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Snam offre 500 milioni per stoccaggi Edison, in tre per Ilva, Zafarana (Eni): rinnovabili soluzione non esclusiva. Cosa c’è sui giornali

Snam offre 500 milioni per stoccaggi Edison, tre potenziali acquirenti per Ilva, Zafarana (Eni): “Siamo sulla buona strada, le rinnovabili soluzione imprescindibile dove conviene ma non esclusiva”. La rassegna stampa

Snam vuole chiudere a breve l’acquisto degli stoccaggi di Edison. La società ha inviato una proposta vincolante per tre siti, che prevedrebbe un’offerta tra i 500 e i 600 milioni di euro, secondo Il Corriere della Sera. Il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana fa un bilancio del suo mandato, sottolineando che la società è sulla buona strada e le fonti rinnovabili rappresentano «una soluzione imprescindibile cui fare ricorso ovunque sia tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile”, ma non esclusiva e (…) il collocamento di azioni è stato coronato da un grande successo. Capitolo ex Ilva. Prosegue la ricerca di un nuovo proprietario e si fanno avanti tre potenziali acquirenti: Metinvest, Vulcan Green Steel e Steel Mont. Inizieranno questa settimana gli incontri per discutere dei termini economici finanziari e i sopralluoghi agli impianti, scrive La Stampa.

SNAM VUOLE GLI STOCCAGGI DI EDISON: OFFERTA TRA 500 E 600 MILIONI

“Snam stringe la presa sugli stoccaggi di Edison. Secondo indiscrezioni, ieri il gruppo guidato da Stefano Venier ha inviato una proposta vincolante per i tre siti di Edison. L’offerta si aggirerebbe fra i 500 e i 600 milioni, tutti in contanti. Se la somma sarà ritenuta congrua dalla società guidata da Nicola Monti — il quale in passato aveva dichiarato che l’attività valeva più di 500 milioni e che Edison intendeva valorizzare l’asset al meglio perché non aveva bisogno di vendere — il negoziato dovrebbe procedere spedito e potrebbe chiudersi in un mese”, si legge sull’edizione odierna de Il Corriere della Sera.

“L’operazione riguarda infatti infrastrutture le cui le tariffe sono decise dal regolatore. L’Ebitda è di circa 50 milioni all’anno. Snam, assistita da Rothschild e Société Générale, conosce molto bene il business perché da tempo ha in concessione nove siti che rappresentano il 93% della capacità di stoccaggio nazionale. Edison, che ha come advisor Lazard e Intesa Sanpaolo, gestisce tre impianti che si trovano a Cellino (Teramo), Collalto (Treviso), San Potito e Cotignola (Ravenna). I tre depositi hanno una capacità complessiva di circa un miliardo di metri cubi. Qualora Snam riuscisse a comprarli arriverebbe a gestire dodici siti di stoccaggio su tredici. L’impianto a Cornegliano Laudense (Lodi) è di F2i. Dopo il closing, si attende il parere dell’Antitrust”, continua il quotidiano.

“Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, aveva preannunciato l’avvio dei sopralluoghi dei potenziali acquirenti già a metà maggio, ora l’operazione entra nel vivo. L’obiettivo del governo è trovare quanto prima un partner industriale col quale condividere la decarbonizzazione di Taranto: la conversione della produzione da altiforni a forni elettrici non è più rinviabile, considerando che dal 2026 l’acciaio prodotto da altoforno andrà fuori mercato a causa dei meccanismi introdotti dalle politiche dell’Ue”, continua il quotidiano.

“(…) Proprio dall’Ue è ora atteso il via libera al prestito ponte di 320 milioni di euro, indispensabile per la risalita produttiva. Intanto AdI ha nominato Benedetto Valli direttore dello stabilimento di Taranto e Giampaolo Franchi direttore dell’Information technology. Entrambi riporteranno al direttore generale, Maurizio Saitta. «Valli, la cui esperienza nel settore siderurgico abbraccia tutti i processi operativi – spiega una nota della società- continuerà il percorso avviato nel programma di ripartenza e rilancio.” aggiunge il giornale Gedi.

