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Stellantis attacca il governo: ‘senza sussidi impianti a rischio’. Sul fronte del Pnrr commissari straordinari in arrivo. Le notizie di oggi

Il governo italiano è pronto ad acquistare una partecipazione in Stellantis, nel frattempoTavares attacca: se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli stabilimenti italiani. Ci sono delle novità, invece, per quanto riguarda il Pnrr : arrivano i commissari straordinari. Ecco cosa dicono i quotidiani

Mentre il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, apre alla possibilità di acquistare una quota del gruppo automobilistico Stellantis per rilanciare la produzione automobilistica italiana, Tavares risponde al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alle accuse dell’Esecutivo italiano: “se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, allora si mettono a rischio gli stabilimenti italiani”.

Per il Pnrr, invece, sono in arrivo i commissari straordinari. L’ideatore della proposta è Raffaele Fitto, il ministro che ha la delega al Piano.

LO STATO PRONTO AD ACQUISTARE STELLANTIS

Secondo quanto riportato nella giornata di ieri da Energia Oltre, illustrando il nuovo piano di incentivi per l’acquisto di auto elettriche da 950 milioni di euro, Adolfo Urso ha parlato della possibilità che lo Stato acquisti una partecipazione nel gruppo. Lo stesso ministro, infatti, ha suggerito che l’Italia potrebbe seguire l’esempio del governo francese, che detiene una partecipazione del 6% in Stellantis.

“Se Tavares sostiene che l’Italia deve seguire l’esempio della Francia, che ha rafforzato il suo investimento attivo in Stellantis, allora possono chiedere. Possiamo discuterne insieme”, ha detto Urso.

Tutto parte dalla richiesta del governo di portare la produzione italiana di Stellantis almeno a 1 milione di unità entro il 2028, tra auto e veicoli commerciali. Anche il Sole 24 Ore oggi riprende la questione e spiega che “secondo Urso il governo ha già assecondato Stellantis su due fronti: la lotta in sede Ue sul regolamento Euro7 e i nuovi eco-bonus. «Ora sento dire che dovremmo fare come la Francia ma l’unica differenza è la presenza in forma diretta e indiretta dello Stato in Stellantis, se vogliono ragionare su questo noi ci siamo». Il ministro fa anche riferimento al recente aumento dei diritti di voto in Stellantis in capo ai soci francesi – Peugeot e lo Stato francese attraverso Bpi, saliti rispettivamente all’11,1% e al 9,6% – aumento che ha interessato anche Exor, salita al 23,13%, come previsto dal Loyalty scheme inserito nello Statuto di Stellantis”.

Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis Italia, che ha rappresentato il gruppo al tavolo del Mimit – secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore – ha ribadito gli investimenti fatti per le due nuove piattaforme Stla Medium (Melfi) e Large (Cassino): «Ora possiamo metterci tutti ai nastri di partenza – dichiara Mele – e portare la nostra energia collettiva e le nostre competenze, per ottenere il miglior risultato e per rilanciare anche la produzione delle vetture elettriche e Hybrid che già produciamo a Mirafiori, Melfi e Pomigliano».

GLI INCENTIVI

Dal 2024 – secondo quanto emerge dall’approfondimento di Energia Oltre – Roma potrebbe destinare fondi pubblici alla realizzazione di nuovi impianti produttivi in Italia. “Il piano di incentivi per l’automotive si fonda nella convinzione che si debba assolutamente cambiare rotta rispetto a quanto successo negli ultimi anni. Se quest’anno il trend non dovesse cambiare, nonostante le ingenti risorse che stiamo mettendo in campo, destineremo le ulteriori risorse del Fondo automotive esclusivamente a sostegno della nostra filiera e a incentivare nuovi stabilimenti produttivi nel nostro Paese”, ha affermato Urso.

L’azienda si è impegnata a rilanciare la produzione in Italia raggiungendo il livello del milione di veicoli, cifra raggiunta l’ultima volta nel 2017, secondo il ministro Urso. Un obiettivo che dipende da diversi fattori secondo il gruppo, tra cui maggiori incentivi, lo sviluppo di una rete di ricarica EV e minori costi energetici.

A proposito di aiuti, il Governo ha annunciato incentivi fino a 13.750 euro per i redditi più bassi per l’acquisto di un veicolo nuovo completamente elettrico dal costo fino a 35.000 euro. Incentivi superiori rispetto a quelli già in vigore. Infatti, grazie alla demolizione di una vettura a combustione interna gli aiuti statali possono arrivare fino a 10.000 euro per una ibrida plug-in da 45.000 euro. Complessivamente Roma mette in campo un programma pluriennale da circa 8 miliardi di euro.

STELLANTIS: SENZA SUSSIDI A RISCHIO GLI STABILIMENTI

Carlos Tavares, il numero uno di Stellantis, ha le idee chiare e non esita ad esprimerle. Lo fa in un’intervista a Bloomberg, nella quale risponde al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alle accuse dell’Esecutivo italiano risponde puntando il dito: «evita di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, allora si mettono a rischio gli stabilimenti italiani». Tavares, inoltre, nell’intervista risponde anche alle critiche della Meloni sul fatto che la fusione tra Fca e Psa apparisse più come una cessione di Fca ai francesi: «Non sono sempre d’accordo con il governo francese. Stellantis non è nelle mani del governo francese» dichiara.

