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Giuseppe Del Villano Torna In Acea: Ecco Cosa Farà

L’Italia è davvero in ritardo sul Pnrr?

Che cosa ha rilevato la Corte dei conti nella relazione sul primo semestre del 2023 e cosa ha risposto il ministro per Affari europei, Sud e Pnrr Raffaele Fitto 

Da un lato la Corte dei conti, dall’altro il ministro competente Raffaele Fitto. In mezzo, l’Italia e gli italiani. La giornata di mercoledì e di ieri sono state l’occasione di un nuovo scontro tra le parti a danno del Paese sul mastodontico progetto europeo di ricostruzione post-pandemica.

Tutti i dettagli.

L’ULTIMA RELAZIONE DELLA CDC: I NUMERI DEL PNRR

Con una nota ufficiale, mercoledì la Corte dei conti ha approvato la relazione sul Pnrr per il primo semestre del 2023. Ecco quanto rilevato.

“Buoni i risultati raggiunti dagli obiettivi europei: risultano conseguiti tutti e 28, quelli del primo semestre. Un po’ meno performanti i dati sul fronte delle 54 scadenze con rilievo unicamente nazionale. Di quelle in scadenza a giugno scorso, risulta concluso il 74%. Dei 69 obiettivi europei del secondo semestre 2023 (la maggioranza dei quali interessati da proposta di modifica nel documento di revisione del Piano), a metà ottobre ne erano stati già conseguiti 10, oltre a 6 su 15 di quelli nazionali del III trimestre 2023. Appare sempre più urgente, rileva la Corte, una spedita finalizzazione della fase di revisione del Piano per rimuovere fattori di incertezza, sia per le iniziative che rimarranno gestite nell’ambito del PNRR sia per quelle che dovranno fuoriuscirne, consentendo a soggetti responsabili e attuatori gli opportuni adattamenti. L’esame sul sistema di gestione e controllo sulle attività del PNRR – affidato all’Organismo indipendente di audit – ha messo in luce controlli coerenti con il quadro normativo e svolti in modo efficace e adeguato al contesto di riferimento.

Anche le verifiche sulla rendicontazione della spesa delle Amministrazioni titolari, pur con alcune difficoltà, si mostrano in linea con quanto richiesto dall’assetto regolamentare e sono eseguite con tempistiche contenute. Per assicurare il tempestivo espletamento delle verifiche e garantire la liquidità ai soggetti attuatori andrà costantemente monitorata l’adeguatezza organica delle strutture di controllo, soprattutto quando – con l’avanzamento delle iniziative – aumenteranno i riscontri a rendiconto sulle spese effettuate. La dinamica inflattiva ha comportato un aumento dei prezzi dei progetti previsti dal Piano stimabile nell’ordine del 10,7%. La Corte ha evidenziato come la scelta del Governo di far fronte a questi incrementi con le risorse del Fondo opere indifferibili sia risultata efficace. Gli interventi assistiti da risorse integrative fanno emergere, in media, aumenti di prezzo del 12,6%. Le risorse aggiuntive del Fondo hanno rappresentato il 17% del finanziamento PNRR iniziale.

La realizzazione del Piano – osserva, infine, la magistratura contabile – può incontrare qualche difficoltà nella limitata dotazione della PA italiana di personale specializzato in ambito digitale. Nel sottolineare tale limite, la Corte rimarca che, per allineare il peso delle figure professionali scientifiche e ingegneristiche agli standard europei, occorrerebbe aumentarne il numero di ben 65.000 occupati. Obiettivo che richiederà un particolare impegno, in virtù delle difficoltà riscontrate nell’ultimo biennio dall’attività concorsuale per il reperimento di questi profili professionali”.

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(I numeri della Corte dei Conti pubblicati ieri sul Sole 24 Ore)

LA RISPOSTA DI FITTO RIPROPONE IL TESTA A TESTA

“Il Pnrr richiede sì di lavorare velocemente, ma senza fretta! Sia perché siamo nei tempi previsti, sia perché bisogna fare bene In merito ai rilievi della Corte dei Conti, la necessità di accelerare la fase di revisione del Piano è stato ed è un obiettivo prioritario del Governo”, ha commentato su X Raffaele Fitto. Specificando poi che “il Governo ha formalizzato la proposta di modifica con quasi un mese di anticipo rispetto alla scadenza del 31 agosto: il 4 settembre è iniziato il negoziato con la Commissione UE, in corso di completamento, con l’obiettivo di concludere la revisione entro il 31dicembre”.

Come notato dai giornali, è ripartito il testa a testa con la Corte dopo sei mesi rispetto al precedente scontro che portò ad abolire il controllo concomitante sull’utilizzo dei fondi. “Leggo che la Corte dei conti ha compiuto l’istruttoria interpellando alcuni Ministeri e sinceramente non comprendo le ragioni del mancato confronto con la Struttura di Missione PNRR della Presidenza del Consiglio dei ministri che ha il coordinamento generale e strategico della realizzazione del Piano”, ha detto Fitto. Contestando poi la parzialità dell’analisi svolta (“Si concentra solo su 31,1 miliardi e non sui 220 miliardi complessivi del Pnrr e del piano nazionale di coesione”, parlando di “dati assolutamente parziali e poco rappresentativi”) che però è per definizione specifica sui primi sei mesi dell’anno.

LE REAZIONI ALLA NOTA DELLA CORTE DEI CONTI E I PROSSIMI PASSI

Mentre le opposizioni chiedono un passaggio alle Camere per chiarire di più sui dati del Pnrr, il governo spera in maggiore collaborazione con la Corte dei Conti.

“L’attuazione del Pnrr è una sfida per tutto il Paese, tutti dobbiamo lavorare soprattutto tra istituzioni, privilegiando la prudenza e il confronto preventivo”, diceva Fitto a maggio scorso dopo altre tensioni. “Stiamo lavorando moltissimo in queste settimane con il governo italiano e altri quindi Paesi per le revisioni” affinché siano “approvate entro la fine del 2023”, ha detto qualche giorno fa il commissario economico europeo Paolo Gentiloni. Che parlando su Rai Tre ha ribadito che “l’interesse di avere approvate queste revisioni e far funzionare i piani è un’interesse anche della Commissione europea”. Intaccato, qui in Italia, dai continui scontri tra esecutivo e Corte dei Conti.

– Leggi anche: Perché (e quanto) i governi punteranno ancora su petrolio e gas nel 2030

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