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Riserve Petrolio

Russia, Iran e Venezuela rovinano i piani Usa sulle riserve di petrolio

Wood Mackenzie: il 65% delle riserve mondiali di petrolio e gas sono sotto il controllo delle compagnie petrolifere nazionali

Nella settimana in cui si svolge la visita del Presidente degli Stati Uniti in Medio Oriente, la società di consulenza energetica Wood Mackenzie ha rilevato che ben oltre la metà delle riserve mondiali di petrolio e gas sono in mano alle compagnie nazionali. E, soprattutto, che, oltre a NOC come Saudi Aramco, QatarEnergy e Adnoc di Abu Dhabi, queste società includono anche le russe Rosneft e Gazprom, la National Iranian Oil Company e la venezuelana PDVSA.

IL MOMENTO

Il contesto è sempre più emergenziale. I paesi occidentali combattono la guerra a distanza con la Russia in termini geopolitici ed economici, quindi anche energetici. Eppure, gli Stati Uniti non si aspettano che l’Arabia Saudita aumenti immediatamente la produzione di petrolio, ha rivelato un funzionario della Casa Bianca a Reuters qualche giorno fa.

IL POTERE DELLE NATIONAL COMPANIES

Sono state le compagnie petrolifere nazionali a fare il 41% di tutte le nuove scoperte di petrolio e gas nelle risorse convenzionali dal 2011. Inoltre, la quota dei NOC nelle nuove scoperte è in aumento dal 2018 poiché la spinta alla transizione energetica spinge l’evoluzione delle loro strategie di esplorazione.

Analizzando le rilevazioni, Oilprice scrive che i NOC, specialmente in Medio Oriente, non abbiano molti incentivi a commercializzare le nuove scoperte, soprattutto perché i prezzi iniziano a scivolare sotto il peso dei timori di recessione. Ma poco importa, le riserve sono in mano a sette società nazionali e quattro sono di paesi posti sotto sanzioni.

Chiaramente, dice tra l’altro OP, stiamo attraversando un momento di transizione. Da un lato, vede puntare tanti paesi sulla svolta verso le rinnovabili e le energie pulite. Ma al tempo stesso fa registrare l’esplosione del Gnl per i paesi europei e gli Usa. Dunque, prima di dire addio alle fonti fossili ci vorrà ancora molto. E anche questi dati lo confermano.

 

 

 

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