A riprendere la questione oggi è il Sole 24 Ore che  spiega quali siano gli stabilimenti a cui si riferisce Tavares. “Mirafiori (dove si producono le Fiat 500 bev e le Maserati GT e GC) e Pomigliano (fabbrica di Fiat Panda, suv Alfa Romeo Tonale e Dodge Hornet) sarebbero i due stabilimenti maggiormente minacciati dalla mancanza di una politica efficace di sostegni alla domanda di auto elettriche”, scrive il quotidiano.

LA SITUAZIONE A MIRAFIORI E CASSINO

Per comprendere bene il quadro della situazione, Il Corriere della Sera, in un approfondimento, spiega che “a Mirafiori – l’impianto che viaggiava sopra gli altri grazie alla salita produttiva della 500 elettrica iniziata tre anni fa – si andrà rallentando: prova provata la cassa integrazione dal 12 febbraio al 3 marzo sulle linee dell’utilitaria e della Maserati. Dopo lo stop produttivo a dicembre di Maserati Ghibli e Quattroporte, è probabile che segua lo stesso destino il Levante, dato che l’azienda fornitrice di sedili, la Lear, non ha più ordinativi a partire da aprile. Restano le elettriche Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio e toccherà aspettare il 2027 per un altro suv del Tridente e il 2028 per la Quattroporte elettrica. Orizzonti lontani nella fabbrica dove un’altra 500, quella progettata da Dante Giacosa, era arrivata a sfornare 3,8 milioni di esemplari. Il 2023 in Italia per Stellantis si è chiuso con 751.384 modelli assemblati tra vetture (521.104) e veicoli commerciali (230.280), un +9,6% rispetto al 2022, ma siamo ancora lontani dal milione di modelli che auspica il governo e che l’ultima volta furono raggiunti nel 2017 (alla guida c’era ancora Sergio Marchionne)”.

“A scendere negli anni  – scrive Il Corriere della Sera -sono stati anche i dipendenti, spinti a lasciare o ad anticipare la pensione con incentivi o contratti di espansione in cambio dell’ingresso di giovani leve. Nel 2021, infatti, anno della fusione tra Fiat-Chrysler e Groupe Psa, in Italia si contavano 51.300 persone, diminuite oggi a 42.700. Basta il bilancio consolidato di Fca nel 2004 per rendersi conto del cambiamento: 160.549 risorse a livello globale, di cui 71.329 in Italia. A questi numeri vanno aggiunti — con le dovute attenzioni — quelli della componentistica: 166.800 addetti sparsi tra 2.167 imprese, che dipendono però solo al 64,5% dalla galassia Stellantis-Iveco, questo perché i fornitori lavorano per diversi carmaker. E sono ben 56.800 quelli impiegati in Piemonte, territorio d’elezione di Mirafiori, l’impianto che secondo Carlos Tavares rischia più tagli alla forza lavoro per effetto delle politiche del governo Meloni. L’altro è Pomigliano, l’unico che non ha assegnate piattaforme elettriche, ma dove la conferma della Panda fino al 2026 ha posto fine agli ammortizzatori dopo 15 anni. A Cassino invece è stato annunciato l’arrivo di una piattaforma elettrica large, nessun modello però assegnato; la salita di Maserati Grecale (+3.640, + 27%), non ha però compensato nel 2023 la flessione di Alfa Romeo Giulia e Stelvio (- 9.840, – 24%)”

PNRR, IN ARRIVO I COMMISSARI PER LE OPERE A RISCHIO RITARDI

Sul fronte del Pnrr sembrerebbe ci siano delle novità: arrivano i commissari straordinari, per attività ordinarie. Il quotidiano La Repubblica parla di una sorta di “autocommissariamento” perché l’ideatore della proposta è Raffaele Fitto, il ministro che ha la delega al Piano. “La presa d’atto che servono figure esterne, con un personale specializzato al seguito, è maturata nei ministeri che ospiteranno i commissari. Tre in tutto, in base a quanto emerge dalla norma che potrebbe tuttavia essere modificata prima del via libera finale al provvedimento che la ospita”, spiega La Repubblica.

“Entro 15-30 giorni (la data balla ancora) dall’approvazione, un commissario varcherà la soglia del ministero dell’Università, guidato da Anna Maria Bernini. Sarà la ministra a proporre il nome di “Mr Housing”, come è stato già battezzato il futuro commissario che supporterà il dicastero per raggiungere un obiettivo ambizioso, che la titolare del dicastero ha voluto preservare dalla revisione del Piano: 60 mila posti letto negli alloggi universitari entro il 30 giugno del 2026. (…) commissario potrà operare con procedure semplificate per accelerare la realizzazione o la riqualificazione degli immobili da destinare agli studentati. Due commissari, invece, al ministero dell’Interno. Uno per «assicurare la rapida realizzazione degli interventi di recupero, rifunzionalizzazione e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata ». I soldi del Pnrr (300 milioni) non ci sono più perché il governo ha cancellato l’investimento, ma il commissario arriverà ugualmente per supervisionare, insieme a una squadra di dodici componenti, i progetti dislocati nei Comuni. Al ministero affidato a Matteo Piantedosi traslocherà anche l’investimento per la realizzazione di alloggi da destinare ai lavoratori agricoli vittime di caporalato. Oggi il progetto è gestito dalla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, ma anche in questo caso il gap di competenze nel dicastero ha imposto l’arrivo del commissario, oltre al trasferimento agli Interni. Soccorso esterno per un governo che zoppica”, scrive il quotidiano.

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