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Terminale Gnl Rovigo

Il terminale gnl di Rovigo sta per passare a Vitol

Tutto sull’acquisizione di Adriatic Lng, il maggiore terminale di importazione di gnl in Italia

L’affare di vendita del terminale di importazione di gas naturale liquefatto (gnl) di Rovigo (Porto Levante, Porto Viro) si sta per concludere dopo un anno. A beneficiarne, secondo due fonti sentite da Reuters, è Vitol tramite la società VTTI.

Tutti i dettagli.

ADRIATIC LNG PASSA DA EXXON-QATARENERGY A VITOL

Il terminale appartiene per il 70,68% a Exxon e per il 22% a QatarEnergy, mentre Snam mantiene il 7,3%. Proprio la società guidata oggi da Stefano Venier, una volta formalizzato l’accordo – dettaglia l’agenzia internazionale – “avrà 45 giorni di tempo per decidere se esercitare il suo diritto di primo rifiuto per aumentare la sua partecipazione nel progetto”. Una possibilità, questa, che darebbe concretezza a quanto previsto a gennaio proprio da Venier nei programmi del gruppo: aumentare la presenza di Snam fino al 30%.

Come dettaglia, invece, MF-Milano Finanza “l’accordo, potrebbe valutare l’intero terminale  a circa 800 milioni di euro, fornirebbe a VTTI un ruolo significativo nel mercato europeo del gnl in un momento in cui i flussi di gas liquefatto verso l’Italia sono in aumento”.

L’IMPORTANZA DEL TERMINALE GNL DI ROVIGO

Il terminale Adriatic LNG si trova a circa 15 chilometri al largo della costa veneta, rigassifica fino a 9 miliardi di metri cubi di gas naturale annui ed è l’unico dei terminali italiani a poter accogliere le navi da 217mila metri cubi con gas liquefatto.

L’Italia, come noto, ha attinto in grande quantità al gas liquido per sostituire le forniture russe dopo l’invasione ai danni dell’Ucraina scattata il 24 febbraio 2022.

COSA FA VITOL, CHE VUOLE PRENDERSI IL TERMINALE ADRIATIC LNG

Quanto a Vitol, la società di commercio di materie prime è di recente emersa nelle cronache italiane per la acquisizione della quota dei Moratti di Saras.

Ma cosa fa Vitol nel dettaglio? Ne abbiamo parlato anche su Startmag. Si tratta di una società privata con quattrocento dipendenti, che non è in borsa, dunque non obbligata a rendere note sue informazioni economiche. Nel 2022, però, come raccontato dal Financial Times, il gruppo ha fatto quasi 15 miliardi di dollari di utili come non mai da sei anni e ricavi da 506 miliardi di dollari (nel 2021 furono 279mld). Come prevedibile, grazie all’escalation di prezzi energetici scattata dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Sempre nel contesto della nuova geopolitica energetica post 24 febbraio 2022, Vitol nel 2023 ha segnato volumi di commercio di gnl pari a 17,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

A marzo dell’anno scorso la società rivelò che i volumi del commercio di gas liquefatto erano cresciuti a 17,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio grazie all’aumento della domanda in Europa, che aveva urgenza di trovare forniture alternative a quelle russe. Quanto al petrolio greggio, invece, nel 2022 i volumi di Vitol sono diminuiti rispetto al 2021, a 199,5 milioni di tonnellate, per via del distacco dalle attività in Russia.

 

 

 

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