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Russia Gas Germania

Russia e Ucraina riaprono la via del gas verso l’Europa

Il compromesso tra Russia e Ucraina è stato trovato sostanzialmente a metà strada. L’accordo raggiunto avrà durata di 5 anni – fino al 2024, quindi – contro i 10 proposti dall’Ucraina, ma potrà essere rinnovato per ulteriori 10

Il compromesso è stato raggiunto, in extremis: e accontenta un po’ tutti. I negoziati tra i ministri dell’energia di Russia e Ucraina, Alexander Novak e Oleksiy Orzhel, condotti a Berlino il 19 e 20 dicembre sotto la supervisione del vice-presidente della Commissione europea Maros Sefcovic hanno portato un’intesa su tutti i punti contesi: Gazprom continuerà a spedire gas naturale in Europa attraverso il territorio ucraino, gli approvvigionamenti sono garantiti per i prossimi 5 anni.

I PROBLEMI DA RISOLVERE

Il precedente accordo scadrà il 31 dicembre, le parti avevano alcuni problemi spinosi da risolvere partendo da posizioni anche molto distanti: durata del contratto, quantità di gas e diritti di transito, contenzioso pregresso, formula di vendita (se diretta, o attraverso terze parti).

Queste posizioni derivavano anche dal contesto geopolitico: e i nodi più spinosi non sono stati definitivamente risolti, ma solo rimandati nel tempo. In buona sostanza, la Russia voleva una accordo di breve termine con volumi ridotti mentre l’Ucraina puntava a un’intesa decennale e a volumi invariati (nel 2019, pari a circa 90 miliardi di metri cubi), l’Ucraina voleva far valere dei suoi diritti già stabiliti in arbitrati mentre la Russia puntava a una cancellazione delle controversie.

IL CONTESTO GEOPOLITICO

Il contesto è quello determinato da due fattori: il primo, le ostilità tra Russia e Ucraina scoppiate nel 2014 che hanno portato all’interruzione della vendita diretta di gas nel 2015; il secondo, la costruzione del gasdotto sottomarino verso la Germania Nord Stream 2 (attraverso il mar Baltico) che avrebbe dovuto essere inaugurato a fine 2019, togliendo rilevanza al territorio ucraino e potere negoziale alle autorità di Kiev, ma che a causa dell’opposizione e poi delle sanzioni americane sta subendo dei ritardi.

IL CONTENUTO DEL COMPROMESSO PER I PROSSIMI 5 ANNI

Il compromesso è stato trovato sostanzialmente a metà strada. L’accordo raggiunto avrà durata di 5 anni – fino al 2024, quindi – contro i 10 proposti dall’Ucraina, ma potrà essere rinnovato per ulteriori 10; il quantitativo di gas concordato è pari 65 miliardi di metri cubi nel 2020, a 40 miliardi all’anno negli anni successivi. Non sono stati invece resi noti né il prezzo, né i diritti di transito accordati (al momento ammontato a circa il 5% del budget annuale dell’Ucraina).

Per quanto riguarda il contenzioso, invece, la Gazprom ha accettato di pagare i 3 miliardi di dollari decisi in via arbitrale per inadempienze contrattuali sui volumi di gas inviati in Ucraina, mentre dal canto suo gli ucraini di Naftogaz hanno accettato di rinunciare alle cause pendenti per un risarcimento fino a 12 miliardi di dollari e di avviarne altre.

Ovviamente, l’eventuale prolungamento dipenderà dalle sorti del Nord Stream 2 (e all’inizio del 2020 entrerà in funzione anche il Turkish Stream): più numerose le condotte a disposizione di Gazprom, minore la rilevanza strategica dei gasdotti attraverso l’Ucraina e di conseguenza gli incentivi a mantenere le condizioni di vendita invariate. La Gazprom, insomma, sarà pienamente libera di dettare le sue condizioni.

LE COMPLICAZIONI POLITICHE

C’è poi un ulteriore aspetto emerso nei negoziati, di natura squisitamente politica. Dal 2015, infatti, le aziende ucraine non acquistano più il gas direttamente dalla Gazprom: lo fanno solo in via indiretta, attraverso Slovacchia, Polonia e Ungheria (dal 1° gennaio, anche dalla Romania). La Russia ha proposto di riprendere la vendita diretta, con un risparmio del 20% per i consumatori ucraini; nell’accordo non è stato stabilito nulla a riguardo, la decisione è stata lasciata per l’appunto ai leader politici.

LA POSIZIONE DELL’UNIONE EUROPEA

Sefcovic, in ogni caso, ha espresso piena soddisfazione da parte dell’Unione europea. In un articolo pubblicato su Euractiv, ha sottolineato quelli che sono a suo avviso i 3 punti essenziali: primo, le forniture di gas russo sono assicurate per i prossimi 5 anni e “fino a 15”, “garantendo case calde, mercati stabili e prezzi competitivi”; secondo, l’Ucraina rimarrà un paese di transito di rilevanza strategica, attraverso il quale passeranno sicuramente 225 miliardi di metri cubi di gas verso l’Europa; terzo, la Russia manterrà il suo ruolo di fornitore affidabile”. Una posizione forse esageratamente trionfalistica, visto che l’accordo è comunque transitorio e che tra 5 anni verrà sicuramente rinegoziato a condizioni meno favorevoli per l’Ucraina.

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