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Giornali

Superbonus, Oil&gas e treni tech: ecco cosa c’è sui giornali di oggi

Dalla fine delle cessioni di credito e sconti in fattura all’aumento della produzione di petrolio e gas fino al salvataggio della Mer Mec Ferrosud che si occupa di sistemi ferroviari: cosa c’è sui giornali di oggi

Addio a cessioni del credito e sconti in fattura per chi produce solo le vecchie Cilas ma non ha iniziato i lavori, salve le zone terremotate del 2016 ma il 4 aprile sarà l’ultimo giorno disponibile per comunicare le opzioni di cessione del credito relative alle spese 2023. Intanto, secondo i dati diffusi ieri dal Global Energy Monitor, lo scorso anno i produttori di petrolio e gas hanno scoperto e dato luce verde allo sfruttamento dell’equivalente di tutte le riserve di greggio accertate in Europa ed entro la fine del decennio i valori saranno quadruplicati. Mentre nel Sud Italia il Mimit tramite il suo fondo, è entrato in Mer Mec Ferrosud per un’operazione di rilancio e sviluppo da 56,5 milioni di euro che riguarda una delle aziende più importanti per i sistemi tecnologici avanzati nell’industria ferroviaria, presente in 73 Paesi con lo scopo di rilanciare Ferrosud riassumendo non solo i 65 dipendenti rimasti ma più cassintegrati possibili del territorio, per formarli e dare loro una seconda opportunità.

SUPERBONUS, NIENTE CESSIONI E SCONTI IN FATTURA PER LE CILAS SENZA LAVORI

“Nel testo finale del nuovo decreto Superbonus spunta a sorpresa l’argine finale contro il rischio di nuovi rigonfiamenti delle spese. Lo stop è scritto al comma 5 del primo articolo, che cancella la possibilità di cessione dei crediti e sconti in fattura per chi era riuscito a spuntare le deroghe dal decreto di febbraio 2023, prenotando il diritto al vecchio trattamento grazie alla presentazione di una comunicazione asseverata di inizio lavori entro il 16 febbraio dell’anno scorso. Ora, spiega il nuovo provvedimento che sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, il diritto si perde se finora non si è sostenuta alcuna spesa”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “L’obiettivo è semplice: spuntare la spada di Damocle che ancora pende sui conti pubblici ed è prodotta dalle vecchie Cilas, che secondo il decreto dello scorso anno avrebbero potuto utilizzare il trattamento originario per tutti i tre anni della loro durata. Alzando una minaccia al momento non cifrabile sui saldi di finanza pubblica. (…)”, si legge sul quotidiano.

“L’ultima versione del decreto Blocca cessioni, frutto dell’accordo politico sulle aree terremotate e destinata ad approdare oggi in Gazzetta Ufficiale, agisce proprio sulle deroghe previste dal decreto 11 del 2023. (…) Resterà, invece, pericolosamente in mezzo al guado chi, pur avendo già avviato un cantiere, non abbia ancora effettuato spese fatturate di nessun tipo. (…)”, conclude il quotidiano.

SUPERBONUS, IL 4 APRILE ULTIMA CHIAMATA PER LE CESSIONI 110% (E 40 MLD DI EURO)

“Un disperato click day. O un gigantesco imbuto nel quale molti non riusciranno a farsi spazio. Con il rischio di perdere, almeno in parte, le detrazioni maturate. Il 4 aprile era, fino a poche ore fa, la prima scadenza segnata sul calendario di imprese, cittadini e professionisti italiani per comunicare le opzioni di cessione del credito relative alle spese 2023. In caso di ritardi, c’era il salvagente del 15 ottobre, il termine per la sanatoria (a pagamento) della remissione in bonis. Con il decreto Blocca cessioni, approvato martedì dal Consiglio dei ministri, questa scadenza si è trasformata in una gigantesca ghigliottina, che taglierà fuori migliaia di contribuenti ritardatari. Il tempo supplementare del 15 ottobre, infatti, è stato improvvisamente cancellato, per tenere a freno la corsa dei conti pubblici. Il risultato è che, adesso, non ci sono alternative al 4 aprile”.

