Per il ministro dei Trasporti “l’Italia – con Francia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Ungheria – ha i numeri per bloccare questo salto nel buio”
“L’elettrico è una delle possibilità su cui puntare in futuro, ma non è l’unica. Noi siamo per la libertà di scelta da parte dei cittadini e delle imprese”. Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell’Automotive Dealer Day a Verona. “Come ministero – ha spiegato Salvini – stiamo lavorando per aumentare il numero di colonnine e sulle ricariche a idrogeno. Ovviamente servirà del tempo, perché puntare solo sull’elettrico significa mettersi nelle mani della Cina e mettere a rischio l’intero settore produttivo italiano. È fondamentale valutare anche altre soluzioni”.
COSA PREVEDE LA DIRETTIVA EURO 7
La direttiva Euro 7 punta a raggiungere un calo delle emissioni di ossidi di azoto NOx del 35%, facendo scendere il limite a 60 mg/km, traguardo molto inferiore rispetto a quello fissato oggi per le diesel (80 mg/km). La norma dispone anche una riduzione delle particelle prodotte da freni e batterie del 27%. Il particolato proveniente dagli scarichi dovrà essere inferiore del 13%.
La direttiva per autoveicoli e furgoni entrerà in vigore nel luglio 2025, mentre i veicoli pesanti avranno tempo fino al 2027.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA E DI ALTRI PAESI UE
Per Salvini la proposta di regolamento Euro 7 è “chiaramente sbagliata” e nemmeno utile dal punto di vista ambientale. “L’Italia – con Francia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria, Polonia e Ungheria – ha i numeri per bloccare questo salto nel buio. Ora siamo una minoranza di blocco, vogliamo diventare maggioranza”.
I produttori automobilistici europei hanno reagito contro le proposte di regolamentazione sulle emissioni – che ritengono troppo costose, affrettate e inutili -, mentre la Commissione europea le ritiene necessarie per ridurre le emissioni nocive e prevenire il ripetersi dello scandalo Dieselgate.