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GNL USA Europa

Perché il futuro del GNL americano dipenderà dall’esito delle elezioni

Se verrà costruito un numero sufficiente di nuovi terminal, gli USA potranno restare in prima linea nel mercato GNL per i decenni a venire

Joe Biden e Donald Trump di nuovo uno contro l’altro nella corsa elettorale alla presidenza degli Stati Uniti. Se le loro interazioni di quattro anni prima sono un’indicazione, ci sono buone probabilità che nei dibattiti e negli scontri televisivi i temi energetici verranno fuori. C’è molto di cui parlare, tra cui il petrolio, le energie rinnovabili e l’Inflation Reduction Act. E – scrive su Bloomberg Ruth Liao – Trump e Biden potrebbero scontrarsi anche sul gas naturale liquefatto (GNL). Non è esagerato affermare che il futuro del nascente settore negli Stati Uniti è in bilico, mentre le elezioni di novembre si avvicinano.

GLI STATI UNITI PRIMO PAESE TRASPORTATORE DI GNL

Secondo i dati compilati da Bloomberg, quest’anno l’America è già il principale trasportatore di GNL. Quello che è in gioco è però la traiettoria a lungo termine del settore, con varie aziende che si stanno adoperando per aggiungere maggiore capacità di esportazione. Se verrà costruito un numero sufficiente di nuovi terminal, gli USA potranno restare in prima linea nel mercato GNL per i decenni a venire. Un risultato del genere, però, non è garantito. Joe Biden, infatti, qualche mese fa ha sospeso l’approvazione di nuovi terminal, poiché cercava una revisione del loro impatto ambientale.

LO STOP ALL’APPROVAZIONE DI NUOVI PROGETTI GNL

Questa mossa ha soddisfatto gli attivisti climatici e i sostenitori della sinistra del Partito Democratico e, allo stesso tempo, ha fatto arrabbiare l’industria energetica a stelle e strisce. I democratici moderati si sono opposti, citando il desiderio di sostenere l’Ucraina e gli alleati europei con forniture di gas a lungo termine. Il ministro USA dell’Energia, Jennifer Granholm, ha cercato di assicurare agli sviluppatori che la sospensione è solo temporanea e che sarà “nello specchietto retrovisore” a partire dal 2025. Tuttavia, anche se Biden, dopo aver ottenuto un secondo mandato, consentirà di riprendere, probabilmente imporrà degli ostacoli più alti che alcuni progetti non potranno affrontare.

LA POSIZIONE DEGLI AMBIENTALISTI E LO SCENARIO FUTURO

Inoltre, i gruppi ambientalisti che si sono opposti alla costruzione di maggiori capacità di esportazione chiedono un divieto permanente, il che potrebbe influenzare il suo approccio. In caso di vittoria di Trump, invece, l’ex presidente ha detto che revocherà immediatamente lo stop sul GNL. Ciò non mette necessariamente in chiaro il settore: una vittoria di Trump porterebbe anche incertezze sulla politica estera e sul commercio, in particolare in relazione alla Cina, uno dei principali consumatori di GNL. Insomma, per quanto concerne il futuro del combustibile, nessuno dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti potrà evitare di correre dei rischi.

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