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Petrolio, report OPEC: nel 2023 la domanda mondiale crescerà di 2,3 mln di barili/giorno

I principali driver della crescita dell’offerta di liquidi dovrebbero essere Stati Uniti, Brasile, Norvegia, Canada, Kazakistan e Guyana, mentre i cali sono previsti principalmente in Russia

Ad aprile, il paniere di riferimento OPEC (ORB) è aumentato di 5,68 dollari (+7,2%) su base mensile, raggiungendo una media di 84,13 d/b. Il contratto mensile ICE Brent è salito di 4,16 dollari (+5,3%) mese su mese, a 83,37 d/b, e il contratto mensile NYMEX WTI è aumentato di 6,07 dollari (+8,3%) mese su mese, a una media di 79,44 d/b. È quanto emerge dal report mensile sul petrolio dell’OPEC.

Il contratto DME Oman front-month è salito di 5,13 dollari (+6,5%) su base mensile, attestandosi a 83,47 d/b. Lo spread ICE Brent/NYMEX WTI del primo mese si è ridotto di 1,91 dollari mese su mese, a una media di 3,93 d/b. Le curve dei futures forward di ICE Brent, NYMEX WTI e DME Oman si sono rafforzate nel corso del mese. Gli hedge fund e altri gestori di fondi hanno aumentato le posizioni rialziste in ICE Brent e NYMEX WTI ad aprile.

LA DOMANDA MONDIALE DI PETROLIO

La stima della domanda mondiale di petrolio per il 2022 rimane invariata rispetto alla valutazione del mese scorso, con una crescita di 2,5 milioni di barili anno su anno. Nell’OCSE, la domanda di petrolio è stata aggiustata leggermente al ribasso nel 4° trimestre 2022, tra i dati che mostrano un calo della domanda nei Paesi OCSE delle Americhe. Ciò è stato interamente compensato da una leggera revisione al rialzo della stima per i Paesi non OCSE.

Per il 2023, la previsione di crescita della domanda mondiale di petrolio rimane sostanzialmente invariata a 2,3 milioni di barili/giorno, con l’area OCSE prevista in crescita di quasi 0,1 mb/g e quella non OCSE di circa 2,3 mb/g. All’interno delle regioni, i lievi aggiustamenti al ribasso nel 1° trimestre 2023 per l’OCSE sono stati controbilanciati da revisioni al rialzo per i Paesi non OCSE.

LE FORNITURE MONDIALI DI PETROLIO

Si stima che l’offerta di liquidi non OPEC sia cresciuta di 1,9 mb/g nel 2022, sostanzialmente invariata rispetto alla valutazione del mese precedente. I principali driver della crescita dell’offerta di liquidi per il 2022 sono stati USA, Russia, Canada, Guyana, Cina e Brasile, mentre i maggiori cali sono stati osservati in Norvegia e Thailandia. Per il 2023, anche la previsione per la crescita della produzione di liquidi non OPEC è rimasta invariata rispetto alla valutazione del mese scorso, a 1,4 mb/g su base annua.

I principali driver della crescita dell’offerta di liquidi dovrebbero essere Stati Uniti, Brasile, Norvegia, Canada, Kazakistan e Guyana, mentre i cali sono previsti principalmente in Russia. Permangono delle incertezze, principalmente legate al potenziale della produzione di olio di scisto statunitense e alla manutenzione non pianificata dei giacimenti nel 2023.

Si stima che gli NGL dell’OPEC e i liquidi non convenzionali siano cresciuti di 0,1 mb/g nel 2022, a una media di 5,39 mb/g, e si prevede a crescere di 50 tb/g fino a una media di 5,44 mb/g nel 2023. La produzione di greggio OPEC-13 ad aprile è diminuita di 191 tb/g su base mensile, a una media di 28,60 mb/g, secondo le fonti secondarie disponibili.

MERCATI E MARGINI DI RAFFINAZIONE

Il mese scorso i margini di raffinazione sono scesi al livello più basso fino ad oggi, dopo i lievi guadagni del mese precedente. La produzione di prodotti nel bacino atlantico è aumentata con la ripresa dei cicli di raffinazione e l’avvicinarsi della fine della stagione di punta della manutenzione. Inoltre, le minori opportunità di esportazione di diesel statunitense – tra le aspettative di ampi arrivi di distillati medi in Europa – hanno pesato sui mercati dei prodotti e sui crack spread.

In Asia, la diminuzione delle esportazioni di prodotti ha contribuito alla debolezza di tutti i prodotti petroliferi, fatta eccezione per il carburante residuo, che ha beneficiato del solido fabbisogno interno e del calo delle importazioni. I tassi di lavorazione delle raffinerie globali sono aumentati, guadagnando 918 tb/g, secondo le stime preliminari.

PRODOTTI PETROLIFERI E RAFFINATI

I dati preliminari mostrano che le importazioni di greggio dagli Stati Uniti ad aprile sono aumentate a 6,3 mb/g, durante i preparativi per la stagione estiva. Le esportazioni di greggio statunitense sono scese da un livello record ad una media ancora forte di 4,2 mb/g.

A marzo, le importazioni cinesi di greggio sono salite a un nuovo massimo storico di 12,4 mb/g a seguito di un’ondata di acquisti da parte delle raffinerie cinesi, anche da fonti a lungo raggio. Le esportazioni cinesi di prodotti sono diminuite a marzo, ad una media di 1,3 mb/g, con diminuzioni tra distillati leggeri e medi.

Le importazioni di greggio dall’India sono scese da un massimo di 10 mesi, con una media di poco meno di 4,9 mb/g a marzo. Le esportazioni di prodotti dell’India si sono ulteriormente rafforzate, con una media di 1,5 mb/g.

Le importazioni di greggio dal Giappone sono diminuite dell’8% a marzo, con una media di 2,5 mb/g. Le esportazioni di prodotti del Giappone, incluso il GPL, hanno registrato una buona performance il mese precedente, raggiungendo una media di 567 tb/g a marzo.

Le stime preliminari per aprile mostrano che le importazioni di greggio dell’Europa dell’OCSE sono state stagionalmente inferiori, mentre le importazioni di prodotti sono aumentate dai livelli inferiori di febbraio e marzo, guidate dal diesel.

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