La Corte UE ha dato ragione a Eni, Eni Gas&Power France e Uprigaz contro il decreto che obbligava i fornitori di gas naturale a detenere scorte sufficienti a ottemperare gli obblighi sulla sicurezza dell’approvvigionamento esclusivamente nel territorio nazionale
Gli Stati membri dell’Unione Europea non potranno obbligare i fornitori di gas naturale a detenere scorte sufficienti per soddisfare gli obblighi sulla sicurezza dell’approvvigionamento esclusivamente nel territorio nazionale. Questa la decisione della Corte di Giustizia UE.
La Corte ha dato dunque ragione a Eni, Eni Gas & Power France e Uprigaz, accettando il ricorso a favore dell’annullamento del decreto presentato al Consiglio di Stato francese.
Le società hanno chiamato in causa il Conseil d’Etat per far annullare un decreto francese che, a loro parere, sarebbe contro il regolamento dell’Ue sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale. Secondo loro, il decreto francese amplierebbe illegittimamente la definizione dei “clienti protetti” prevista dal regolamento, includendo i clienti non domestici collegati alla rete di distribuzione che non hanno accettato contrattualmente una fornitura interrompibile. Sulla base del regolamento Ue, la definizione dei clienti protetti è importante perché impone una serie di obblighi ai fornitori di gas per garantire, in caso di crisi, la sicurezza dell’approvvigionamento dei clienti più vulnerabili.
Nella sentenza, la Corte europea di giustizia ha stabilito che gli obblighi supplementari di stoccaggio non devono distorcere la concorrenza, od ostacolare il funzionamento del mercato interno del gas, né influire negativamente sulla capacità di un altro Stato membro di garantire l’approvvigionamento dei suoi clienti protetti in caso di emergenza.
La Corte ha poi ritenuto che una normativa che impone ai fornitori di gas naturale di detenere scorte sufficienti di gas necessariamente ed esclusivamente nel territorio nazionale è incompatibile con il diritto dell’Ue.