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Perché la Cina nei prossimi 3 anni dominerà il mercato dell’energia solare

Wood Mackenzie prevede per la Cina un tasso di crescita annuo composto del 38% tra il 2021 e il 2026. Solo entro il prossimo anno, il gigante asiatico avrà 1 TW di capacità di produzione di wafer, celle e moduli solari
La Cina – il più grande produttore di tecnologia solare e il maggiore utilizzatore di questa tecnologia – nei prossimi 3 anni continuerà a dominare il settore. È quanto emerge da un nuovo rapporto di Wood Mackenzie, che prevede che fino all’80% della capacità produttiva globale di polisilicio, wafer solari, celle e moduli sarà concentrata nel Paese asiatico.

IL PREDOMINIO DELLA CINA NELL’ENERGIA SOLARE

“L’espansione della produzione solare cinese è stata guidata da margini elevati per il polisilicio, aggiornamenti tecnologici e sviluppo della produzione locale nei mercati esteri. La Cina continuerà a dominare la catena di fornitura solare globale e continuerà ad ampliare il divario tecnologico e di costi con i concorrenti”, ha affermato Huaiyan Sun, consulente senior di Wood Mackenzie.

Questa – scrive Irina Slav su Oilprice – non sarà una notizia gradita nelle capitali europee e negli USA. Sia l’Unione europea che gli Stati Uniti, insieme ad Australia e Canada, stanno cercando modi per ridurre la loro dipendenza dalla Cina su varie tecnologie legate alla transizione. Il solare è un’area prioritaria per l’Ue e gli Stati Uniti, entrambi impegnati a sviluppare catene di approvvigionamento e capacità di produzione locali. Tuttavia, secondo il rapporto di Wood Mackenzie, questo sviluppo richiederà del tempo, prima che la tecnologia solare prodotta localmente diventi competitiva con i wafer, le celle e i moduli cinesi.

LA QUESTIONE DEL COSTO DEI COMPONENTI

Attualmente – ha spiegato la società di consulenza – un modulo solare prodotto in Cina costa il 50% in meno di uno prodotto in Europa e il 65% in meno di un modulo prodotto negli Stati Uniti. Gli ultimi due, quindi, avranno bisogno di molto impegno (e molto tempo) per ridurre i costi di produzione e poter quindi sfidare il dominio solare globale di Pechino. “Nonostante i considerevoli piani di espansione dei moduli, i mercati esteri nei prossimi 3 anni non riusciranno ancora ad eliminare la loro dipendenza dalla Cina per wafer e celle”, ha affermato Sun. E la situazione, per quanto riguarda i costi, potrebbe anche peggiorare: recentemente la concorrenza tra i produttori cinesi di tecnologia solare si è intensificata, e vi è molta capacità produttiva in eccesso. Ciò significa che esiste un sostanziale potenziale di eccesso di produzione, che porterà i prezzi ancora più in basso.

Wood Mackenzie prevede infatti che alcuni produttori cinesi dovranno lavorare in perdita, chiudere le fabbriche o ridurre la loro capacità produttiva. Ciò porterebbe a celle e moduli solari ancora più economici, almeno per un po’, finché le acque non si saranno calmate.

LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DELLA CINA E DEL RESTO DEL MONDO

Nonostante questi problemi, la capacità produttiva cinese di moduli solari continuerà a crescere fortemente: Woodmac prevede un tasso di crescita annuo composto del 38% per la Cina tra il 2021 e il 2026 e che, solo entro il prossimo anno, la Cina avrà un terawatt di capacità di produzione di wafer, celle e moduli solari. Un volume sufficiente a soddisfare la domanda globale totale di questi componenti fino al 2032.

Nel frattempo, sulla base degli annunci, la capacità di produzione solare nel resto del mondo crescerà ad un tasso annuo composto del 26%. Anche se è molto inferiore al CAGR della capacità della Cina, si tratta comunque di un tasso di crescita significativo, reso possibile da massicci investimenti nello sviluppo delle catene di approvvigionamento solare locali. Eppure, anche la Cina sta facendo massicci investimenti per mantenere il primo posto: solo quest’anno ha investito 130 miliardi di dollari nel settore solare.

GLI INVESTIMENTI NELL’ENERGIA SOLARE DEGLI USA E DELL’UNIONE EUROPEA

Anche gli Stati Uniti e l’Unione europea stanno investendo miliardi nelle rispettive industrie solari, ma hanno ancora molto da recuperare. Secondo la Solar Energy Industries Association, negli USA l’Inflation Reduction Act ha portato all’annuncio di 155 GW di nuova capacità produttiva, inclusi lingotti e wafer, celle e moduli. Nel frattempo, nell’Unione europea gli installatori solari stanno accumulando pannelli cinesi a basso costo, mentre la domanda di impianti solari rallenta, il che non è particolarmente motivante per lo sviluppo della capacità produttiva locale. Almeno nel medio termine, sembra esserci poco che l’Ue o gli Stati Uniti possono fare per sfidare il dominio della Cina nel settore dell’energia solare, anche nei loro piani energetici a basse emissioni.

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