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elettricità Europa

Perché l’esposizione a un dollaro debole danneggia le aziende elettriche europee

Il calo del dollaro potrebbe in parte spiegare perché alcuni titoli come Orsted, National Grid, Veolia Environment e Drax quest’anno siano rimasti indietro rispetto all’indice europeo delle utility

Dall’inizio dell’anno, il dollaro è sceso del 12% nei confronti dell’euro, raggiungendo livelli di 0,853 dollari per euro, un minimo mai visto da giugno 2021. Come spiega El Periodico de la Energia, tra le numerose ragioni di questo calo vi sono le aspettative che la Federal Reserve continuerà a tagliare i tassi di interesse, un processo di de-dollarizzazione dei flussi commerciali internazionali dovuto alle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump e, in generale, un sentiment più cauto degli investitori nei confronti degli Stati Uniti come destinazione di investimento.

La dipendenza del settore europeo dell’elettricità e del gas dal dollaro merita un’attenzione particolare. Il calo del dollaro potrebbe in parte spiegare perché alcuni titoli come Orsted, National Grid, Veolia Environment e Drax siano rimasti indietro rispetto all’indice europeo delle utility quest’anno.

L’EFFETTO DELL’ANDAMENTO DEL DOLLARO SULLE AZIENDE: IL CASO DELLA NATIONAL GRID

La società britannica di trasmissione elettrica National Grid ha la maggiore esposizione al dollaro tra tutte le sue attività negli Stati Uniti, che rappresentano quasi la metà del suo utile operativo. La protezione dalla volatilità del dollaro è possibile attraverso diverse politiche di copertura.

Secondo l’ultima presentazione degli utili di maggio, la National Grid si rifornisce del 90% dei suoi materiali da fornitori locali negli USA, proteggendosi non solo dalle fluttuazioni del dollaro, ma anche dai dazi imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni.

Inoltre, il 70% del valore delle sue attività statunitensi è protetto dal debito denominato in dollari, il che le consente di compensare parzialmente eventuali forti oscillazioni del valore netto del debito delle sue attività statunitensi, se convertito in sterline, la valuta in cui National Grid redige i bilanci dei suoi azionisti. Tutti questi fattori impediscono che i suoi conti subiscano fluttuazioni più ampie del previsto, data l’attuale volatilità della valuta americana.

IBERDROLA, UN ALTRO ESEMPIO DI GESTIONE EFFICIENTE DEL RISCHIO DOLLARO

Iberdrola è un’altra utility europea con un’elevata esposizione al dollaro: nella sua ultima presentazione strategica del 24 settembre scorso, la società spagnola ha spiegato che effettua delle coperture, abbinando la percentuale di debito in una determinata valuta alla percentuale prevista di generazione di flussi di cassa (FFO) nella stessa valuta.

Ad esempio, secondo il suo piano strategico 2025-2028, Iberdrola genererà il 21% del flusso di cassa del gruppo in dollari. L’azienda mira a raggiungere una quota simile di debito denominato in dollari ogni anno. Pertanto, una fluttuazione teorica del 5% del dollaro rispetto al dollaro statunitense si tradurrebbe in un calo dell’utile netto di appena lo 0,8%, obiettivo che l’azienda si è impegnata a raggiungere entro il 2028.

LA CADUTA DEL DOLLARO TRASCINA IN BASSO LE VALUTE SUDAMERICANE

Il deprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro ha portato molte valute latinoamericane a registrare performance pari o inferiori a quelle del dollaro nei confronti dell’euro. La ragione di questa reazione eccessiva è stata, nel caso del real brasiliano, la sfiducia nei confronti della mancanza di disciplina fiscale del Paese e, nel caso del peso messicano, il rallentamento economico e le politiche protezionistiche degli Stati Uniti. Da gennaio il peso messicano si è deprezzato del 17% nei confronti dell’euro, mentre il real brasiliano del 14%, la stessa percentuale del peso cileno nei confronti dell’euro.

L’esposizione del settore elettrico europeo al Sudamerica è maggiormente concentrata tra le utility dell’Europa meridionale: aziende come Enel e Naturgy hanno un’esposizione diretta alla regione attraverso società controllate, alcune delle quali sono anche quotate in borsa.

Tuttavia, l’elevata dollarizzazione di molte tariffe dell’elettricità e del gas sudamericane limita l’esposizione diretta a queste valute, oltre che qualsiasi copertura che le aziende possano avere con debito denominato in dollari e in valuta locale.

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