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Green New Deal

Come Trump sfida Merkel e Putin e prova a bloccare Nord Stream 2

Donald Trump chiede alla Merkel di fermare la costruzione del Nord Stream 2 in cambio dell’esenzione dai dazi sull’import di alluminio e acciaio. La Merkel   avrebbe una controproposta, ma potrebbe non bastare a Donald Trump

Se l’Europa vuole l’esenzione dai dazi  su acciaio e alluminio, la Germania dovrà bloccare la costruzione del  Nord Stream 2. E’ questa la proposta fatta da Trump ad Angela Merkel, che ora dovrà cercare una soluzione per non offendere la Russia. Per l’America, il gasdotto rappresenta una minaccia per la sicurezza dell’Occidente (ma anche per il commercio Usa) e la Merkel avrà la delicata impresa di trovare un difficilissimo compromesso.

COSA CHIEDE DONALD TRUMP ALLA GERMANIA

Trump, come scrive il Wall Street Journal, chiede alla Germania di rinunciare al progetto del gasdotto Nord Stream 2, in cambio dell’esenzione permanente per la Ue dai dazi americani sull’import di alluminio e acciaio.

PROBLEMI PER LA SICUREZZA

La giustificazione avrebbe a che fare con la sicurezza dell’Occidente. L’America si dice preoccupata sia sul fronte militare che su quello dell’intelligence: la costruzione del tubo, infatti,  consentirebbe alla Russia di piazzare sotto il mar Baltico degli strumenti e tecnologie di monitoraggio dei Paesi occidentali.

INTERESSE COMMERCIALE

Ma dietro alla richiesta a stelle e strisce, in realtà, ci sarebbe un interesse commerciale.  L’America, nel 2016, con un voto del Congresso che risale al 2014, ha dato il via all’export di gas naturale liquefatto (Lng) in tutto il mondo. Negli scorsi mesi, il metano a stelle e strisce, trasportato su navi cisterna (viene rigassificato alla consegna) partite da Sabine Pass, il terminal al confine tra Texas e Louisiana gestito da Cheniere Energy, è approdato in Asia, in Africa e in Europa.

L’ingresso sul mercato europeo dell’America apre nuovi scenari strategici e ridimensiona il dominio Russo. Mosca controlla il 35% del fabbisogno del Vecchio continente, per un totale di 122 miliardi di metri cubi. Ben 13 Paesi dell’Unione dipendono dal Paese di Putin per il 75%

LAVORI GIA’ INIZIATI

Il pressing americano sembra essere cosa vecchia, eppure i lavori sarebbero già stati avviati. Martedì, infatti, sono stati inaugurati i cantieri nelle acque territoriali tedesche. Il  gasdotto, lungo 1.200 km, porterà il gas russo in Germania, attraversando la regione del Baltico (in parallelo al primo Nord Stream).
Ad occuparsi della costruzione è il consorzio guidato da Gazprom con le tedesche Uniper e Wintershall, l’anglo-olandese Shell, la francese Engie e l’austriaca Omv.

ALLA RICERCA DI UN COMPROMESSO

Angela Merkel, a Sochi, come scrive il Wall Street Journal, è alla ricerca di un importante compromesso che possa accontentare gli Usa e risparmiare all’Ue i dazi su alluminio e acciaio senza offendere Putin. In particolare, la Merkel proverà a rassicurare le preoccupazioni americane riguardo a Kiev, facendo promettere a Putin di garantire il transito di gas attraverso l’Ucraina, e le relative entrate in diritti di passaggio, anche una volta ultimato Nord Stream 2. Ma la soluzione non è detto che accontenterà Donald Trump.

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