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Nomine: Ecco dove andranno Descalzi, Starace e Alverà

Con la stagione delle nomine alle porte torna di moda anche parlare della fusione Snam-Terna

La politica sta affilando le armi in vista delle nomine delle aziende statali. Come scrive Il Tempo “tra gli addetti ai lavori si quantifica in circa 400 le poltrone a disposizione”. Ma “prima di scatenare l’inferno però i ‘giocatori’ aspettano l’esito delle elezioni in Emilia Romagna. Sarà quello il test per capire i rapporti di forza all’interno della maggioranza e per calibrare su questi il sempiterno manuale Cencelli”.

DESCALZI, STARACE, ALVERA’ ECCO DOVE ANDRANNO

“Secondo le prime indiscrezioni – scrive Il Tempo – una delle sedie per la quale la permanenza resta incerta è quella dell’ad di Eni Claudio Descalzi. Per la stessa posizione si registra il potenziale interesse dell’ad di Enel Francesco Starace, che ha ben fatto nella società elettrica e che, in ossequi alla regola dei due mandati, potrebbe trovare nel palazzo dell’Eur la sede naturale per continuare il suo percorso professionale”. “Se Starace fosse invece candidato per il terzo triennio all’Enel, cosa possibile visto che sotto la sua guida la società è diventata una delle più capitalizzate in Borsa, sarebbe in pole position anche il nome di Stefano Cao, con un passato in Saipem e nella stessa Eni. Grandi chance sono accreditate anche per Marco Alverà, attuale ad di Snam, enfant prodige del settore energetico che però vista la giovane età (45 anni) potrebbe essere messo in stand by in attesa del prossimo turno”.

FUSIONE SNAM-TERNA TORNA DI MODA

In questo quadro, intanto, “torna la suggestione (per ora politica) delle grandi fusioni” come scrive il Sole 24 Ore precisando che “per ora non è neppure un vero dossier” anche se “dentro qualche palazzo governativo si è tornati a parlare di grandi fusioni tra società strategiche per l’interesse – e forse anche la sicurezza nazionale”. “Creare colossi forti nella dimensione e nel contenuto capaci di competere con giganti nati con la globalizzazione”. “Ora però un’altra ipotetica operazione potrebbe affacciarsi, o meglio, tornare sommessamente in evidenza: Snam-Terna. È da più di un decennio che via via se ne torna a parlare, la fusione tra la rete elettrica (ex Enel) e la rete dei gasdotti (ex Eni), entrambe quotate e il cui controllo è dentro la scatola di Cdp Reti. Dentro gli uffici societari che potenzialmente sarebbero coinvolti la questione non viene confermata, mentre a livello governativo il rafforzamento dei campioni nazionali per una crescita a livello europeo risulta una priorità”.

“Un tempo – si ricordi il caso Edison del 2001 – i nemici erano i francesi, che volevano invadere ma ci bloccavano sul confine, oggi il rischio sarebbe di origine orientale. Sarebbe, visto che la cinese State Grid, la più grande utility al mondo, è dal 2014 socio stabile al 35% di Cdp Reti”. “Un aiuto a questa corrente arriva anche dall’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Copasir, il comitato parlamentare di controllo sull’intelligence, che ha messo in rilievo l’aumento del rischio di scalate ostili, anche se per ora ha parlato di banche e assicurazioni. Ma certamente i nostri servizi tengono sott’occhio quello che potrebbe accadere attorno alle grandi società delle reti, su cui si esercitano i poteri del cosiddetto ‘golden power’ (accanto alle aziende operanti nel settore della difesa)”.

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