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Tutte le ultime novità sulla direttiva Case green

Nei giorni scorsi, la Commissione Itre del Parlamento europeo ha votato a maggioranza a favore dell’accordo raggiunto nel trilogo con il Consiglio sulla direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici (cosiddetta “case green”), con 38 voti a favore, 20 contro e 6 astenuti

Importante passo avanti per la direttiva europea EPBD, la cosiddetta “Case green”, che riguarda la prestazione energetica degli edifici, responsabili del 40% del consumo energetico europeo e del 36% delle emissioni di gas serra.

Nei giorni scorsi, la Commissione Itre (Industria, Ricerca ed Energia) del Parlamento europeo ha votato a maggioranza a favore dell’accordo raggiunto nel trilogo con il Consiglio sulla direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici, con 38 voti a favore, 20 contro e 6 astenuti. Il testo ora passerà alla Plenaria, prevista a febbraio. Il testo quindi sta andando nella direzione sostenuta dal Consiglio Ue e da alcuni Paesi, tra cui l’Italia, in cui il 53,7% delle case risale a prima del 1970.

CASE GREEN: I PIANI NAZIONALI DEI SINGOLI PAESI

Un’importante novità è quella che riguarda l’articolo 9, il passaggio più rilevante della direttiva EPBD. Se, infatti, fino a qualche settimana fa, si era ipotizzato di indicare dei requisiti stringenti per i singoli edifici, senza lasciare spazio di manovra ai Paesi membri, questo passaggio è stato rivisto. L’attuale testo della direttiva non prevede dei requisiti di ristrutturazione per singoli edifici basati su classi energetiche, ma i Paesi potranno definire un loro piano nazionale di ristrutturazione, basandosi sulla media dell’intero patrimonio edilizio e sul sistema di classi energetiche di ciascuno Stato.

EFFICIENZA ENERGETICA ED EMISSIONI

Il 2050 è l’anno target in cui, alla fine del processo, si dovrà raggiungere un patrimonio edilizio a zero emissioni. Da qui al 2050, i Paesi dovranno assicurare un miglioramento nell’efficienza energetica degli edifici, che dovrà basarsi però non più sulla classe di efficienza degli immobili, ma sulle medie di consumo.

La direttiva case green impone inoltre agli edifici residenziali più inquinanti di ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Gli edifici non residenziali dovranno ridurlo del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a zero emissioni, mentre per quelli pubblici l’obbligo scatterà a partire dal 2028. L’installazione di pannelli solari sarà obbligatoria solo per i nuovi edifici pubblici e non residenziali molto grandi (con delle eccezioni), per gli edifici residenziali sarà facoltativa.

CASE GREEN: I REQUISITI DI RISTRUTTURAZIONE

Tra gli aspetti più delicati ci sono stati i requisiti di ristrutturazione. Inizialmente erano previsti  obblighi e tempi per ciascuna categoria di edificio: quelli pubblici e non residenziali sarebbero dovuti rientrare nella classe E entro il 2027 (ed entro il 2030 nella D), gli edifici residenziali almeno nella classe E dal 2030 (e dal 2033 nella D). La direttiva puntava ad efficientare in via prioritaria il 15% degli edifici più energivori, appartenenti alla classe energetica G, la più bassa.

In Italia appartengono a questa categoria circa 1,8 milioni di edifici residenziali.

Da sottolineare il vincolo che la maggior parte delle ristrutturazioni riguardi il 43% meno performante del patrimonio edilizio. Una condizione necessaria a far sì che gli obiettivi non vengano raggiunti solo attraverso nuovi immobili.

L’ABBANDONO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI

Un altro importante tema che la direttiva EPBD coinvolge è quello dell’abbandono dei combustibili fossili, soprattutto per quanto riguarda le caldaie a gas metano nelle case. In questo senso, l’Ue ha deciso di posticipare di 5 anni la data del bando completo, dal 2035 al 2040. Se gli incentivi fiscali per le caldaie a gas saranno cancellati a partire dal 2025, sarà consentito elargire degli incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.

GLI EDIFICI ESCLUSI DALLA DIRETTIVA CASE GREEN

Gli obblighi di efficientamento energetico riguardano gli edifici residenziali e non residenziali, ma ci sono delle eccezioni.

– immobili vincolati: edifici soggetti a tutela per motivi culturali, storici o artistici

– edifici religiosi

– edifici destinati ad un uso temporaneo (es: strutture fieristiche)

– siti industriali

– edifici destinati ad attività agricole (stalle, magazzini…)

– seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all’anno (case al mare, in montagna…)

– edifici autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadri

– edifici delle forze armate e con scopi di difesa

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