Il ministro dell’Ambiente, al question time alla Camera, ha spiegato che i fondi sul dissesto idrogeologico “continuano la loro piena attuazione, senza soluzione di continuità, all’interno dei programmi di finanziamento originari, in quanto ‘progetti in essere’, precedentemente finanziati con norme nazionali ed inseriti successivamente all’interno del PNRR”
“Voglio rassicurare che non ci sarà alcuna ‘perdita’ di risorse finanziarie da destinare agli interventi di dissesto idrogeologico, che continuano la loro piena attuazione, senza soluzione di continuità, all’interno dei programmi di finanziamento originari, in quanto ‘progetti in essere’, precedentemente finanziati con norme nazionali ed inseriti successivamente all’interno del PNRR. Anzi, proprio il permanere di tali progetti all’interno del Piano potrebbe comportarne la mancata realizzazione, considerate le regole restrittive dello stesso, con l’evidente rischio di stralcio di quote progettuali”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo al question time alla Camera.
I PROGETTI IN ESSERE NEL PNACC
“In base agli ultimi dati aggiornati a luglio 2023 – ha aggiunto Pichetto – l’elenco dei progetti in essere, per come selezionati con le amministrazioni regionali, risulta pari a 638 interventi, per un importo complessivo pari ad oltre un miliardo di euro (€ 1.086.626.600,82), di cui € 524.525.035,61 derivanti da FSC. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), il cui decreto finale di Vas è già stato firmato dal sottoscritto e trasmesso al ministro della Cultura per la relativa firma, potrà contare su queste risorse e su ulteriori linee di finanziamento specifico.
LA RIFORMA PER AFFRONTARE IL DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il tema della governance e della capacità di spesa è centrale, tant’è che nell’ambito del PNRR è stata conseguita, con una serie di provvedimenti adottati nel 2021, una riforma (M2C4 – Riforma 2.1) finalizzata a superare le carenze esistenti a livello di governance dei rischi idrogeologici, semplificando le procedure attuative e rafforzando il coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti. La programmazione 2022 delle risorse è stato il primo test applicativo del nuovo quadro regolatorio, che andrà affinato sulla base dei risultati che otterremo. Sulla base di questi ultimi – ha concluso Pichetto – valuteremo tutte le soluzioni che possano migliorare la governance e il coordinamento tra i vari soggetti attuatori, nell’ottica della pianificazione, controllo e massimizzazione della capacità di spesa che tutti ci auguriamo”.