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Caldaie Gas

Perché e come la direttiva Case green salverà le caldaie a gas

Secondo il presidente di Assotermica, Alberto Montanini, “la revisione della direttiva dimostra che è stato riconosciuto il ruolo che giocheranno nella transizione i combustibili green, utilizzati dalle caldaie e dagli apparecchi green gas ready”

Una nuova vita per il gas, che non sarà bandito, ma utilizzato di concerto con tecnologie green e sostenibili. Secondo Assotermica – associazione dei produttori apparecchi e componenti per impianti termici federata Anima Confindustria – questo è uno degli aspetti più rilevanti che emerge dall’ultima versione della direttiva EPBD – la cosiddetta “direttiva Case green” –, che a febbraio passerà alla plenaria del Parlamento Ue, per poi entrare in vigore.

Dopo messi di dibattiti, la Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) del Parlamento europeo ha votato e approvato il testo finale della direttiva EPBD. Secondo le aziende del settore, la revisione della direttiva ammorbidisce le richieste iniziali e definisce un quadro di transizione più sostenibile.

DIRETTIVA EPBD: IL PHASE OUT DEI COMBUSTIBILI FOSSILI E I GAS GREEN

In una nota, Assotermica ha dichiarato che ora il testo indica “delle scadenze e strumenti più sostenibili e pragmatici”. L’associazione ha poi sottolineato il fatto che il phase-out dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento “è stato spostato dal 2035 al 2040, anno in cui probabilmente fonti rinnovabili come biometano o idrogeno verde saranno più ampiamente disponibili nelle reti di distribuzione rispetto ad oggi”.

Assotermica ha evidenziato che “anche gli apparecchi ibridi (pompe di calore di potenza ridotta accoppiata ‘factory made’ ad una caldaia a condensazione omologata per miscele di gas green) e le pompe di calore a gas avranno un ruolo centrale, essendo del tutto integrabili nel parco edilizio italiano”, e così anche “l’abbinamento tra caldaie a gas e sistemi solari termici”.

ASSOTERMICA: “LA DIRETTIVA CASE GREEN SODDISFA IL NOSTRO SETTORE”

Il presidente di Assotermica, Alberto Montanini ha spiegato al Sole 24 Ore che “l’accordo raggiunto in Parlamento europeo è motivo di soddisfazione per il nostro comparto. L’apertura ad un approccio multi-tecnologico – che prevede la coesistenza di una pluralità di tecnologie efficienti – rende più agevole rispetto a prima il percorso verso un’edilizia e un’impiantistica green”.

Inizialmente “si era prefigurata l’ipotesi di mettere al bando le caldaie a gas (anche quelle omologate per funzionare con miscele di gas rinnovabili), ma la revisione della direttiva, ha proseguito Montanini, “dimostra che è stato pienamente riconosciuto il ruolo che i combustibili green, utilizzati nelle caldaie e negli apparecchi green gas ready, giocheranno nella transizione”.

DIRETTIVA CASE GREEN: EFFICIENZA ENERGETICA ED EMISSIONI

In base alla direttiva Case green, il 2050 è l’anno in cui i Paesi Ue dovranno raggiungere un patrimonio edilizio a zero emissioni. Da qui a quell’anno, gli Stati dovranno assicurare un miglioramento nell’efficienza energetica degli edifici, che verrà però stabilito non più in base alla classe di efficienza energetica, ma alle medie di consumo. Più nel dettaglio, gli edifici residenziali più inquinanti dovranno ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, mentre gli immobili non residenziali dovranno ridurre il consumo del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere net zero, mentre gli edifici pubblici dovranno rispettare questo requisito dal 2028. L’installazione dei pannelli fotovoltaici sarà obbligatoria solo per i nuovi edifici pubblici e non residenziali molto grandi, mentre per quelli residenziali sarà facoltativa.

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