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CO2

Perché, secondo gli scienziati, il budget per le emissioni di carbonio ormai è esiguo

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, ha utilizzato dati aggiornati e modelli climatici migliorati rispetto ad altre stime recenti
Il budget di carbonio rimanente per limitare la crisi climatica ad 1,5°C di riscaldamento globale oggi, secondo un’analisi, è “minuscolo”, e ciò invia un messaggio “terribile” sull’adeguatezza dell’azione per il clima. Il budget di carbonio è la quantità massima di emissioni di carbonio che può essere rilasciata limitando l’aumento della temperatura globale entro i limiti dell’accordo di Parigi. La nuova cifra corrisponde alla metà del budget stimato per il 2020 e, agli attuali livelli di emissioni, verrebbe esaurita in 6 anni.

Nel 2023 i record di temperatura sono stati cancellati, con condizioni meteorologiche estreme – potenziate dal riscaldamento globale – che colpiscono vite e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. All’imminente vertice sul clima COP28 negli Emirati Arabi Uniti probabilmente ci saranno delle controversie sulle richieste di eliminare gradualmente i combustibili fossili.

I RISULTATI DELLO STUDIO SUL BUDGET DI CARBONIO

L’analisi ha rilevato che il budget di carbonio rimanente per una probabilità del 50% di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C è di circa 250 miliardi di tonnellate. Si prevede che quest’anno le emissioni globali raggiungeranno il livello record di circa 40 miliardi di tonnellate. Per mantenere la probabilità del 50% di un limite di 1,5°C, le emissioni dovrebbero scendere a zero entro il 2034, molto più velocemente anche degli scenari più radicali.

L’attuale ambizione delle Nazioni Unite è di dimezzare le emissioni entro il 2030 e di raggiungere il net zero entro il 2050, sebbene le politiche esistenti siano lontane dal realizzare questo obiettivo. Tuttavia, se venisse raggiunto, secondo gli scienziati significherebbe solo una probabilità di circa il 40% di rimanere al di sotto di 1,5°C, quindi il superamento del limite sarebbe più probabile che meno. Ma – hanno avvertito – ogni decimo di grado di calore in più causa più sofferenza umana, quindi mantenersi il più vicino possibile a 1,5°C è fondamentale.

La nuova stima del budget del carbonio è l’analisi più recente e completa fino ad oggi. Le ragioni principali per cui il budget dal 2020 si è ridotto in modo così marcato sono le emissioni costantemente elevate derivanti dalle attività umane e una migliore comprensione di come la riduzione dell’inquinamento atmosferico aumenti il riscaldamento, bloccando meno luce solare.

I COMMENTI DEGLI SCIENZIATI

Il professor Joeri Rogelj, dell’Imperial College di Londra e uno degli autori dello studio, ha dichiarato che “il budget è così ridotto e l’urgenza di azioni significative per limitare il riscaldamento è così elevata che il messaggio del budget del carbonio è terribile: avere una probabilità del 50% o superiore di limitare il riscaldamento a 1,5°C è molto vicina, indipendentemente da quanta azione politica ci sia”. Rogelj ha aggiunto che il rischio che l’umanità sembra disposta ad assumersi a causa del riscaldamento globale “è notevole”.

Secondo Chris Smith, dell’Istituto internazionale per l’analisi dei sistemi applicati in Austria – che ha preso parte allo studio -, “i governi possono controllare le emissioni ma, al momento, non lo hanno fatto. Questo è il motivo per cui abbiamo un bilancio del carbonio in continua riduzione. Non stiamo dicendo che abbiamo solo 6 anni per risolvere il cambiamento climatico, assolutamente no. Se riuscissimo a limitare il riscaldamento a 1,6°C-1,7°C, sarebbe molto meglio che a 2°C. Dobbiamo lottare per ogni decimo di grado”.

LA METODOLOGIA PER CALCOLARE IL BUDGET DI CARBONIO RESIDUO

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, ha utilizzato dati aggiornati e modelli climatici migliorati rispetto ad altre stime recenti. Gli ultimi dati mostrano che l’inquinamento atmosferico da aerosol e le nuvole che stava contribuendo a seminare sono più efficaci nel bloccare la luce solare e nel limitare il riscaldamento di quanto si pensasse in precedenza. Di conseguenza, un minore inquinamento in futuro significherebbe un maggiore riscaldamento globale e, quindi, un budget inferiore per le emissioni di carbonio per rimanere al di sotto di 1,5°C.

L’analisi ha esaminato anche il limite superiore di 2°C stabilito dall’accordo di Parigi, che, anche se raggiunto, significherebbe comunque un forte aumento degli impatti climatici, dalle ondate di caldo alle inondazioni alle perdite dei raccolti. Per avere una probabilità del 90% di mantenersi al di sotto dei 2°C, le emissioni dovrebbero raggiungere lo zero netto intorno al 2035.

LE EMISSIONI DI CO2 E L’OBIETTIVO DEL NET ZERO

Il raggiungimento del net zero nel 2050 darebbe una probabilità del 66% di raggiungere l’obiettivo dei 2°C. Ben Sanderson, del Centro internazionale per la ricerca climatica e ambientale in Norvegia (che non ha preso parte allo studio) ha affermato che il budget rimanente per 1,5°C è esiguo: “l’analisi costituisce una lettura scomoda per i politici. Il budget è coerente con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 nel 2034. Si tratta di un obiettivo molto più ambizioso delle attuali politiche climatiche globali attuate”.

I ricercatori hanno spiegato che il calcolo del bilancio del carbonio comporta delle incertezze significative. Sanderson ha aggiunto che “questo budget di carbonio aggiornato dimostra che qualsiasi calcolo, non importa quanto rigoroso, è soggetto a modifiche, con dati e comprensione rivisti”.

Robin Lamboll, dell’Imperial College di Londra, ha affermato che le future revisioni che avrebbero aumentato il bilancio del carbonio “ora non sono molto probabili”. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, le emissioni globali di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili potrebbero raggiungere il picco già quest’anno, il che significa che potrebbero iniziare a diminuire nel 2024. Lamboll ha detto che i ricercatori sperano di produrre degli aggiornamenti annuali sui restanti bilanci di carbonio.

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