Conciliare l'esigenza di realizzare infrastrutture elettriche strategiche per il Paese con la necessità di tutelare…
Turchia-Egitto, guerra per lo sfruttamento di gas e petrolio

Si inasprisce il conflitto Egitto-Turchia su confini elle campagne esplorative per lo sfruttamento di gas e petrolio nel Mediterraneo
Il Mediterraneo orientale sarà certamente una delle zone più importanti per la produzione di gas nel prossimo futuro. Ma anche una zona al centro di aspri conflitti di interesse, in cui Egitto, Cipro e Turchia si contendono i confini delle campagne esplorative per lo sfruttamento di gas e petrolio.
Proprio nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri turco, Mouloud Jawish Oglu, sosteneva che la Turchia non avrebbe riconosciuto l’accordo del2013 tra Egitto e Cipro sulla definizione dei confini nel Mar Mediterraneo per lo sfruttamento di giacimenti di gas e petrolio. In risposta, il portavoce del ministero degli Esteri dell’Egitto, Ahmed Abou Zaid, ha reso noto che nessuno puo’ discutere la validità legale dell’accordo sui confini tra Egitto e Cipro, in cui si demarcano e definiscono le zone di sfruttamento esclusivo delle risorse naturali in quell’area del Mediterraneo.
La questione non è certo cosa nuova. Da sempre, infatti, la Turchia prova ad avere un ruolo da protagonista nel nuovo hub del gas. E già nel lontano (nemmeno tanto) 2013, appariva chiaro quanto fosse tesa la situazione. Ankara cinque anni fa rivendicava (senza motivazione basata su norme di diritto internazionale) una serie di pretese sui sei lotti che Cipro aveva affidato ad alcune aziende internazionali, tra cui l’italiana Eni, per i diritti di esplorazione e sfruttamento della Zee, la Zone Economica Esclusiva (a breve dovrebeb esserci assegnazione di altri lotti). Nel luglio 2013 la stampa greca diffuse la notizia che un missile turco era stato lanciato contro una nave italiana che effettuava dei rilievi piazzando cavi sottomarini per conto di Cipro. La notizia non fu confermata né smentita dalle autorità e neanche dalla rappresentanza consolare italiana a Nicosia, ma senza dubbio era un segnale di quelli che sarebbero stati gli scenari futuri. A questo aggiungiamo anche che la nave oceanografica turca Barbaros, dal 2013 “insegue” le navi straniere impegnate nei rilievi tecnici per lo sfruttamento del gas.