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Piombino, Taranto e nucleare: la situazione nelle due città della siderurgia italiana e i passi avanti del nostro Paese verso l’atomo

Mentre a Piombino viene siglato il protocollo d’intesa con Regione Toscana, Comune di Piombino e con il gruppo ucraino Metinvest e quello friulano Danieli, per un progetto da 2 miliardi di euro, l’ex Ilva va verso il commissariamento. Sul fronte del nucleare l’Italia fa passi avanti. Ecco cosa dicono i giornali di oggi

Mentre a Piombino si festeggia, a Taranto si sciopera e regna l’incertezza per il futuro. Le due città della siderurgia italiana affrontano due situazioni diverse, anche se da un lato – come riporta oggi Il Corriere della Sera – il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa sapere che «molti sono interessati a produrre nell’ex ilva».

Per quanto riguarda il nucleare, invece, l’emendamento al dl Energia potrebbe rappresentare una svolta che propone di trasformare I’Ispettorato per la sicurezza nucleare (Isin) in autorità.

PIOMBINO: PROGETTO DA 2 MILIARDI PER RILANCIO SITO SIDERURGICO

A Piombino arrivano buone notizie: nella serata di ieri, 17 gennaio, al ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato siglato il protocollo d’intesa con Regione Toscana, Comune di Piombino e con i nuovi investitori, il gruppo ucraino Metinvest e quello friulano Danieli & C. Officine Meccaniche. Questi – spiega oggi il Corriere della Sera – “realizzeranno nella cittadina toscana, su una superficie di 260 ettari, un impianto per la produzione di prodotti finiti di acciaio dalla trasformazione di materiali ferrosi in coils laminati a caldo. Un progetto da 2 miliardi di euro per 1.500 lavoratori e una capacità di circa 3 milioni di tonnellate”.

Per il ministro delle Imprese Adolfo Urso il protocollo rappresenta «un passo cruciale per il rilancio del polo di Piombino che assumerà un ruolo sempre più centrale nel contesto del piano siderurgico nazionale». L’obiettivo, dunque, è “rilanciare il sito siderurgico di Piombino con «una siderurgia competitiva, sostenibile all’avanguardia», salvaguardando l’occupazione e «riducendo l’importazione di prodotti siderurgici da Paesi extra Ue» (…)”.

Yuriy Ryzhenkov, amministratore delegato di Metinvest B.V, secondo quanto riporta il Corriere, della sera ha dichiarato che «il progetto di Piombino sarà un esempio di come la collaborazione tra gruppi industriali esteri e istituzioni italiane possa dare risultati positivi». Giampietro Benedetti, presidente del Gruppo Danieli, ha sottolineato invece che l’impianto «sarà uno dei primi completamente digitali e potrà fungere da modello per iniziative simili a livello globale».

E a Taranto cosa succede? Oggi – spiega il quotidiano – al Mimit c’è l’incontro con i sindacati e potrebbe essere la giornata decisiva in cui si potrebbe chiudere definitivamente il rapporto con ArcelorMittal e arrivare il commissariamento.

IL TRAVAGLIO INFINITO DELL’EX ILVA

Un travaglio lungo e faticoso quello dell’ex Ilva che, nelle ultime giornate, ha vissuto nell’incertezza. La giornata di oggi non sarà differente, ma sarà articolata da tentativi di mediazione, contatti, silenzi e voci incontrollate.

Ad riprendere la questione, oggi, è il Sole 24 Ore che riporta: “Acciaierie d’Italia, con la società operativa e non con la holding, quindi a un livello dove non ha voce in capitolo Invitalia, punterebbe alla composizione negoziata della crisi, uno strumento giudiziale previsto dal nuovo Codice della crisi di impresa. La domanda va fatta alla Camera di commercio competente, in questo caso quella di Milano e nello specifico la Camera arbitrale, e a fronte di esito positivo porterebbe alla nomina di un esperto che dovrebbe mediare nella negoziazione con i creditori. L’azienda ammessa alla procedura potrebbe anche richiedere l’accesso alle misure protettive che temporaneamente bloccano eventuali azioni dei creditori”.

