Trump ha promesso di tagliare i dazi sui prodotti cinesi, innescando una reazione a catena che potrebbe portare a un accordo commerciale tra Cina e Usa. Ma gli ostacoli sono ancora molti, da Tesla ai porti. La guerra dei dazi finirà davvero?
La promessa di Trump di tagliare i dazi contro i prodotti cinesi apre uno spiraglio per un accordo commerciale con L’Impero del Dragone. “La porta per il dialogo è spalancata”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri cinese. Tuttavia, gli ostacoli sono ancora tanti, dal crescente protezionismo asiatico che danneggia Tesla alle tasse sulle navi cinesi che ormeggiano negli scali americani. La guerra dei dazi finirà?
GLI INDIZI DEL DISGELO SUI DAZI
La fine della guerra dei dazi tra Usa e Cina non è più un’utopia. Infatti, il presidente Xi Jinping ha nominato un nuovo rappresentante per il commercio internazionale. Una mossa che potrebbe aprire il dialogo con il tycoon, chiuso da tempo. “I dazi danneggiano il sistema multilaterale”, ha ripetuto ieri il presidente cinese. Un altro indizio del riavvicinamento tra Usa e Cina arriva dal commento di Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri, alla promessa della Casa Bianca di tagliare i dazi contro i prodotti cinesi.
“La Cina ha sottolineato dall’inizio che non ci sono vincitori nelle guerre commerciali”, ha dichiarato Guo Jiakun, secondo quanto riporta La Stampa, aggiungendo però che se Trump “vuole risolvere la guerra commerciale attraverso il dialogo, la smetta con minacce ed estorsioni”.
“Trump ha un approccio omnicomprensivo, la Cina dovrebbe fare lo stesso e forse si potrebbe trovare un equilibrio sul futuro dell’ordine internazionale”, ha detto Zheng Yongnian della Chinese University di Hong Kong, sostenitore di un accordo con gli Usa, secondo quanto riporta La Stampa.
DAZI, PERCHE’ USA E CINA SI RIAVVICINANO?
In Cina il possibile abbassamento dei dazi da parte di Trump viene percepito e raccontato come l’ennesimo segnale di debolezza da parte degli Usa. Il presidente americano temerebbe gli effetti sull’economia nazionale dello scontro commerciale con il Dragone, secondo i media cinesi, che sottolineano l’inaffidabilità del tycoon.
Effetti che si vedono in particolare nel settore dell’energia, il primo ad essere coinvolto dalla guerra dei dazi. Infatti, a febbraio la Cina ha imposto tasse aggiuntive su petrolio e gas degli Stati Uniti. Inoltre, dal 6 febbraio Pechino ha bloccato le importazioni di gas naturale liquefatto, secondo il Financial Times. Come se non bastasse, Xi ha risposto ai dazi Usa sulla tecnologia green con restrizioni all’export di prodotti legati alle terre rare. L’apertura della Casa Bianca potrebbe essere legata al timore di ulteriori blocchi al flusso di metalli critici, come anticipato ieri da Energia Oltre.
AUTO ELETTRICHE E PORTI DIVIDONO LA CINA
Entrambe le Superpotenze otterrebbero diversi vantaggi dalla fine della guerra dei dazi ma i motivi di scontro sono ancora molti. Il primo ostacolo è il crescente protezionismo asiatico su diversi prodotti. Un atteggiamento che sta danneggiando gli affari di Tesla, azienda guidata dal grande amico di Trump Elon Musk. Infatti, alla fine del 2024 BYD ha compiuto un sorpasso ai danni del produttore americano in diversi parametri chiave. A febbraio 2025, le spedizioni di Tesla in Cina sono crollate del 49% su base annua, con appena 30.688 veicoli consegnati, il minimo dal luglio 2022. Nel primo trimestre 2025, Tesla ha affrontato un calo del 21,8% in Cina, dove la concorrenza locale continua ad intensificarsi. Nel frattempo, BYD ha continuato la sua ascesa nel mercato domestico, vendendo oltre 318.000 unità tra elettriche pure e ibride nel solo mese di febbraio 2025 (+161% rispetto all’anno precedente). Tesla, oggi è scesa all’11° posto tra i principali produttori automobilistici in Cina e detiene una quota di mercato inferiore al 5%.
Tra gli ostacoli principali all’accordo tra Usa e Cina troviamo anche i porti, hub strategici per il commercio e la transizione. Trump ha imposto nuove tariffe sulle navi cinesi in arrivo negli scali americani.