali sono le ragioni?
ELETTRICHE, DA POCHE A TROPPE
Fino ad oggi la produzione di auto elettriche ha destato grandi preoccupazioni nel mondo dell’automotive. Infatti, i volumi di vetture costruite erano insufficienti a coprire la crescente domanda, sebbene fosse bassa. La ragione è che le case automobilistiche non possedevano ancora i mezzi per avviare una produzione di massa e le scorte erano al minimo. Per questo motivo, la fila d’attesa per ricevere una nuova vettura elettrica poteva durare mesi.
Oggi la situazione sembra essersi ribaltata, da scarsità siamo passati ad un eccesso di Ev. Un fenomeno che sta mettendo in crisi, in particolare, I concessionari degli Stati Uniti d’America, dove si accumulano sempre più auto elettrice invendute. Per questa ragione, si rifiutano di prendere nuove unità finché non venderanno le rimanenze, secondo quanto riferisce Business Insider.
LE AUTO ELETTRICHE RALLENTANO…
L’International Energy Agency (IEA) stima che entro la fine dell’ anno le vendite globali di auto elettriche aumenteranno del 35% rispetto al 2022, arrivando a toccare 14 milioni di unità. Tuttavia, il cammino verso una diffusione di massa è ancora lungo. Le ragioni sono diverse, prime fra tutti il costo e il rapporto qualità-prezzo. Da una parte, il prezzo è ancora proibitivo per le fasce basse della popolazione. Dall’altra, chi potrebbe permettersi una Ev non sempre è convinto di passare all’alimentazione elettrica, un salto culturale oltre che strutturale. Al contrario, le ibride plug-in guadagnano sempre più quota e sono disponibili in diversi modelli.
Trend che osserviamo negli Stati Uniti d’America, dove le auto a batteria costituiscono appena il 6% del totale, ma anche nell’Unione Europea. A giugno le vendite di Ev nel mercato dell’Ue hanno superato quelle del diesel, toccando quota 15,1% del totale. Numeri in crescita rispetto allo stesso mese del 2022 (+5%) ma ancora lontani dal diesel e dalle ibride plug-in.
MA LA PRODUZIONE ACCELERA
Nel frattempo, però, le case automobilistiche continuano a investire nella costruzione di sempre nuove fabbriche e nella realizzazione di nuove linee di produzione dedicate alle Ev. Investimenti che hanno portato Tesla, BYD e SAIC sul podio del mercato elettrico, con il 43% del valore totale.
Tesla, leader del mercato Usa, al momento ha una capacità produttiva di circa 2 milioni di vetture all’anno, anche se lo scorso anno ne ha consegnate solamente 1,3 milioni, stando all’analisi del Center of Automotive Management di Bergisch Gladbach. La capacità di produzione della casa americana è destinata a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, grazie alla costruzione di nuove Gigafactory. Infatti, Elon Musk ha dichiarato che nel 2030 vuole arrivare a produrre 20 milioni di Ev all’anno.
Il colosso cinese BYD ha puntato in maniera decisa sull’aumento della capacità di produzione, superando il milione, quasi il 200% rispetto a due anni fa. Al terzo posto troviamo la società a partecipazione statale cinese SAIC, che l’anno scorso ha prodotto circa 750.000 vetture elettriche, +23% rispetto al 2021. Al quarto posto troviamo la prima casa automobilistica europea, Volkswagen, le cui fabbriche hanno realizzato circa 600.000 Ev nel 2022.
Negli ultimi mesi diverse aziende hanno raggiunto l’obiettivo di aumentare la capacità e velocizzare la produzione, tuttavia parte dei veicoli usciti dalle fabbriche non sono stati ancora venduti e si trovano ancora parcheggiate nei concessionari.