Ma, se il tentativo fallisse? “Non resterebbe comunque che la via dell’amministrazione straordinaria, la quale peraltro potrebbe essere comunque attivata dal consiglio di amministrazione della holding di controllo”, spiega il quotidiano.

VERSO IL COMMISSARIAMENTO

In mancanza di un accordo “il governo – scrive Il Sole 24 Ore – preferirebbe non rischiare di perdere tempo prezioso, con gli impianti che rischiano il collasso, e procedere al commissariamento. E a far capire che questa è la linea c’è anche un comma dell’articolo 1 del decreto legge approvato martedì in consiglio dei ministri dove vengono regolate le procedure per la domanda di As e di composizione negoziata. Con questa norma si pensava di bloccare l’ipotesi di composizione negoziata, ma gli avvocati di Mittal sono stati più veloci del decreto, che non è ancora entrato in vigore”.

E’ stata fatta ieri pomeriggio la riunione del board di Acciaierie d’Italia Holding dove – secondo quanto riporta il quotidiano “è stata passata in rassegna l’azione di contrasto e di ricorso che la holding ha attivato dopo che il Tar della Lombardia ha consentito a Snam Rete Gas e ad Arera di staccare la spina alla società operativa sottostante, per il debito accumulato nei confronti del fornitore. I rappresentanti dei soci – lo Stato italiano anche ma non solo attraverso Invitalia e il gruppo ArcelorMittal – hanno ciascuno ribadito brevemente le proprie posizioni sul tema dell’equity e del rifinanziamento della società. Ma, in nessun modo, è stato trattato il tema del problema dell’assetto societario, che riguarda il perimetro del rapporto negoziale fra soci, al di fuori del board e dell’assemblea. Né è stato in alcun modo toccato un altro elemento spinoso: la suddivisione delle responsabilità fra gli uscenti e gli entranti. Anche perché qualunque ipotesi di manleva totale o parziale dovrebbe essere presa in considerazione e riconosciuta da una nuova ipotetica assemblea dei soci”.

NUCLEARE: I PASSI IN AVANTI DELL’ITALIA

L’Italia fa un passo in avanti verso il ritorno del nucleare. A riprendere la questione è il quotidiano la Verità che spiega come l’emendamento al dl Energia potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione che “propone di trasformare I’Ispettorato per la sicurezza nucleare (Isin) in autorità, con il compito di occuparsi di nuove autorizzazioni. Presentato da Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia, l’emendamento sul nucleare prevede di aggiungere una nuova definizione dei compiti dell’ispettorato, chiedendo al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica di estendere le funzioni e attività «ai fini del rilancio della politica nucleare in Italia» sformandola in una vera autorità nazionale per il nucleare”. «E semplicemente falso sostenere che è solo l’Italia a riproporre l’opzione nucleare» dice Squeri alla Verità, «Basti pensare alla dichiarazione a Cop28 di 24 Paesi amici a favore della triplicazione del nucleare al 2050, alla tassonomia europea che ha riconosciuto nel nucleare una fonte energetica fondamentale per la transizione ecologica, a paesi europei come Svezia e Olanda che avevano deciso di abbandonare questa tecnologia e che invece si sono pentiti e hanno annunciato decine di nuove costruzioni, a Paesi europei come Polonia ed Estonia che non avevano mai adottato la tecnologia nucleare e adesso hanno introdotto questa tecnologia nei loro piani energetici».

In particolare – spiega il quotidiano – “secondo l’emendamento di Squeri, l’Isin, avrà funzioni «per la certificazione e regolamentazione tecnica», come per nuove autorizzazioni. valutazione, controllo – anche ispettivo e di vigilanza – pure nelle installazioni nucleari in fase progettuale, autorizzati- va e costruttiva, in esercizio e in disattivazione, nonché dei reattori di ricerca. Non solo. Avrà il compito di gestire impianti e attività connesse ai rifiuti radioattivi e al combustibile nucleare esaurito, definendo le guide tecniche per la realizzazione dei depositi di superficie o in profondità”.

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