Arabia Saudita e Russia chiedono il prolungamento dell’accordo sui tagli alla produzione, con l’obiettivo di risollevare il mercato del greggio
Nuovi tagli alla produzione di petrolio. È questo che chiedono, ancora una volta, Russia e Arabia Saudita, i due Paesi che fanno dell’oro nero la base della loro economia. Tagliare la produzione significa ridurre la materia sul mercato, facendone salire il prezzo. E, dunque, guadagnando di più.
Russia e Arabia Saudita intendono estendere di tre mesi l’accordo raggiunto a Vienna a inizio anno fra i paesi OPEC e non OPEC.
Partiamo dall’inizio. Il primo accordo sui tagli è stato raggiunto a novembre 2016 ed è entrato in vigore il 1 gennaio 2017. I Paesi del Cartello (e non), avevano previsto una riduzione della produzione di 1,2 milioni di barili, con l’obiettivo di produzione massima a 32,5 milioni di barili al giorno. L’Arabia Saudita, tra le altre, si era impegnata a diminuire la produzione di circa 400 mila barili giornalieri.
Subito dopo l’accordo, il prezzo del barile è tornato a salire, sopra la soglia dei 50 dollari al barile. Sembrava che la ripresa fosse vicina e invece il prezzo è tornato a scendere. E sembra essere in balia degli avvenimenti futuri.
Alla ricerca di una nuova stabilità, dunque, Russia e Arabia Saudita, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, avrebbero parlato di una proroga dell’accordo (almeno di tre mesi) durante un incontro a San Pietroburgo. Sembrerebbe, infatti, che il ministro dell’energia Saudita Khalid al-Falih e il suo omologo russo Alexander Novak sarebbero già favorevoli al prolungamento dell’intesa.