La corsa verso questo click day coinvolgerà oltre 40 miliardi di potenziali crediti fiscali: per la precisione 48,4 miliardi di euro. Sono tante, infatti, le detrazioni relative al superbonus, in base al monitoraggio mensile di Enea, maturate nel corso del 2023. Non tutte le spese dell’anno scorso – va ricordato – sono cedibili: per avere questa chance, infatti, era essenziale avere una Cilas presentata entro il 17 febbraio scorso. Si può presumere, comunque, che la gran parte delle spese effettuate nel 2023 riguardi cantieri aperti ormai da mesi che, quindi, non ricadevano nel divieto fissato dal Governo a febbraio dello scorso anno (attraverso il Dl n. 11/2023). È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “(…) Partendo dai dati Enea sugli investimenti medi realizzati con il superbonus, si vede che l’agevolazione genera circa 55mila euro di detrazioni per ogni unità in condominio (quindi, quattro rate da 13.750 euro). Incrociando questi dati con le statistiche fiscali delle dichiarazioni 2022, si vede che un carico di detrazioni del genere è sopportabile per redditi sopra la soglia di 50mila euro. Solo 2,5 milioni di contribuenti sono sopra questo limite; quelli sotto questo livello di reddito sono 38,9 milioni. La gran parte di chi ha effettuato ristrutturazioni, insomma, senza cessione del credito e sconto in fattura rischia di mandare in fumo almeno una parte delle agevolazioni. (…)”, si legge ancora sul quotidiano.

ENERGIA, I NUOVI POZZI OIL&GAS FANNO DERAGLIARE LA TRANSIZIONE VERDE

“’Allontanarsi dai combustibili fossili in modo ordinato ed equo’: è il sofferto accordo raggiunto dalla Conferenza Onu sul clima di Dubai, la Cop28 di fine del 2023. Non è tuttavia quello che accade, anzi. Secondo i dati diffusi ieri dal Global Energy Monitor, ‘lo scorso anno i produttori di petrolio e gas hanno scoperto e dato luce verde allo sfruttamento dell’equivalente di tutte le riserve di greggio accertate in Europa» ed entro la fine del decennio i valori saranno «quadruplicati’”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “Mentre gli investimenti in eolico e solare accelerano, ma faticano a tenere il passo necessario per la transizione verde; mentre in Europa la spinta del Green Deal cede sotto le resistenze delle lobby; la produzione di combustibili fossili avanza, nonostante ‘il consenso scientifico sul fatto che lo sviluppo di nuovi giacimenti sia incompatibile con l’obiettivo di frenare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi’ a fine secolo, denuncia Global Energy Monitor”, prosegue il quotidiano.

“Secondo i dati del rapporto, almeno venti giacimenti di petrolio e gas hanno raggiunto lo stadio finale di autorizzazione nel 2023, sancendo l’estrazione di otto miliardi di barili di petrolio equivalente (Boe). Entro la fine del decennio, si dovrebbe raggiungere quota 31,2 miliardi di Boe, in 64 nuovi giacimenti. (…) Negli ultimi due anni, sottolinea il Global Energy Monitor, sono invece stati annunciati 50 nuovi progetti Oil&gas e per 45 è stata presa la decisione finale sfruttamento. (…) Le cinque maggiori compagnie del settore – Shell, BP, Chevron, ExxonMobil e TotalEnergies – hanno accumulato profitti per oltre 261 miliardi di euro in due anni, secondo un rapporto di Global Witness. Intanto, le emissioni di gas serra del settore energetico, anziché scendere, non fanno che aumentare (+1,1% nel 2023 secondo la Iea) e si assottiglia sempre più il carbon budget, vale a dire la quantità di anidride carbonica che si può immettere in atmosfera prima che il global warming infranga il tetto di 1,5 gradi. (…)” si legge sul quotidiano.

TRENI TECH, IL FONDO DEL MIMIT ENTRA IN MER MEC FERROSUD

“Un’operazione di rilancio e sviluppo da 56,5 milioni di euro che, in parte, è anche la realizzazione di un sogno. Nel 2023 il gruppo Mer Mec acquisisce Ferrosud: la storica azienda di Matera specializzata nella produzione di rotabili che occupa un’area enorme (230 mila metri quadrati tra Puglia e Basilicata) è in grandi difficoltà. Dei quasi mille dipendenti ne sono rimasti 65 in cassa integrazione. Mer Mec — una potenza nel campo dei sistemi tecnologici avanzati nell’industria ferroviaria, presente in 73 Paesi — fa capo alla Angel Holding, con base a Mola di Bari, fondata dal cavaliere Vito Pertosa. Che ha un obiettivo: rilanciare Ferrosud riassumendo non solo i 65 dipendenti rimasti ma più cassintegrati possibili del territorio, per formarli e dare loro una seconda opportunità. Entro l’estate saranno rientrati tutti i lavoratori, poi prevede centinaia di nuove assunzioni. ‘Mi aiuterà a prendere punti in cielo, a terra li ho già presi’, dice con trasporto Pertosa, 64 anni, che ha appena sottoscritto un accordo per un investimento complessivo da 56,5 milioni di euro per far tornare grande Ferrosud”. È quanto scrive il Corriere della Sera di oggi. “Uno degli aspetti che più ha dato soddisfazione all’imprenditore è stato l’interesse politico trasversale: (…)”, ha proseguito il quotidiano.

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