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Combustibili Fossili Italia

Perché nel 2024 la domanda globale di combustibili fossili si impennerà

Secondo un rapporto dell’Economist Intelligence Unit, “nonostante i prezzi ancora elevati e le interruzioni irrisolte della catena di approvvigionamento, la domanda di combustibili fossili raggiungerà livelli record, ma la domanda di energia rinnovabile aumenterà dell’11%”

Il consumo globale di energia e combustibili fossili nel 2024 è destinato a sfidare guerre e prezzi elevati e a raggiungere un livello record, guidato dalla forte domanda asiatica. È quanto ha affermato l’Economist Intelligence Unit in un nuovo rapporto diffuso ieri. Secondo il rapporto dell’EIU, il prossimo anno il consumo globale di energia dovrebbe aumentare dell’1,8%.

“Nonostante i prezzi ancora elevati e le interruzioni irrisolte della catena di approvvigionamento, la domanda di combustibili fossili raggiungerà livelli record, ma la domanda di energia rinnovabile aumenterà dell’11%”, scrivono gli autori del rapporto.

Secondo il rapporto, la sola domanda di petrolio nel 2024 dovrebbe aumentare dell’1,7%. La domanda di gas naturale è destinata a crescere del 2,2%, guidata da Asia e Medio Oriente, mentre l’Europa continuerà a vedere una domanda depressa, mentre cerca di risparmiare gas ed energia.

LE PREVISIONI SUI COMBUSTIBILI FOSSILI E SULLE RINNOVABILI

Secondo il rapporto, quest’anno l’aggiunta di capacità rinnovabile raggiungerà un livello record pari a circa 400 GW, e nel 2024 continuerà ad aumentare. Nel suo ultimo rapporto mensile di ottobre, l’OPEC afferma che la domanda globale di petrolio, in un contesto di miglioramento dell’economia cinese, è destinata ad aumentare di 2,4 milioni di barili al giorno, raggiungendo un nuovo massimo storico quest’anno e di altri 2,2 milioni di barili al giorno il prossimo anno. L’OPEC ha lasciato le sue previsioni sulla domanda invariate sia per il 2023 che per il 2024, nonostante i timori di rallentamento delle economie e di distruzione della domanda.

La domanda mondiale di petrolio, ha osservato l’OPEC, quest’anno è destinata a raggiungere una media record di 102,1 milioni di barili al giorno, trainata da un aumento della domanda di 2,3 milioni b/g nella regione non OCSE. Ad inizio 2023 l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha dichiarato che anche la domanda di carbone a livello globale quest’anno dovrebbe rimanere a livelli record. La stessa AIE questa settimana ha ribadito la sua previsione secondo cui la domanda globale di petrolio, gas e carbone raggiungerà il picco prima del 2030, il che mina la necessità di aumentare gli investimenti nei combustibili fossili.

LA QUOTA DI COMBUSTIBILI FOSSILI IN ITALIA

L’Italia è un mercato attraente sia per il gas naturale che per le tecnologie rinnovabili. Secondo un rapporto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, nel 2021 quasi l’80% dei consumi energetici totali in Italia è stato soddisfatto da combustibili fossili. Il gas naturale (utilizzato soprattutto per il riscaldamento, la produzione di energia elettrica, trasporti e cucina) ha rappresentato il 43% di tutte le fonti energetiche, il petrolio il 32% e il carbone il 4%. Le fonti rinnovabili rappresentavano quasi il 20% del mix energetico totale e una percentuale maggiore del mix di produzione di energia elettrica, soddisfacendo il 36% della domanda totale di elettricità nel 2021.

LA DIPENDENZA ENERGETICA DALL’ESTERO

L’Italia è uno dei Paesi con la maggiore dipendenza energetica dall’estero: nel 2021 il 77% del fabbisogno energetico nazionale è stato soddisfatto dalle importazioni di combustibili fossili (gas, petrolio e carbone), mentre il restante 23% dalla produzione nazionale (soprattutto grazie alle fonti rinnovabili). L’Italia è particolarmente dipendente dalla Russia: ben il 25% di tutti i consumi nazionali di energia fossile provengono infatti da Mosca, da cui importiamo non solo il gas, come è noto, ma anche il petrolio e il carbone. La Russia è infatti il primo Paese in Italia per import di gas e di carbone, e il terzo per import di petrolio e dei suoi derivati.

A seguire nella top 10 dei Paesi da cui dipendiamo energeticamente c’è l’Algeria, che soddisfa il 15% della nostra fame di combustibili fossili (e in particolare di gas). Al terzo posto troviamo l’Azerbaijan, dal quale acquistiamo il 13% del nostro fabbisogno di fossili (e in particolare di petrolio). Al quarto posto c’è la Libia, che copre il 9% del fabbisogno nazionale soprattutto per il petrolio. A seguire ci sono l’Iraq, l’Arabia Saudita, il Qatar, gli USA e la Nigeria. Solo il 5% del fabbisogno nazionale di combustibili fossili è prodotto in Italia. Questo in quanto il nostro Paese non dispone di riserve di combustibili fossili estese, accessibili ed economiche. Per ridurre la dipendenza energetica dall’estero, quindi, l’Italia sta cercando di sostituire i consumi da fonti fossili con le rinnovabili e riducendo il fabbisogno complessivo di energia grazie a misure di efficienza energetica.

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