Il benchmark globale del petrolio potrebbe scendere a 47 dollari al barile, il livello più basso negli ultimi due anni e mezzo
L’impatto del coronavirus sulle materie prime potrebbe essere molto peggiore di quanto ipotizzato. È il giudizio espresso da Citigroup secondo cui il petrolio ha avuto il declassamento peggiore, con le banche che hanno già tagliato le stime per i primi tre trimestri.
L’EPIDEMIA HA SPOSTATO LE PROSPETTIVE ECONOMICHE GLOBALI E CINESI
Secondo quanto riferito da Bloomberg, Citi ha anche ridotto le sue stime sul rame nel primo trimestre, osservando che l’epidemia ha ‘drasticamente spostato’ le prospettive economiche cinesi e globali”.
I TAGLI OPEC PLUS NON BILANCERANNO
“Le misure del governo cinese equivalgono a un ‘grande arresto dell’economia’ e anche con un taglio più ampio della produzione da parte dei paesi Opec Plus i bilanci dei petroliferi saranno più deboli, ha dichiarato Ed Morse, responsabile globale della ricerca sulle materie prime di Citigroup.
PETROLIO SI AVVIA SUI 50 DOLLARI AL BARILE
Citigroup ha ridotto le sue stime del petrolio del Brent del primo trimestre a 54 dollari al barile da 69 dollari. Le riduzioni delle proiezioni per i seguenti due trimestri si basano sul suo punto di vista che il virus avrà un impatto più lungo e più profondo di quanto precedentemente previsto. Morse ha affermato che il benchmark globale del greggio potrebbe scendere a 47 dollari al barile, il livello più basso negli ultimi due anni e mezzo”.