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Auto Usa Ue

Perché UE e USA litigano sull’auto elettrica

Il testo protezionistico voluto da Biden per avvantaggiare l’industria dell’auto USA fa infuriare l’UE. Il numero 2 della Commissione apre all’ipotesi francese di ripagare gli americani con la medesima moneta

Al centro del contendere tra UE e USA c’è ancora una volta l’Inflation Reduction Act, un corposo pacchetto di aiuti a sostegno dell’economia americana. Tra le pieghe, questo nuovo corpus normativo contiene anche diverse proposte inizialmente previste nel Build Back Better, il maxi piano green voluto e difeso dal presidente Joe Biden che però si è subito arenato nelle aule del Congresso non riuscendo a coagulare attorno a sé la dovuta maggioranza (ai veti dei repubblicani si era aggiunto quello del democratico Joe Manchin).

COS’È L’INFLATION REDUCTION ACT

Il nuovo disegno di legge da 400 miliardi di dollari interviene in diversi campi, dal clima all’energia e nasce per fare fronte a due temi incombenti: proteggere il consumatore USA dalla crescente inflazione e ridurre la dipendenza dell’industria USA dalla Cina.

L’Inflation Reduction Act, riformula per esempio sul credito d’imposta di oltre 7.000 dollari riservato finora alle industrie dell’automotive fin quando non superano la soglia delle 200 mila elettriche vendute (tale soglia, per esempio, è già stata superata dai principali marchi: Tesla, GM e Toyota) eliminando il vincolo dei volumi già a partire dal gennaio 2023. In compenso, però, aggiunge limiti di natura “protezionistica”: per accedere al beneficio fiscale, difatti, da ora in poi le auto devono essere assemblate in Nord America e i materiali, con particolare riferimento ai “minerali critici” delle batterie, devono avere origine negli Stati Uniti o in un Paese con un accordo di libero scambio con Washington.

Chiaro l’intento di tali nuove limitazioni: agevolare le industrie che producono negli States e che stanno investendo per avviare una filiera di reperimento delle materie prime – in particolare quelle necessarie alle batterie delle auto EV e soprattutto ai microchip – a chilometro zero, che emancipi gli USA dal mercato cinese, in un periodo in cui tra Washington e Pechino i rapporti non sono certo dei migliori e la Casa Bianca si aspetta quindi improvvisi cali nelle forniture che arrivano da Oriente.

AUTO EV, UE PRONTA A COLPIRE GLI USA CON UN MECCANISMO SIMILE?

“Il mese scorso la Tesla Model Y è stata l’auto più venduta in Germania. Ciò non sarebbe stato possibile senza l’aiuto non discriminatorio dell’Ue, mentre le auto elettriche dell’Unione non ottengono un sussidio simile negli Stati Uniti: è questa la discriminazione che vogliamo affrontare”, ha sibilato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, prima di incontrare la rappresentante statunitense per il commercio Katherine Tai, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la segretaria al Tesoro Janet Yellen. Il colloquio UE – USA ha riguardato proprio le misure protezionistiche messe in campo da Washington per favorire le auto americane o che comunque hanno una filiera a stelle e strisce.

La carica è già stata suonata dai francesi. Emmanuel Macron in un’intervista concessa a Les Echos non usa mezzi termini: “L’Europa deve preparare una risposta forte e agire molto rapidamente. Gli americani stanno comprando americano e stanno portando avanti una strategia di aiuti pubblici molto aggressiva. I cinesi stanno chiudendo il mercato. Non possiamo essere l’unico spazio – il più virtuoso dal punto di vista climatico – a ritenere che non ci possano essere delle preferenze europee”.

Ancora più netto il ministro all’Economia francese, Bruno Le Maire: “O si riesce a far cambiare loro idea o non c’è ragione perché la Francia e l’Europa non facciano altrettanto. Per il bene dell’ambiente e dell’economia”. Che poi ha aggiunto: “Non possiamo perdere neppure un giorno, perché ogni giorno perso è un mercato perso, e i mercati persi sono quelli più difficili da riconquistare”,

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