Advertisement Skip to content
Elettricità

Stati Uniti, raggiunta la produzione record di elettricità da gas naturale

L’eolico ed il solare sono cruciali nel mix energetico degli Stati Uniti, anche se la quota di elettricità prodotta è inferiore a quella del gas naturale

L’agenzia responsabile delle analisi statistiche per il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato il raggiungimento di un valore record giornaliero nella produzione di elettricità dal gas naturale. Il dato in sé ci permette di fare un commento più ampio sul mix energetico statunitense.

IL FATTO

Un comunicato dell’Energy Information Administration riferisce di un risultato interessante conseguito dal settore energetico statunitense: il consumo di gas naturale per la produzione di energia elettrica ha raggiunto il valore record giornaliero di 47,2 miliardi di piedi cubi lunedì 27 luglio, in base a stime di S&P Global Platts. Il valore supera il precedente record di 45,4 miliardi di piedi cubi giornalieri, stabilito il 6 agosto 2019.

Nello stesso 27 luglio 2020 il gas naturale ha inoltre contribuito a produrre il 45% dell’energia elettrica nei 48 Stati contigui. Segue il carbone, che ricopre il 24% dell’energia elettrica, il nucleare con il 17%, le rinnovabili al 12% ed altre fonti per un valore del 3%.

IL COMMENTO DELL’EIA

Secondo l’agenzia l’aumento del ruolo del gas naturale è dovuto alla sua flessibilità ed alla capacità di fornire elettricità anche nei momenti di picco della domanda, contrariamente alle rinnovabili ed al nucleare, la cui produzione di elettricità è il più delle volte incapace di adeguarsi alla richiesta nel tempo.

Il gas naturale prosegue dunque la propria scalata al ruolo di principale fonte energetica per la produzione di elettricità, come la stessa EIA ha stabilito nel 2019, quando il gas naturale ha prodotto la quantità record di quasi 1,6 milioni di GWH – un +8% rispetto al 2018 –. Nello stesso anno il carbone ha raggiunto il livello di generazione più basso negli ultimi 42 anni, segnando un valore di 966 000 gigawattora – il più basso dal 1976 –. Inoltre, a partire dal 2011 oltre cento centrali a carbone sono state sostituite o convertite in centrali a gas naturale.

L’EIA afferma inoltre che le centrali nucleari statunitensi potrebbero essere già al massimo della loro capacità. La questione della capacità nucleare e delle sue tendenze per il futuro è un tema su cui l’EIA ha già prodotto analisi come nel 2017: secondo l’agenzia la capacità nucleare e di generazione statunitense subirà un calo, prevedendo che entro il 2050 circa il 25% della capacità all’epoca attiva e che non aveva annunciato la chiusura sarebbe stata rimossa. Il motivo di questo calo è il fatto che quasi tutte le centrali nucleari statunitensi hanno cominciato la loro attività fra il 1970 ed il 1990, con il reattore più vecchio in funzione risalente al 1969. L’aumento pianificato della capacità nucleare è rallentato nell’ultima parte degli anni Settanta per via di fattori come il rallentamento della crescita della domanda di elettricità, costi capitali e di costruzione molto alti e l’opposizione dell’opinione pubblica. Bisogna però tenere a mente che, nonostante il pensionamento delle centrali più vecchie abbia portato ad un calo della capacità, la produzione di elettricità dal nucleare negli USA ha raggiunto il valore di 807,1 milioni di megawattora nel 2018, superando il picco di 807 milioni di megawattora raggiunto nel 2010 e ancora 12 Stati producono più del 30% della propria elettricità tramite il nucleare.

IL TEMA RINNOVABILI

Sebbene la quota di elettricità prodotta dalle rinnovabili sia inferiore a quella generata dal gas naturale, l’eolico ed il solare sono comunque una parte cruciale del mix energetico statunitense. Nello specifico, il 2019 ha visto l’installazione di 23 000 megawatt di nuova capacità di generazione di cui 9100 MW provenienti dall’eolico onshore, 8300 MW dal gas e 5300 MW dal fotovoltaico. L’eolico è dunque la fonte energetica che ha contribuito maggiormente all’aumento di capacità di generazione dell’anno passato.

Le rinnovabili mostrano anche maggiore competitività rispetto alle altre fonti energetiche, come il carbone: sempre nel 2019 il consumo annuale di fonti rinnovabili ha superato il consumo di carbone per la prima volta dal 1885.

Come detto in precedenza, il problema principale evidenziato dall’EIA è quello derivato dalle situazioni di picco della domanda, dove il gas naturale si dimostra per ora più capace di adeguamento. Le rinnovabili non-dispatchable potrebbero però vedere il proprio ruolo crescere anche grazie al fatto che sia sempre più comune vedere queste fonti energetiche già integrate con sistemi di accumulo, soprattutto batterie, grazie al calo dei costi di questa tecnologia. Questa crescente capacità di accumulo già collegata agli impianti eolici e solari potrà permettere un impiego crescente di tali fonti energetiche e di superare positivamente anche i periodi di picco della domanda.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su