ZAFARANA (ENI): “SIAMO SULLA STRADA GIUSTA, RINNOVABILI SOLUZIONE IMPRESCINDIBILE MA NON ESCLUSIVA”

«È stato un periodo di particolare intensità perché l’azienda vive un momento cruciale innanzitutto per il nostro percorso di transizione energetica: dieci anni fa Eni ha avviato una profonda trasformazione industriale che ha posto le basi per la nascita di nuovi business legati alla transizione. Ora siamo nella fase in cui si passa dalla semina al raccolto e la stiamo attraversando in un contesto storico e geopolitico molto complesso». A un anno dalla sua nomina, il presidente dell’Eni, Giuseppe Zafarana, traccia un bilancio del suo mandato in questa intervista a Il Sole 24 Ore, la prima concessa da quando è approdato alla presidenza dopo un lungo trascorso nella Guardia di Finanza di cui è stato anche Comandante Generale.”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.

«Il collocamento di azioni è stato coronato da un grande successo – osserva Zafarana -, come già si era verificato in altre operazioni, penso alle recenti obbligazioni trentennali. Si tratta di un’ulteriore conferma del mercato che siamo sulla strada giusta». (…) sono sereno perché vedo una grande capacità di reazione dell’azienda in un contesto in cui si opera senza certezze. E di questo va dato atto all’amministratore delegato Claudio Descalzi che ha dimostrato di avere una straordinaria capacità di visione, ottimamente supportato dal suo efficiente management e dalla eccezionale competenza e professionalità di tutte le persone di Eni. Persone che rappresentano il terreno fertile su cui costruire un futuro di ulteriore grande sviluppo”; si legge sul quotidiano.

“Anche qui si vede la lungimiranza della visione di questo gruppo perché, quando siamo partiti nel 2014 lungo questo percorso, lo si è fatto con grande equilibrio nel senso che siamo convintamente proiettati verso la transizione energetica, ma tenendo i piedi per terra e avendo la piena consapevolezza che il fossile – mi riferisco soprattutto al gas – è tuttora una parte significativa e stabile della domanda energetica”, si legge sul quotidiano di Confindustria.

“Non c’è alcun dubbio che le rinnovabili rappresentino una soluzione imprescindibile cui fare ricorso ovunque sia tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile e, proprio per questo motivo, sono una componente fondamentale della strategia di Eni, ma non possono rappresentare uno strumento di esclusione di qualsiasi altra soluzione. Ognuno deve poter intraprendere la transizione a seconda dei vincoli e dei mezzi che ha a disposizione. (…) non c’è alcun dubbio che le rinnovabili rappresentino una soluzione imprescindibile cui fare ricorso ovunque sia tecnicamente possibile ed economicamente sostenibile e, proprio per questo motivo, sono una componente fondamentale della strategia di Eni, ma non possono rappresentare uno strumento di esclusione di qualsiasi altra soluzione. Ognuno deve poter intraprendere la transizione a seconda dei vincoli e dei mezzi che ha a disposizione.”, continua il giornale.

TRE POTENZIALI ACQUIRENTI PER ILVA

“Per primo il tandem Vulcan Green Steel e Steel Mont, già in questi giorni. La prossima settimana sarà invece la volta Metinvest. In calendario, per ora, non sono segnati altri appuntamenti. Cominciano oggi i sopralluoghi dei potenziali acquirenti, per ora tutti stranieri, degli stabilimenti siderurgici dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Secondo quanto ricostruito dal Secolo XIX, la delegazione del tandem Vulcan Green Steel – Steel Mont è composta da otto persone. I potenziali partner di Invitalia visiteranno gli impianti siderurgici di Novi Ligure, stamattina e nel pomeriggio. In serata la delegazione si trasferirà a Genova per il sopralluogo nello stabilimento di Cornigliano, che assorbirà l’intera giornata di domani”, si legge sull’edizione odierna de La Stampa.

“La prossima settimana sarà invece in Italia la delegazione del gruppo Metinvest, che inizierà le visite partendo dallo stabilimento di Taranto per poi salire negli impianti del Nord. (…) Recentemente, Metinvest ha intrapreso, insieme al gruppo friulano Danieli, un investimento da oltre 2 miliardi di euro a Piombino, dove entro la fine dell’anno dovrebbe iniziare la costruzione di un impianto green da 1.500 posti di lavoro, con l’obiettivo di rilanciare il polo siderurgico toscano. Tra i potenziali pretendenti per l’ex Ilva ci sarebbero anche, secondo indiscrezioni ricorrenti, il gruppo cremonese Arvedi e Marcegaglia. Ma, al momento, non sono in programma sopralluoghi, anche se non si esclude possano essere calendarizzati nelle prossime settimane”, continua il quotidiano.

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