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Saipem, tra successi in Russia, crolli in Borsa e attacchi hacker

Saipem festeggia la sigla di un contratto in Russia, in Joint Venture con Renaissance

Buone notizie (finalmente) in casa Saipem. Dopo il crollo in borsa del 17 dicembre e l’attacco hacker che ha colpito la società nei giorni scorsi, l’azienda dell’Oil&Gas, in Joint Venture con Renaissance, società turca, ha siglato un importante contratto in Russia.

IL CONTRATTO

Saipem, in Joint Venture con Renaissance, società turca di servizi nell’oil&gas, si è aggiudicata un nuovo contratto E&C Onshore nel territorio della Federazione Russa per un valore complessivo di circa 2,2 miliardi di euro. La quota di Saipem, leader della joint venture nella quale detiene una partecipazione del 50%, è pari a circa 1,1 miliardi di euro. Il contratto è stato assegnato dalla società Arctic LNG 2, costituita da Novatek JSPC al 60% e da Ekropromstroy Ltd al 40%. Il progetto verrà realizzato nel distretto di Tazovsky, nella regione autonoma di Yamal – Nenets, nella parte occidentale della penisola di Gydan.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Gli accordi prevedono la realizzazione di tre impianti di gas naturale liquefatto (GNL), ciascuno della capacità di circa 6,6 milioni di tonnellate/anno (MTPA), che verranno installati su piattaforme a gravità in cemento, e include strutture di stoccaggio GNL per un totale di 687.000 metri cubi.

IL CROLLO IN BORSA

La sigla del contratto rappresenta una buona notizia per Saipem, che in questi gironi ha affrontato diversi guai. Nella giornata del 17 dicembre, Saipem ha perso il 6,55% a 3,28 euro (dopo uno stop per eccesso di ribasso) e ha registrato la peggiore performance della giornata al FTSE Mib.

Il crollo in Borsa è stato dettato dalle cattive notizie che hanno riguardato la sua concorrente franco-americana Technip, che ha dovuto fronteggiare una serie di revisioni al ribasso del rating operate da diversi analisti.

L’ATTACCO HACKER

E ancora. La società ha dovuto affrontare nei giorni scorsi anche un attacco hacker che ha colpito maggiormente i server degli Emirati Arabi e in Arabia Saudita: gli aggressori hanno cercato di ottenere i dati amministrativi. L’unico attacco rilevato nei server europei è stato ad Aberdeen, in Scozia, dove la società impiega meno di 30 persone.

La buona notizia è che non vi è stata alcuna sottrazione né perdita di dati.

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