La Commissione europea ha affermato che un’uscita coordinata dell’Unione europea dal trattato “appare inevitabile”, dopo che i Paesi membri – tra cui Francia, Germania, Olanda, Polonia e Spagna – hanno annunciato individualmente l’intenzione di uscire
L’Unione europea sta valutando una proposta per uscire dal trattato sulla Carta dell’Energia, un trattato internazionale sull’energia che si è impantanato a causa delle preoccupazioni sui cambiamenti climatici, ma lasciare un’opzione per i singoli Paesi di rimanere in una versione aggiornata dell’accordo. È quanto mostra un documento.
IL TRATTATO SULLA CARTA DELL’ENERGIA
Il trattato sulla Carta dell’Energia del 1998 consente alle società energetiche di citare in giudizio i governi per politiche che danneggiano i loro investimenti, un sistema inizialmente progettato per sostenere gli investimenti nel settore. Negli ultimi anni, però, il documento è stato utilizzato per sfidare le politiche climatiche che richiedono la chiusura dei progetti sui combustibili fossili, sollevando preoccupazioni sul fatto che il trattato stia minando gli sforzi per affrontare il riscaldamento globale.
La Commissione europea ha affermato che un’uscita coordinata dell’Unione europea dal trattato “appare inevitabile”, dopo che i Paesi membri – tra cui Francia, Germania, Olanda, Polonia e Spagna – hanno annunciato individualmente l’intenzione di uscire.
Tuttavia, alcuni Paesi – tra cui Cipro, Ungheria e Slovacchia – hanno segnalato che potrebbero preferire di restare in una versione aggiornata dell’accordo, lasciando Bruxelles alla ricerca di una strategia che plachi tutti i membri.
LA NUOVA PROPOSTA
Una nuova proposta – che i diplomatici dei Paesi Ue discuteranno questa settimana – afferma che l’Unione dovrebbe accettare di abbandonare congiuntamente il trattato, ma allo stesso tempo lasciare che alcuni singoli Paesi rimangano in una versione modernizzata del trattato. Nella proposta, vista dall’agenzia Reuters, si legge che ciò fornirebbe ai Paesi Ue e agli europarlamentari favorevoli all’uscita delle “rassicurazioni che ci sarà un ritiro rapido e anticipato dell’Ue”.
Potrebbe anche sbloccare un aggiornamento pianificato del trattato – che puntava ad affrontare alcune delle preoccupazioni climatiche, ma ha incontrato un’accoglienza mista da parte dei Paesi Ue e critiche da parte degli attivisti, e quindi lasciare che alcuni Paesi Ue rimangano nel trattato modernizzato. La decisione dei circa 50 firmatari del trattato di approvare un aggiornamento è stata sospesa, mentre i Paesi Ue discutono della loro prossima mossa.
LA “CLAUSOLA DI DECADENZA”
Allo stato attuale, il trattato non riformato ha una “clausola di decadenza” che proteggerà gli investimenti esistenti in combustibili fossili in Europa per 20 anni, anche dopo l’uscita dall’Unione europea. L’Ue afferma che ciò mina i suoi obiettivi sul cambiamento climatico. La versione riformata consentirebbe all’Ue di abbreviare questa protezione, che sarebbe comunque di 10 anni.
La proposta è stata elaborata dalla Svezia, che detiene la presidenza di turno dell’Unione europea e presiede i negoziati tra i Paesi membri. Se otterrà il sostegno dei Paesi, Bruxelles elaborerà la documentazione legale per procedere con l’uscita dell’Unione europea dal trattato sulla Carta dell’Energia.