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Gasdotti

Con Tap 10% in meno di bolletta ma il governo segue il modello Ilva: ci vediamo a settembre!

Tra Beppe Grillo che dice no e il premier Conte che dice si, Di Battista che dice no arriva il vicepremier  Salvini che dice sì a Tap aggiungendo che il gasdotto ci farà risparmiare il 10% in bolletta. L’Agi ha verificato se è e vero

Martedì, dopo che il governo aveva con ministri e premier, affiancando Mattarella, confermato di non voler bloccare il progetto Tap, Beppe Grillo sul blog è tornato ad attaccarlo pubblicando un  intervento a firma Paolo Ermani: “Il gas è un combustibile che aumenta l’effetto serra e non è affatto pulito come ci vuole far credere chi lo vende. La Tap quindi non è affatto strategica per gli italiani ma è strategica per chi vuole fare dell’Italia una piattaforma di smistamento del gas in tutta Europa. L’ennesima volta che l’Italia si presta ad essere colonia per gli interessi di qualcun altro. Andiamo a prendere del gas a 4000 chilometri di distanza da un paese, l’Azerbaigian, non proprio democratico, gli facciamo attraversare altri quattro paesi di cui la Georgia e la Turchia con altrettanti problemi di democrazia e uno in gravi condizioni, la Grecia e infine l’Albania e abbiamo pure il coraggio di dire che un tragitto del genere aumenta la nostra sicurezza energetica!? Senza contare poi l’impatto ambientale che sta provocando e le proteste della popolazione in Puglia dove sbucherà il gasdotto. Circa la TAP un’inchiesta dell’Espresso parlava apertamente di “mafiodotto”, visto che qualsiasi grande opera è sempre a rischio corruzione considerato il vortice di soldi che la contraddistingue.”

E già: tutte le grandi opera sono a rischio mafia. Di questo passo non faremmo più nulla.

A smentire il sacro blog tornando a difendere Tap ieri mattina il Premier Conte alla conferenza stampa di metà anno: “Dobbiamo misurarci con un’opera autorizzata in passato e completa gia per l’80%, garantiamo però la verifica della procedura fin qui seguita per accertarci che sia stata corretta, applicheremo il metodo Ilva, ascolteremo tutte le istanze e alla fine ci sarà una valutazione di sintesi politica. Le comunità locali comunque hanno gli strumenti dei ricorsi. Noi come da contratto valuteremo costi benefici”.

A Trump che lo spingeva a definire il progetto del gasdotto, Conte aveva detto che era strategico. In seguito, aveva incontrato il Sindaco di Melendugno, capofila dei No Tap, senza notevoli rassicurazioni. Del resto, il progetto è gia approvato, esattamente come modello Ilva paragonato dal premier, nonché completo per l’80%, appunto, quindi nulla può fare il governo per bloccarlo. Salvo pagare un prezzo tra penale e mancati introiti di 70 miliardi di euro.

E questi sono i costi.

A cui va aggiunto il mancato risparmio sul costo dell’energia. L’altro giorno è stato il premier in chief Salvini in un’intervista alla Stampa a dire che con Tap avremmo risparmiato il 10% in bolletta.

L’agenzia Agi ha fatto i calcoli per verificare se è vero.

In base ai dati di Terna  sappiamo che in Italia nel 2017 il fabbisogno di energia ammonti a 320,5 TWh. Di questa l’88,2% viene soddisfatta da produzione nazionale e per il restante 11,8% dalle importazioni estere. I dati di ARERA mostrano come l’energia prodotta in Italia provenga principalmente da gas naturale, che da solo genera il 43,5% della produzione (e il 40% del fabbisogno totale).  L’Italia nel 2017 ha consumato circa 75 miliardi di metri cubi di gas. Producendone 5,5 miliardi e importando il resto. Ma i gasdotti già esistenti hanno una capacità superiore al loro impiego. Potrebbero infatti, a pieno regime, importare circa 110 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il Tap aggiungerà subito altri 10 miliardi di metri cubi all’anno, di cui circa 8 per l’Italia, che potranno raddoppiare in futuro a 20 miliardi con un impatto del 7,5-15% sulla capacità di importazione italiana. Ci sono alcune ragioni per cui, al crescere del volume di gas a disposizione del Paese grazie al Tap, il suo prezzo potrebbe diminuire. Ad esempio, la nuova rotta metterebbe pressione concorrenziale ai principali fornitori di gas dell’Italia, Algeria e Russia, che sarebbero stimolati ad abbassare i prezzi. Inoltre, i miliardi di metri cubi che dovrebbero arrivare tramite questo gasdotto sono già stati contrattualizzati – i clienti già ci sono e hanno firmato contratti vincolanti – a condizioni particolarmente vantaggiose per chi compra. Questi prezzi vantaggiosi del gas naturale potrebbero dunque scaricarsi sul prezzo dell’energia. Infine secondo alcuni studi il Tap potrebbe diventare in futuro un’infrastruttura strategica, vista la sua impermeabilità a eventuali tensioni con la Russia o in Medio Oriente, per consentire all’Italia di esportare il gas che arriva in Puglia nel resto d’Europa, garantendole così un significativo ritorno economico grazie ai transit fees (cioè il compenso che il Paese attraversato dal gasdotto riceve per il solo fatto di ospitare l’infrastruttura in cui fluisce il gas), che potrebbe di nuovo influire indirettamente sul costo dell’energia.

Quindi sicuramente si potrebbe arrivare ad un risparmio del 10% sul costo dell’energia, che comunque copre solo metà voce della bolletta che i consumatori devono pagare. Ma questo è un altro problema.

In ogni caso essendo l’investimento privato, sarebbe un guadagno netto a favore dello Stato senza alcun costo.

E infatti questa caratterista della costituency privata del progetto, viene usata, a suo modo, nella risposta che il sindaco di Melendugno ha già dato a Salvini sul risparmio: “Il 10% di riduzione dei costi in bolletta è una fake news, vendono il gas a chi vogliono loro e al prezzo che dicono loro. Il completamento del gasdotto Tap, privatissimo perché appartiene a una multinazionale con sede in Svizzera prevede la realizzazione del tratto Melendugno-Brindisi e Brindisi-Minerbio a cura e spese di Snam Rete Gas, azienda a partecipazione statale. Quando si fanno questi raddoppi di infrastrutture energetiche il costo viene scaricato sulle bollette degli italiani. Per cui, certo, c’è un aumento dei costi della bolletta degli italiani e non uno sconto del 10% che è pura propaganda”.

Esattamente come Michele Emiliano il Sindaco di Melendugno dimentica di dire che Snam è anche socia per il 20% del consorzio Tap, e dunque se i cittadini i soldi ce li mettono per costruire la rete di collegamento italiana, ce li guadagnano anche dai ricavi del gasdotto.

Insomma, tra Grillo che dice no e Conte che dice si, Di Battista che dice no e Salvini che dice sì, non vorremmo che questi costi benefici alla fine saremo costretti a valutarli con la monetina.

È proprio vero che Tap segue modello Ilva: ci vediamo a settembre!

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