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Perché i cimiteri di auto elettriche cinesi sono un avvertimento per l’Ue?

I cimiteri di auto elettriche abbandonate in Cina sono un segnale importante per l’Unione Europea e per il mondo intero. La scoperta di Bloomberg e le ragioni

Migliaia di auto elettriche abbandonate ricoperte dalla vegetazione. È lo spettacolo che si sono trovati davanti i reporter di Bloomberg che hanno scoperto i cimiteri di vetture nella città cinese di Hangzhou. Il luogo dove riposano le Ev è un vero e proprio monumento alla memoria dei modelli ormai superati. Ma è anche un avvertimento per legislatori, investitori e case produttrici.

LA LEZIONE DEI CIMITERI DI AUTO ELETTRICHE

I video dei cimiteri di auto elettriche cinesi hanno fatto il giro del mondo e hanno alimentato le teorie più fantasiose. La verità è che le vetture facevano parte delle flotte delle compagnie di taxi e di car sharing. Alcune aziende sono state costrette a chiudere a causa della pandemia da Covid-19 e della fine degli incentivi statali. Altre automobili sono state sostituite con modelli più nuovi, che assicuravano performance e autonomia maggiori, e abbandonate in depositi temporanei. Infatti, una delle caratteristiche delle flotte delle compagnie di car-sharing è la giovane età delle automobili, poiché vengono sostituite in media ogni 4/5 anni.

Principalmente, i cimiteri di auto elettriche sono un esempio degli effetti che possono avere incentivi e investimenti incontrollati in un settore in crescita. Infatti, le sovvenzioni hanno spinto diverse case automobilistiche tradizionali e startup a puntare con decisione sull’elettrico. Tuttavia, il mercato non era ancora pronto e le tecnologie erano ancora ai loro esordi. Il risultato è che le vetture non hanno riscosso successo tra i cinesi e dopo pochi anni sono diventate obsolete.

CINA, LA STORIA DEGLI INCENTIVI ALLE AUTO ELETTRICHE

La corsa alle auto elettriche in Cina è iniziata una decina di anni fa, quando il governo ha
messo in campo una strategia per incentivarne la diffusione. In primo luogo, ha introdotto sconti fino a 60.000 yuan (8.400 dollari) per ogni vettura acquistata. Inoltre, ha iniziato a porre limiti alle auto a benzina in diverse grandi città. Tuttavia, la tecnologia era ancora agli esordi e presentava diverse problematiche rispetto alle automobili alimentate da combustibili. Infatti, in molti casi le batterie assicuravano alle vetture elettriche un’autonomia di appena 100 chilometri con una ricarica.

Nonostante questo, le sovvenzioni messe in campo dal governo cinese hanno fatto aumentare a dismisura il numero di case automobilistiche e startup elettriche. Di conseguenza, anche la produzione nazionale di Ev è aumentata. Vetture che sono state acquistate per la maggior parte da compagnie di taxi e car-sharing.

“All’inizio del mercato cinese delle Ev, i numeri delle consegne sono stati trainati dalle flotte di car-sharing. Solo pochi clienti privati hanno scelto di acquistarli”, ha detto Young Huang, analista senior della società di consulenza JSC Automotive. Infatti, erano di piccole dimensioni e di scarsa qualità, caratteristiche che le rendevano meno attraenti per i cinesi rispetto alle auto a combustione.

I DANNI DI FINANZIAMENTI INCONTROLLATI

Nel 2019 il governo cinese ha chiuso i rubinetti, lasciando diverse aziende produttrici, compagnie di taxi e car-sharing in grave difficoltà, tanto che molte sono state costrette a chiudere i battenti. I dati parlano di un calo repentino dei brand cinesi che producono esclusivamente auto elettriche, che sono scese dalle 500 del 2019 alle attuali 100. Per quanto riguarda il car-sharing, Panda e Lifan Auto hanno chiuso l’attività e sono stati acquistati da Geely.

“I cimiteri di moto e Ev condivise sono il risultato di un capitalismo senza vincoli. Lo spreco di risorse, il danno all’ambiente, la scomparsa della ricchezza sono conseguenze naturali”, ha detto in un’intervista a Bloomerg Shenzhen Wu Guoyong, il fotografo che tra i primi ha documentato i campi ricoperti di rifiuti di automobili e biciclette.

Il paradosso è che le vetture green abbandonate diventano un peso importante per l’ambiente. Infatti, il processo di produzione di auto elettriche emette più gas climalteranti delle auto endotermiche. Solo un corretto smaltimento permette di ottenere vantaggi ambientali dopo pochi anni. Inoltre, riciclare le batterie permette di riutilizzare le materie prime critiche che li compongono, come cobalto, litio e nichel. Questo renderebbe l’industria cinese delle Ev più ecosostenibile.

I LATI POSITIVI

La strategia cinese per accelerare lo sviluppo delle auto elettriche ha prodotto però anche risultati positivi. Infatti, ha permesso alle tecnologie di progredire grazie agli ingenti investimenti, nonostante l’assenza di un mercato di consumo di massa. Questo ha contribuito a raggiungere l’obiettivo di far crescere la domanda nazionale. Un target superato talmente brillantemente che oggi la Cina detiene il record di vetture green con 6 milioni di EV e plug-in ibridi prodotti lo scorso anno, quasi un’auto su tre. Inoltre, le strade dell’Impero del Dragone sono percorse dal 60% della flotta elettrica del mondo e sono attraversate dall’infrastruttura di ricarica più estesa della Terra.

Inoltre, il piano di aiuti per accelerare la diffusione delle Ev ha aiutato i consumatori cinesi a prendere confidenza con la nuova tecnologia e ottenere rassicurazioni su sicurezza e affidabilità delle vetture. Infine, la nascita di diverse aziende ha favorito la competizione, che ha contribuito a far scendere i prezzi delle Ev e aumentare la qualità dei mezzi.

“Questo fenomeno conclude il passato del mercato cinese dei veicoli di nuova energia, ma dice poco del suo futuro”, ha detto Yang.

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