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Superbonus, sì o no alla proroga? La situazione

Forza Italia e Fratelli d’Italia spingono per arrivare al CdM del 28 dicembre con un provvedimento. Sul tavolo, il prolungamento del Superbonus per i condomini con ampio stato di avanzamento lavori. Ma si dibatte anche sulle percentuali

Quando si dice, tirarla fino alla fine. Il 2023 economico dell’esecutivo Meloni sembra non finire mai. Dopo la spaccatura registrata ieri sul voto al Mes e i risultati ottenuti in Ue sul nuovo Patto di Stabilità, gli ultimi giorni dell’anno saranno dedicati a emendamenti in extremis sulla Manovra e alla questione specifica del Superbonus. Sul quale si continua a dibattere.

CHE SUCCEDE SUL SUPERBONUS

“A me interessa la sostanza non quale sia lo strumento. Ho condiviso il Superbonus per rilanciare l’edilizia ma non la spesa senza controllo di cui è responsabile il governo Conte”, dice oggi al Sole 24 Ore il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Quello che Forza Italia ha chiesto e continua a chiedere è di agire e confrontarsi con buon senso: è vero che molti imbroglioni hanno frodato lo Stato ma ci sono tanti italiani onesti che lo hanno utilizzato per mettere a posto i loro condomini. Parliamo di lavori che sono al 70% e che in un mese o due potrebbero essere agevolmente completati. E’ questo il buon senso di cui parlo e che invito a seguire per non mettere in grave difficoltà proprio quelle famiglie e imprese che hanno seguito le regole”.

La sintesi delle richieste di Forza Italia è tutta in queste parole. Che da giorni sono distanti con le intenzioni del resto del governo. Difficile, anzi totalmente fuori tema, vedere una vicinanza tra gli azzurri e il Movimento Cinque Stelle, artefici di questa misura che l’esecutivo Meloni sta abolendo. Piuttosto, la posizione del partito berlusconiano è di arrivare alla fine con più cautela.

Come? Salvando i condomini che dichiarino uno stato di avanzamento dei lavori (Sal). Ma il successivo punto di discussione è proprio sulla percentuale di questo avanzamento. 60-70%, vorrebbe Fi, contro l’80-85% a cui sta pensando il Ministero guidato da Giancarlo Giorgetti.

IL TEMA DEI COSTI

Terzo problema: il principale, quello dei costi. Il senatore di Fratelli d’Italia Quintino Liris ha proposto un San al 31 dicembre per interventi con cessione del credito e sconto in fattura a una consistenza almeno del 30%. In termini economici, si dovrebbero spostare due miliardi dal bilancio 2024 a quello attuale, sfruttando i 15 miliardi extra del decreto Anticipi.

La proposta azzurra, invece, farebbe sì che al 2024 slitterebbero 4mld di lavori da 1,6mld extra per il quadriennio 2024-2027. In caso di ok ad entrambe le vie, queste cifre si abbasserebbero a 800milioni in quattro anni e 2mld di lavori anticipati al 2023.

CHI SALVA IL SUPERBONUS

“l Superbonus poteva e doveva essere intenzionalmente progressivo e più selettivo ma un conto è rivederlo salvandone la ratio, un conto è smantellarlo in toto, condannando i poveri a vivere in abitazioni inefficienti”, scrive oggi sul Fatto Quotidiano Giovanni Carrosio. “La destra che è al governo associa la misura a chi ristruttura castelli, ma lo sconto in fattura è servito per il 43% a condomini e l’investimento aiuta i meno abbienti e la sanità italiana”.

Sui vantaggi della misura, pochi giorni fa il presidente del M5S ed ex premier Giuseppe Conte ha detto a Radio24 che con il Superbonus da un euro investito se ne sono avuti tre di ritorno, unitamente a un milione di occupati in più, risparmi annui per mille euro ad unità abitativa, 35mld di risparmio energetico complessivo, un balzo del Pil al 12% in due anni.

A controbattere alle cifre esposte, però, il giornalista e conduttore di 24 Mattino Simone Spetia ha fatto notare che le stime citate non erano legate solo al Superbonus. I posti di lavoro ottenuti e direttamente legati alla misura grillina sono 300mila secondo il Mef, 170mila per l’Ance. E sul Pil va considerato il rimbalzo post-pandemico.

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