Secondo l’associazione, l’Ue installerà in media 29 GW all’anno oltre il 2024-30 portando ad una capacità installata di eolico a 393 GW nel 2030. Per gli obiettivi climatici ed energetici ne servono 425 GW.
L’obiettivo dell’Ue in materia di energia eolica per il 2030 è a portata di mano. A dirlo, un nuovo rapporto di WindEurope, associazione non-profit dedicata al settore eolico.
Tutti i dettagli.
EUROPA CON L’EOLICO IN POPPA?
Secondo i nuovi dati annuali pubblicati oggi da WindEurope, si può ragionare con ottimismo sul futuro dell’energia del vento nel Vecchio Continente. E allora, le prospettive da qui a sette anni si spiegano con due fattori: i i miglioramenti nella concessione dei permessi e un rimbalzo degli investimenti. L’associazione ricorda che già lo scorso anno, l’Ue ha impresso una svolta politica al settore alla quale serve dare seguito. “La più grande minaccia ora all’espansione accelerata dell’eolico è l’espansione tempestiva delle reti elettriche onshore e offshore europee”. Occorre ripartire dall’impegno arrivato da Bruxelles a dicembre 2023 con la firma della Carta europea del vento da parte di 26 Stati membri e 300 aziende e il varo di quindici azioni concrete per sostenere il settore.
I numeri sono a favore di questa svolta: il 2023 ha visto segnare un nuovo record di installazioni a livello di Ue, 16,2 GW (18,3 in tutta Europa) di cui il 79% onshore e oltre 1GW dal rifornimento di vecchie turbine. Mentre per l’offshore è stato toccato il record di 3,8 nuovi GW installati. In termini di Paesi, invece, nella top 3 troviamo Germania, Paesi Bassi e Svezia. La Danimarca ha registrato la maggior quota di eolico (56%) nel proprio mix elettrico. In tutta l’Unione, invece, la quota dell’eolico nel consumo totale di elettricità è stata del 19%, mentre la produzione totale è stata pari a 466 TWh (erano 412 TWh nel 2022).
Sui permessi, dicevamo, le cose stanno migliorando. “L’Europa – ricorda WE – ha approvato significativamente più permessi per i nuovi parchi eolici onshore nel 2023 rispetto agli anni precedenti. Ciò è in gran parte dovuto alle nuove norme dell’Ue sulle energie rinnovabili che lo consentono. La Germania e la Spagna hanno permesso il 70% in più di vento onshore rispetto al 2022 – con la Germania che ha visto un impressionante 7,5 GW. Anche Francia, Grecia, Belgio e Regno Unito hanno visto volumi di autorizzazione più elevati”.
GLI SCENARI DI WINDEUROPE
Ecco allora che ci sono tutte le premesse per guardare con il sorriso al periodo 2024-2030. In termini di progetti, investimenti, autorizzazioni e aste governative.
La previsione di WindEurope è che “l’Ue installerà in media 29 GW all’anno oltre il 2024-30. Ciò porterà la capacità eolica installata dell’Ue a 393 GW nel 2030, rispetto ai 425 GW necessari per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici dell’Europa”.
Nei prossimi sette anni, incluso quello corrente, “due terzi delle nuove installazioni continueranno ad essere onshore. Ma le installazioni eoliche offshore riprenderanno rapidamente verso la fine del decennio. Nel 2030 le nuove installazioni offshore saranno quasi le stesse delle nuove installazioni onshore”, spiega il report.
Per aumentare le installazioni eoliche annuali da 16 a 29 GW occorre accelerare sulle reti elettriche. In Germania si registrano ritardi in questo senso. Ma oltre a ciò servono nuovi, vasti e pronti investimenti sui porti e le infrastrutture di trasporto.
Gli investimenti nella nuova capacità di energia eolica sono aumentati già nel 2022, nel frattempo sono migliorate le condizioni economiche favorendo investimenti nell’offshore per 30mld di euro nel 2023 (nel 2022 furono solo 0,4mld). “Il pacchetto e la Carta – ricorda il rapporto – impegnano i governi nazionali a sostenere l’industria eolica europea migliorando la progettazione delle aste: indicizzare completamente i prezzi in modo che le entrate riflettano i costi; inasprire i criteri di pre-qualificazione per alzare l’asticella su quale tipo di turbine può essere costruita in Europa; e dare una visibilità più chiara sui programmi d’asta ai volumi in modo che l’industria possa pianificare meglio. Il pacchetto impegna inoltre la Commissione europea a sostenere l’industria eolica attraverso il Fondo per l’innovazione e la Banca europea per gli investimenti per offrire controgaranzia a sostegno della vendita di attrezzature”.
C’è anche il Net-Zero Industry Act (NZIA) dell’Ue recentemente accordato e che sancisce ora nella legge la necessità di inasprire i criteri di pre-qualificazione e fissa un ambizioso obiettivo di 36 GW all’anno per la produzione di turbine eoliche in tutta Europa.
“Le cose stanno guardando di nuovo per il vento in Europa”, dice il Ceo di WindEurope Giles Dickson. “Il permesso è migliorato grazie alle nuove norme dell’UE. Gli investimenti sono aumentati. I volumi record vengono messi all’asta e costruiti. E i governi si sono impegnati con il pacchetto e la Carta dell’energia eolica per rafforzare l’industria europea dell’energia eolica. L’industria a sua volta si sta riprendendo. La catena di approvvigionamento eolico dell’Europa sta tornando al profitto e sta costruendo le nuove fabbriche necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’UE. Ora siamo fiduciosi di poterci avvicinare all’obiettivo dell’UE secondo cui l’eolico è il 35% dell’elettricità entro il 2030, rispetto al 19% di oggi, a condizione che l’Europa acceleri la costruzione di reti per collegare tutti i nuovi parchi eolici”.