Cosa accade a Vienna tra Opec e Russia sui tagli alla produzione di petrolio
La riunione di ieri, 6 dicembre, si è conclusa con un nulla d fatto: l’accordo sui tagli del petrolio ancora non c’è. Tutto, al momento, sembra essere in mano alla Russia, mentre gli analisti fanno già i conti con la delusione di tagli sicuramente inferiori alle attese. Andiamo per gradi.
NESSUN RISULTATO
L’accordo, dicevamo, non c’è stato: il rappresentante della Libia, a cui era stato chiesto di rinunciare all’esenzione dai tagli produttivi, aveva lasciato l’edificio quasi due ore prima, mentre il ministro dell’energia russo Alexandr Novak è tornato a Mosca per confrontarsi con Vladimir Putin. E la conferenza stampa che avrebbe dovuto rendere conto dei risultati del vertice è stata rimandata (cosa che non accadeva da decenni).
IN ATTESA DELLA RUSSIA
Nelle prossime ore, Nokak è atteso nuovamente in Austria e questa volta, si augura l’Arabia, con buone notizie sui tagli. Certo è che qualora l’accordo venisse raggiunto, è possibile che tali tagli risultino comunque inferiori alle attese degli analisti.
Per l’Arabia Saudita, infatti, basterebbe ridurre la produzione di 1 milione di barili al giorno, mentre gli analisti attendevano una riduzione di almeno 1,3 milioni.
IL BRENT CONTINUA A SCENDERE
E mentre il mercato freme, il Brent continua a scendere: ieri ha perso oltre il 3% andando sotto i 60 dollari al barile ed è in ribasso di circa il 30% dai massimi di ottobre.