Si tratta di un’evoluzione notevole nella strategia dell’Ue che si è concretizzata dopo che Germania e Ungheria avevano rimandato per settimane un accordo sul gas.
Gli ambasciatori dell’Unione europea, riuniti nel Coreper, hanno dato il via libera a una nuova serie di sanzioni contro la Russia, prendendo di mira per la prima volta le forniture di gas naturale liquefatto (Gnl). La decisione, raggiunta questa mattina, è arrivata dopo che la dura opposizione di Germania e Ungheria ha bloccato un accordo per settimane, anche se su diverse parti del pacchetto.
Le sanzioni, che rompono di fatto un tabù, rappresentano il 14esimo pacchetto applicato dal febbraio 2022 e arrivano in un momento delicato sul campo di battaglia, mentre le truppe russe cercano di sfruttare il loro rinnovato slancio per ottenere ulteriori guadagni territoriali, sopratutto nella regione di Kharkiv.
COSA PREVEDE IL NUOVO PACCHETTO DI SANZIONI
Il pacchetto è il risultato di lunghe trattative tra gli ambasciatori, che hanno trascorso settimane a discutere di dettagli altamente tecnici. Anche se non colpiranno in toto l’export di Gnl russia verso l’Ue vieteranno ai porti europei di rivendere il gas liquefatti russo dopo il suo arrivo e bloccheranno i finanziamenti per i terminali dell’Artico e del Baltico previsti dalla Russia.
“Questo pacchetto incisivo negherà ulteriormente alla Russia l’accesso alle tecnologie chiave. Spoglierà la Russia di ulteriori entrate energetiche. E affrontare la flotta ombra di Putin e la rete bancaria ombra all’estero”, ha commentato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
I welcome the agreement on our 14th sanctions package against Russia.
This hard-hitting package will further deny Russia access to key technologies.
It will strip Russia of further energy revenues.
And tackle Putin’s shadow fleet and shadow banking network abroad. https://t.co/iquZOtEOWf
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 20, 2024
ALLA RUSSIA OLTRE 8 MILIARDI DI EURO PER IL GAS
Il Centro per la ricerca sull’energia e l’aria pulita (Crea), un’organizzazione indipendente che segue i combustibili fossili russi, stima che nel 2023 l’Ue ha pagato 8,3 miliardi di euro per 20 miliardi di metri cubi di Gnl russo, pari al 5 per cento del consumo totale di gas. Belgio, Francia e Spagna sono stati i principali punti di ingresso del gas liquefatto russo.
Circa il 22 per cento di queste forniture (4,4 miliardi di metri cubi) sono state trasbordate a livello globale, con 1,6 miliardi di metri cubi inviati ad altri Stati membri, secondo il Crea. Il resto è stato destinato a Cina, India, Turchia e altri clienti.
Le cifre riflettono il ruolo di primo piano dell’Occidente nell’assicurazione dei carichi e nei servizi di spedizione: l’anno scorso, l’industria marittima dei Paesi del G7 ha gestito il 93 per cento delle esportazioni di Gnl della Russia, un trasporto valutato in 15,5 miliardi di euro.
Mentre le sanzioni sul GNL sono state approvate, i negoziatori stanno ancora discutendo su un’altra proposta che riguarda la Bielorussia, una porta secondaria che consente alle merci sanzionate di raggiungere la Russia. Secondo due diplomatici dell’Ue, secondo quanto si legge su Politico, la questione verrà discussa nel pomeriggio. Germania e Francia hanno bloccato questi piani per paura che possano avere un impatto sulle vendite di beni di lusso.
UE A CACCIA DI GAS
Dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte di Mosca, l’Ue ha ridotto di circa due terzi la propria dipendenza dal gas di Mosca. Ma ha continuato a importare e rivendere il Gnl russo, rappresentando una fonte di grave imbarazzo per l’Unione europea. Le nuove sanzioni dell’Ue intendono frenare questa attività e limitare la capacità della Russia di raccogliere fondi per la guerra all’Ucraina. Le sanzioni riguardano anche tre progetti di Gnl con sede in Russia non ancora operativi, che Reuters ha identificato come Arctic LNG 2, Ust Luga e Murmansk.