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Stretto di Hormuz

Perché lo Stretto di Hormuz è l’arteria petrolifera più importante del mondo

Secondo JP Morgan, “se il conflitto si estendesse fino ad includere la chiusura dello Stretto di Hormuz, il canale di trasporto petrolifero più trafficato del mondo, ciò chiuderebbe il commercio di petrolio della regione, facendo lievitare i prezzi del petrolio”

La guerra tra Israele e Hamas ha sollevato lo spettro di un conflitto regionale più ampio, che potrebbe coinvolgere l’Iran e altre fazioni regionali. Gli analisti e gli osservatori di mercato affermano che il conflitto potrebbe spingere gli Stati Uniti ad inasprire le sanzioni contro l’Iran, il che potrebbe portare Teheran ad intraprendere delle azioni ritorsive contro le navi americane presenti nello Stretto di Hormuz.

Come riporta l’agenzia Reuters, il registro delle Isole Marshall, una delle principali bandiere marittime del mondo, la settimana scorsa ha segnalato che le navi con collegamenti con Israele o gli Stati Uniti potrebbero trovarsi ad affrontare una maggiore minaccia di attacco all’interno delle acque territoriali israeliane, del Golfo del Medio Oriente, dello Stretto di Hormuz, del Golfo di Oman e nelle aree del Mar Rosso. Vediamo perché lo Stretto di Hormuz rappresenta un luogo particolarmente critico.

COS’È LO STRETTO DI HORMUZ?

Lo Stretto di Hormuz si trova tra l’Oman e l’Iran. Collega il Golfo del Nord con il Golfo dell’Oman, a sud, e con il Mare Arabico. È largo 33 km nel suo punto più stretto, e la corsia di navigazione è larga solo 3 km in entrambe le direzioni. Gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita hanno cercato di trovare altre rotte per aggirare lo Stretto, inclusa la possibilità di costruire nuovi oleodotti.

QUAL È LA SUA RILEVANZA STRATEGICA?

Ogni giorno circa un quinto del volume totale del consumo mondiale di petrolio passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Secondo i dati della società di analisi Vortexa, nel periodo gennaio-settembre 2023 sono passati attraverso lo stretto una media di 20,5 milioni di barili al giorno di greggio, condensato e prodotti petroliferi. I membri dell’OPEC Arabia Saudita, Iran, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq esportano la maggior parte del loro petrolio attraverso questo punto. Il Qatar, il più grande esportatore mondiale di GNL, lo utilizza per inviare quasi tutto il suo GNL. Ogni anno circa 80 milioni di tonnellate – pari al 20% dei flussi globali di GNL – passano attraverso questo stretto.

“Se il conflitto si estendesse fino ad includere la chiusura dello Stretto di Hormuz, il canale di trasporto petrolifero più trafficato del mondo, ciò chiuderebbe il commercio di petrolio della regione, facendo lievitare i prezzi del petrolio. È fondamentale che, anche se nel corso degli anni l’Iran ha minacciato di bloccare lo stretto, la cosa non sia mai avvenuta”, ha scritto JP Morgan questa settimana in una nota.

L’IMPATTO DELLE SANZIONI USA ALL’IRAN

Gli Stati Uniti hanno imposto delle sanzioni all’Iran volte a fermare le sue esportazioni di petrolio. Teheran ha minacciato di interrompere le spedizioni di petrolio attraverso lo Stretto di Hormuz, se gli USA tentassero di strangolare la sua economia. La Quinta Flotta degli Stati Uniti, con sede in Bahrein, ha il compito di proteggere la navigazione commerciale nell’area.

LE TENSIONI NELL’AREA STANNO CRESCENDO

L’esercito israeliano si prepara ad un’invasione di terra con l’obiettivo di annientare Hamas, aumentando il rischio di un conflitto più ampio. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, il 18 ottobre ha invitato i Paesi musulmani ad imporre un embargo petrolifero e altre sanzioni ad Israele, ma fonti dell’OPEC hanno respinto questa ipotesi.

Nel 1973 i produttori arabi guidati dall’Arabia Saudita imposero un embargo petrolifero ai sostenitori occidentali di Israele nella sua guerra con l’Egitto, prendendo di mira Canada, Giappone, Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti. Mentre all’epoca i Paesi occidentali erano i principali acquirenti del greggio prodotto dai Paesi arabi, oggi l’Asia è il principale acquirente del greggio dell’OPEC.

GLI INCIDENTI AVVENUTI NEL CORSO DEGLI ANNI NELL’AREA DELLO STRETTO DI HORMUZ

Durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988, le due parti cercarono di interrompere le reciproche esportazioni di petrolio in quella che era conosciuta come “la guerra delle petroliere”. Nel luglio 1988, la nave da guerra americana Vincennes abbatté un aereo di linea iraniano, uccidendo tutte le 290 persone a bordo, in quello che Washington definì un incidente e Teheran un attacco deliberato.

All’inizio del 2008, gli Stati Uniti dissero che le navi iraniane minacciavano 3 navi della marina americana nello Stretto di Hormuz. Nel luglio 2010 la petroliera giapponese M Star fu attaccata nello Stretto da un gruppo militante chiamato Brigate Abdullah Azzam e legato ad al Qaeda, che ne rivendicò la responsabilità. Nel gennaio 2012 l’Iran minacciò di bloccare lo Stretto come ritorsione per le sanzioni statunitensi ed europee, che avevano preso di mira le sue entrate petrolifere nel tentativo di fermare il programma nucleare di Teheran.

Nel maggio 2015 alcune navi iraniane sequestrarono una nave portacontainer nello Stretto e spararono contro una petroliera battente bandiera di Singapore che, secondo loro, aveva danneggiato una piattaforma petrolifera iraniana. Nel luglio 2018 il presidente Hassan Rouhani lasciò intendere che l’Iran avrebbe potuto interrompere il commercio di petrolio attraverso lo Stretto in risposta alle richieste degli Stati Uniti di azzerare le esportazioni di petrolio iraniano. Nel maggio 2019 quattro navi – tra cui due petroliere saudite – vennero attaccate al largo della costa degli Emirati Arabi Uniti vicino a Fujairah, uno dei più grandi centri di bunkeraggio del mondo, appena fuori dallo Stretto di Hormuz.

Nel gennaio 2021, l’Iran sequestrò una petroliera battente bandiera sudcoreana nelle acque del Golfo e ne arrestò l’equipaggio. Nel dicembre 2022 le forze armate statunitensi affermarono che una nave della Marina del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche si era avvicinata a 150 metri dalle navi da guerra americane presenti nello Stretto.

Nel maggio 2023 l’Iran sequestrò due petroliere che attraversavano lo Stretto, mentre nel luglio dello stesso anno la Marina americana ha dichiarato di essere intervenuta per impedire all’Iran di sequestrare due petroliere commerciali nel Golfo dell’Oman. Una dichiarazione della Marina americana afferma che dal 2021 l’Iran ha “molestato, attaccato o sequestrato quasi 20 navi mercantili battenti bandiera internazionale”.

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