Skip to content
CCS

Pichetto: “L’industria deve cambiare pelle”. Il contributo di Energy Release e ddl CCS

L’industria italiana deve innovarsi con idrogeno, CCS, rinnovabili e nucleare. Energy Release 2.0 e dl delega sono passi verso più competitività. Cosa si è detto durante “Energia, competitività e politiche industriali”

L’industria italiana deve cambiare pelle per affrontare la rivoluzione della transizione energetica. Un percorso che vedrà l’idrogeno e la CCS protagonisti. Il disegno di legge delega approvato ieri sera dal CdM è un primo passo. Un altro tassello importante per compiere la transizione senza perdere competitività a livello mondiale è l’Energy Release 2.0. Bruxelles ha finalmente dato il via libera alla misura pensata per incentivare la costruzione di impianti rinnovabili. La novità è che ora starebbe pensando addirittura di replicare questo modello ad altre realtà. Il nucleare rappresenta un’opportunità per l’Italia di sviluppare tecnologie proprietarie e diventare più competitiva a livello internazionale. È quanto emerso nel corso dell’evento “Energia, competitività e politiche industriali”, organizzato da Associazione Civita in collaborazione con il Parlamento Europeo.

PICHETTO: CCS E IDROGENO AL CENTRO DI RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Pochi minuti prima dell’inizio dell’evento, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega in materia di CCS, idrogeno e riduzione delle emissioni di metano nell’energia, presentato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin.

“Oggi in Cdm ho portato un disegno di legge delega per la carbon capture, che ci vede molto impegnati nella sfida di intervenire per le imprese non decarbonizzabili con le procedure ordinarie. Ho previsto la delega per la regolamentazione dell’idrogeno, che sarà una parte rilevante della rivoluzione industriale, una vera e propria ristrutturazione sulle nostre imprese. L’idrogeno non può essere messo in fabbrica nella tubazione del gas, deve avere 700 bar, molti di più rispetto al gas. Un cambiamento totale di pelle di un sistema industriale e manifatturiero italiano. Dobbiamo scavallare lo spazio dei 4/5 anni, con un ribaltamento del ruolo delle rinnovabili e il relativo adeguamento dei prezzi”, ha commentato il ministro, sottolineando che “dobbiamo sviluppare le nostre fonti nazionali, quali idroelettrico, gli obiettivi del Pniec e ragionare su una quota di energia nucleare”.

COME DOVREBBE CAMBIARE IL GREEN DEAL

Gli errori del passato sul Green Deal sono sotto gli occhi di tutti, secondo Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia. “Ora bisogna proseguire con il processo di integrazione dei mercati nell’Unione Europea”, sottolinea Corazza.

“Bisogna puntare su due parole chiave, che saranno le basi del nuovo Bilancio europeo: semplificazione e flessibilità. Bisogna garantire risposte per dare l’autonomia energetica, ma anche ridurre il consumo di energia”, ha affermato Fitto.

“Stiamo mettendo in difficoltà l’energia e distruggendo l’acciaio con direttive che derivano dal Green Deal, è l’approccio politico che deve interessarci. Dobbiamo fare riferimento alla neutralità tecnologica ed eseguire una valutazione d’impatto. L’Italia prima era assente in Europa, ora è presente costantemente”, ha detto Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo.

“Cambiare il mix energetico italiano è la prima sfida. La seconda è il processo di elettrificazione. Il terzo elemento per la transizione è lo sviluppo di sistemi di stoccaggio, il nostro Paese sta facendo molto. Il quarto punto è la rete di distribuzione, una struttura molto complessa, anche se è tra quelle più all’avanguardia e con oneri più bassi in Ue”, ha Nicola Lanzetta, direttore Italia Enel.

IL VERO POTENZIALE DEL NUCLEARE

“L’autonomia strategica dell’Europa è la chiave di volta rispetto allo scenario che stiamo vivendo e alle ambizioni future dell’Ue in un quadro in continua evoluzione. Sul nucleare, ancora prima di guardare alla rilevanza nel mix energetico energetico del Paese sottolineo la sua rilevanza geopolitica a livello mondiale. Il rafforzamento della rete elettrica è fondamentale”, ha sottolineato Fitto.

Il nucleare permetterà anche all’Italia di avere ruolo sempre più centrale nel panorama energetico, secondo Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. “Dovremmo pianificare gli investimenti con una ricaduta sul sistema industriale e che permettono di avere una tecnologia proprietaria europea perché oggi investiamo sempre più in tecnologie green cinesi. Il nucleare secondo me figura tra queste tecnologie, possiamo creare una piattaforma europea in cui l’Italia avrà un ruolo”, ha detto Monti.

Tuttavia, da solo il nucleare ”non abbasserà il prezzo dell’energia, servirebbero meccanismi di sussidio. I soggetti che stanno lavorando sugli SMR parlano di 60 anni di ammortamento, quindi c’è un rischio di mercato e industriale”, secondo Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su