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Gas

Stati Ue aumentano il prelievo di gas dagli stoccaggi. Forniture rimangono costanti

Da Gazprom 35,5 mln di mc di gas via Sudzha all’Europa. Sul petrolio “nessun impatto dal tetto al prezzo” avverte il Cremlino. Prezzi in calo al Ttf

L’Europa sta nuovamente aumentando il prelievo di gas dagli impianti di stoccaggio sotterraneo di gas a causa di un leggero calo della temperatura. Ma nonostante ciò il livello degli immagazzinamenti è ancora a un livello record per gennaio, grazie al fatto che le temperature rimangono comunque al di sopra della media climatica per il periodo nella maggior parte dei paesi europei.

PRELIEVO A 279 MLN DI MC

Il prelievo di gas dagli impianti di stoccaggio dei paesi dell’UE ammontava a 279 milioni di metri cubi il 9 gennaio (il livello minimo dal 2014), secondo i dati forniti da Gas Infrastructure Europe (GIE). Nel frattempo, il pompaggio è stato pari a 37,5 milioni di metri cubi.

STOCCAGGI PIENI ALL’82,65%

Dall’inizio della stagione del riscaldamento il 14 novembre, i paesi europei hanno ritirato 17,72 miliardi di metri cubi di gas dagli stoccaggi. Attualmente gli impianti sono pieni all’82,83% (17 punti percentuali in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni a questa data), con 89,65 miliardi di metri cubi di gas stoccati al loro interno.

FORNITURE ALL’EUROPA COSTANTI A 35,5 MLN DI MC

Gazprom sta continuando a fornire gas all’Europa attraverso l’Ucraina per un volume di 35,5 milioni di metri cubi al giorno attraverso la stazione di pompaggio del gas di Sudzha. Lo ha confermato un rappresentante di Gazprom, secondo quanto riferito da Tass, aggiungendo che la richiesta di pompaggio attraverso Sokhranovka è stata respinta dalla parte.

Nel frattempo il prezzo del gas risulta in calo: proprio grazie alle temperature superiori alla media e alla scarsa richiesta di approvvigionamento, le quotazioni al Ttf di Amsterdam risultano al momento intorno ai 65 euro al MWh, in netta flessione rispetto all’apertura di 72 euro.

PER IL CREMLINO “ANCORA NESSUN IMPATTO” DA TETTO AL PREZZO DEL PETROLIO

Intanto, il tetto massimo al prezzo del petrolio russo imposto dall’Occidente non è ancora visibile. Lo ha affermato il Cremlino secondo cui a distanza di un mese non ci sono stati ancora impatti dalla misura. La ragione è da ricercare nel fatto che attualmente, la miscela di greggio Urals è scambiata al di sotto del livello massimo di prezzo di 60 dollari al barile. “Per quanto riguarda le perdite, nessuno ha ancora visto i limiti”, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un briefing quotidiano secondo quanto riferito da Reuters. Peskov ha anche affermato che la Russia è pronta a tutto per proteggersi dai piani del G7 sui limiti di prezzo ai prodotti petroliferi russi.

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