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MICHELE DE CENSI AD SORGENIA

Sorgenia crea un maxi polo dell’energia. De Censi: “Primo operatore nel fotovoltaico”

Il fondo F2i, primo socio di Sorgenia al 62%, perfeziona un’operazione che cambia gli assetti azionari del gruppo conferendo alla controllata attività nel settore delle rinnovabili tra Spagna e Italia. Il fondo Asterion esce dal capitale, lasciando il posto all’americano Sixth Street che ne rileva il 38%

F2i, primo socio di Sorgenia, crea un maxi polo dell’energia da oltre 6 GW di capacità installata. Oggi verranno firmati i contratti che sanciranno l’uscita di Asterion dal capitale e l’ingresso del fondo d’investimento americano Sixth Street (assistito da Rothschild e Cleary Gottlieb), con una partecipazione del 38% in Sorgenia.

POLO DA 6 GW DI CAPACITA’

Sorgenia raggiunge una potenza installata di oltre sei gigawatt, 850 dipendenti e un valore di mercato stimato in quattro miliardi di euro. Come riporta Repubblica per l’ad dell’azienda, Michele De Censi, l’obiettivo è  «creare una piattaforma robusta in cui le fonti tradizionali si integrano con le rinnovabili per garantire maggior flessibilità e resilienza al sistema. Raggiungiamo oltre 1,2 GW di capacità solare installata, con benefici di scala e competenze specifiche sull’agrivoltaico, 353 MW nell’eolico e 70 MW di biomasse. Diventiamo un attore di peso nella transizione», ha ribadito. In questo modo «diventiamo il primo operatore nel campo fotovoltaico per potenza installata in Italia e capofila nello sviluppo dell’agrivoltaico».

COSA CAMBIA

Il gruppo energetico, in recupero nel 2025 dopo un 2024 in perdita, nell’ambito del riassetto rileverà Ef Solare, Renovalia e Renovalia Tramontana, controllate dal fondo F2i guidato da Renato Ravanelli e specializzate su eolico e solare in Italia e Spagna. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore sono asset che si affiancheranno alle rinnovabili, ai quattro impianti gas e al milione di clienti digitali di Sorgenia. L’esito finale è che Sorgenia diventerà un gruppo integrato in cui l’intermittenza delle rinnovabili è compensata dai cicli combinati.

SORGENIA ACCELERA SULLE RINNOVABILI

L’intenzione dell’ad De Censi è quella di «lavorare fin da subito sull’integrazione delle nuove società». Con un occhio all’accelerazione delle rinnovabili, dal solare all’eolico e delle batterie e del mercato retail, dove già è presente con oltre un milione di clienti. Gli investimenti sono tutti in Italia e Spagna: «Ed eventualmente in futuro qualche Paese nel sud Europa. Per il momento ci concentriamo sui siti di produzione e sulle pipeline spagnoli, e quando li avremo integrati nel nostro portafoglio potremo valutare altre opportunità locali, come i sistemi di accumulo» conclude De Censi.

LA QUESTIONE TIRRENO POWER

L’operazione potrebbe sbloccare un altro riassetto, quello di Tirreno Power, che Sorgenia partecipa al 50% con il socio paritetico francese Engie. Come riporta il Sole 24 Ore la ex genco Enel ha vissuto un percorso simile a Sorgenia: la messa in sicurezza nel 2015 con la spada di Damocle del processo legato alla centrale a carbone di Vado Ligure è stata risanata e ha azzerato i debiti. Vale attorno a 400 milioni, ma la metà circa dovrà soddisfare gli Sfr (strumenti finanziari partecipativi) sottoscritti a suo tempo dalle banche per il salvataggio. Poi c’è il tema della spartizione degli asset di Tirreno Power tra i due soci paritetici, Sorgenia ed Engie Italia.

IL DOSSIER EDISON

Un altro fronte caldo per F2i potrebbe essere Edison, dove Edf studia l’apertura del capitale. La partita entrerà nel vivo a inizio 2026. Mettere un piede in Edison potrebbe essere una mossa funzionale anche alla futura valorizzazione di Sorgenia ma servono risorse importanti. Secondo alcuni osservatori, l’idea di F2i potrebbe essere quella di realizzare una cordata con altri soggetti. Per il governo la presenza del fondo infrastrutturale sarebbe un elemento di garanzia per due asset custoditi da Edison nell’ottica della sovranità energetica nazionale: l’idroelettrico e il portafoglio diversificato di contratti gas. De Censi non si sbilancia: «Se si presentassero opportunità interessanti le potremmo valutare, ma parliamo a oggi di acquisizioni minori. Terminata l’integrazione delle nuove società potremmo valorizzare gli asset di Tirreno Power, controllata al 50%. Operazioni maggiori, come quella che concludiamo oggi, richiedono tempo».

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